Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
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venerdì 25 settembre 2020
يعتبر الفشل في إصلاح معاهدة دبلن علامة سيئة لأوروبا
إن تعريف آلية التضامن الإجباري المرنة هو التعريف البيروقراطي لمجموعة المقترحات التي يجب أن تُصلح ، ولكن لا تحل محل ، لائحة دبلن ؛ في الواقع ، تمت إضافة ألمانيا ودول الشمال ، والتي كانت الوجهة الأكثر رواجًا للمهاجرين ، إلى معارضة المعاهدة غير العادلة التي أبرمتها فيينا وبلدان معاهدة فيزغراد. إذا كان صحيحًا أن ضغوط الهجرة قد أوجدت مشاكل داخلية ذات طبيعة سياسية في هذه البلدان ، والتي تفضل الحكومات أن تحكمها بأسهل طريقة ، أي من خلال البحث عن قواعد داخلية داخل الاتحاد للتوزيع ، فمن الصحيح أيضًا أن الدول الساحلية الأكثر عرضةً لذلك. الوافدون ، إيطاليا واليونان قبل كل شيء ، ولكن أيضًا إسبانيا ، يظلون مسؤولين عن المهاجرين الذين يهبطون على شواطئهم ، تاركين مسألة طبيعة وطنية وليست فوق وطنية تمامًا ، أي مسؤولية بروكسل. بغض النظر عن حقيقة أن الموافقة على اللائحة الجديدة يجب أن تتم الموافقة عليها من قبل أوزان الأعضاء ، فإننا نواجه حلاً مرتجلًا آخر في مواجهة مشكلة لا تزال لا يمكن كبحها ، والتي تحتاج إلى حلول تتجاوز الحدود الأوروبية ، ولكن من أجل ما هي الإدارة المطلوبة بحيث يجب أن تكون قادرة على ضمان الاستقبال دون إعطاء الفرصة للقوى السياسية السيادية والمعادية لأوروبا للحصول على عذر لوجودها. تنص الآلية الجديدة على أنه يمكن لدول الاتحاد أن تختار تقديم المساعدة إلى دولة أخرى تواجه صعوبة في تدفقات الهجرة مع إعادة التوطين أو الإعادة إلى الوطن ، وفقًا للحصص المحسوبة من خلال بيانات الناتج المحلي الإجمالي وعدد السكان ؛ ومع ذلك ، فإن إعادة التوزيع هذه يمكن أن تكون أكثر بقليل من على أساس طوعي ، في الواقع سيتم التفكير في إمكانية رفض إعادة التوزيع ، يقابلها الالتزام بإدارة إعادة المهاجرين إلى أوطانهم. على الرغم من أن بروكسل تقدم الخطة على أنها حل وسط عادل بين الدول التي ترحب بالمهاجرين فعليًا والدول التي ترفضهم ، إلا أن الآلية لا تزال منحازة للغاية لصالح الأخير ، خاصةً لأنها لا تنص على عقوبات فعالة ، بخلاف الالتزام نرحب بالمهاجرين الذين لم يتمكنوا من الحصول على المغتربين. إن عدم وجود قواعد عقوبات أكثر صرامة ، مثل قطع المساهمات الأوروبية ، يترك الاتحاد تحت رحمة البلدان التي من الواضح أنها لم تنفذ المثل العليا التأسيسية لأوروبا والتي تستخدم الاتحاد فقط كجهاز صراف آلي ، دون التزام. الشعور هو أن دوام هذه الدول وظيفي بالنسبة للمصالح الاقتصادية الألمانية ، وذلك بفضل التكلفة المنخفضة للعمالة أولاً وقبل كل شيء ، سيكون من الضروري ، بدلاً من ذلك ، التشكيك في الملاءمة العامة الحقيقية لهذه الدول داخل اتحاد لا يرفضونه فقط. الالتزامات ، ولكن غالبًا ما تسن قوانين مخالفة للقانون الأوروبي. إذا أردنا أن ننظر إلى الجوانب الإيجابية ، وهي قليلة ، يمكننا تسجيل تقدم خجول في البحث عن سياسة مشتركة بشأن تدفقات الهجرة ، لكنها تترك كل شيء دون تغيير في جانب إصلاح معاهدة دبلن. المشكلة أخلاقية أيضًا ، وهي جانب لا يمكن لبروكسل أن تستمر في الهروب منه ، حيث تقتصر على اتصالات عديمة اللون وعملية حول التضامن مع المهاجرين. لا يمكن التسامح مع حالات معسكرات الاعتقال في ليبيا أو حالة المعسكرات في اليونان من قبل أولئك الذين نصبوا أنفسهم كأمثلة للحضارة. إيطاليا واليونان لديهما عيوبهما ، لكن كان عليهما إيجاد حلول مشكوك فيها لأنه لم يكن لديهما مساعدة أوروبية ، ومع ذلك ، كانت هذه الحلول مفيدة أيضًا لبروكسل. يتسم الموقف المشترك بالنفاق ، الذي يحد من العمل السياسي في محاولة للجمع بين البلدان التي لديها الكثير من المصالح والرؤى المتضاربة. إذا كان الجانب الاقتصادي لا يزال سائدًا ، فلا يمكن تأجيل الجانب السياسي: يجب أن تكون بروكسل قادرة على اتخاذ خطوة نحو وحدة الهدف تلك ، والتي يمكن أن تضمن مستقبل الاتحاد. المواقف الخجولة مثل الموقف الحالي بشأن المهاجرين ، وقبل كل شيء ، بشأن آليات المعاقبة لأولئك الذين يرفضون تقاسم الأعباء ، تشير إلى نهج غير مقتنع للغاية يخدم فقط أولئك الذين يرغبون في الاستفادة من فرصة الحفاظ على اتحاد ضعيف من وجهة نظر سياسية ، لذلك ، لن تكون قادرة على إيجاد هذا الدور الضروري لتحقيق التوازن بين الولايات المتحدة والصين. ما يُطالب به هو رؤية قصيرة المدى تضر أيضًا بالبلدان التي لا تفهم أن التقاسم العادل لجميع الأعباء ، والتي تكون مشكلة المهاجرين هي الأكثر وضوحًا منها فقط ، يمكن أن تضمن أيضًا تقاسم المنافع ، لا سيما المالية منها. . في النهاية ، هذه هي النقطة الحاسمة التي ستحدد الوجود الأوروبي كرؤية شاملة: أولئك الذين لا يفهمون ذلك هم أفضل حالًا للخروج منه ، كما فعلت بريطانيا العظمى.
L'introduzione del welfare nei paesi poveri, come fattore di stabilità mondiale
Se uno dei problemi mondiali è costituito dalla stabilità, non solo quella tra gli stati intesa come rapporti internazionale, ma anche quella tra le popolazioni occorre agire sui profondi squilibri presenti dovuti all’aumento delle diseguaglianze. Questo fenomeno non riguarda solo i paesi poveri, dove naturalmente è acuito da circostanze contingenti, ma anche quelli più ricchi, evidenziando una trasversalità del fenomeno a livello mondiale. Appare ovvio che, oltre alle ricadute all’interno dei singoli confini nazionali, l’impatto della povertà e della diseguaglianza, che si registra a livello internazionale, incide su aspetti prettamente economici, come la produzione, la distribuzione ed il consumo delle merci fino al problema generale delle migrazioni, che tanti problemi politici continua a generare a livello planetario. I dati mondiali sulla protezione sociale dicono che oltre la metà della popolazione totale della Terra non dispone di alcuna forma di protezione relativa all’assistenza sanitaria, a tutele per le invalidità sopraggiunte o a servizi per la famiglia e sostegni economici per l’integrazione o la sostituzione di redditi insufficienti. L’insieme di questi sostegni potrebbe essere un fattore decisivo proprio contro la povertà e la diseguaglianza, anche in considerazione del fatto che, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, agenzia delle Nazioni Unite, il solo 45% della popolazione mondiale usufruisce di qualche forma di prestazione assistenziale e di questo 45% soltanto il 29% dispone di forme complete di strumenti sociali. Se il dato mondiale della corresponsione di reddito in forma di pensione riguarda circa il 60%, la situazione che si registra nei paesi dove il reddito medio è più basso e l’assicurazione pensionistica riguarda soltanto il 20% delle persone. Se la vecchiaia appare poco tutelata, anche l’infanzia non presenta aiuti adeguati: infatti la percentuale di paesi che dichiarano di avere qualche forma di assistenza per i bambini si attesta al di sotto del 60% della totalità delle nazioni e con consistenti differenze tra i paesi ricchi da quelli poveri. Questo scenario è stato aggravato con la pandemia, esasperando sicuramente le situazioni più critiche, ma anche nei paesi più sviluppati l’evento inaspettato ha costituito una sorpresa troppo grande per elaborare in modo veloce delle contromisure sociali in grado di fornire risposte per attutire gli effetti economici e sanitari della crisi. Secondo le stime delle Nazioni Unite la somma necessaria ai paesi in via di sviluppo per assicurare i servizi sanitari integrati da una sorta di reddito minimo si aggira sui 1.200 miliardi di euro, una percentuale che si aggira attorno al 4% del prodotto interno lordo di questi paesi e che rappresenta un impegno finanziario non sostenibile da economie sottosviluppate. Questa situazione di necessità non rappresenta però una emergenza contingente dovuta alla pandemia, ma è un aggravamento di situazioni già presenti, dovute, oltre alle crisi ricorrenti, anche al mancato rispetto degli impegni presi dalla comunità internazionale e, quindi, dai paesi ricchi, di fornire aiuti concreti ai paesi in via di sviluppo. La mancanza del rispetto di questi impegni formali, che erano tanto politici, quanto giuridici, pone i paesi ricchi in grave difetto oltre che morale anche di ordine pratico, quando si evidenzia l’incapacità della gestione dei fenomeni migratori, non solo quelli causati da guerre o carestie, ma anche e soprattutto circa il rifiuto dei migranti così detti economici. Infatti se i conflitti ed anche le carestie prevedono un altro tipo di impegno, che, peraltro dovrebbe essere dovuto e ricercato in maniera assidua e non soltanto funzionale agli interessi particolari, la mitigazione dei fattori che determinano i flussi migratori di tipo economico, potrebbe essere operata in maniera efficace in maniera tale da almeno ridurre la quantità delle persone costrette ad abbandonare il loro paese per la povertà, con interventi mirati e coordinati tali da permettere lo sviluppo di attività economiche in grado di assicurare il sostentamento delle popolazioni. Il sostegno sociale è una parte integrante ed essenziale di questi aiuti perché permette una maggiore indipendenza delle fasce di popolazione in età produttiva e ne costituisce una integrazione di reddito, diretta o indiretta, che può liberare risorse umane ed anche generare occasioni di lavoro da immettere nel bilancio totale degli occupati. La coordinazione deve partire dalle Organizzazioni internazionali, ma gli stati ricchi devono prevedere un contributo adeguato, che deve essere considerato un investimento per la loro stessa stabilità.
The introduction of welfare in poor countries as a factor of world stability
If one of the world problems is stability, not only that between states understood as international relations, but also that between populations, it is necessary to act on the deep imbalances present due to the increase in inequalities. This phenomenon does not only concern poor countries, where it is naturally exacerbated by contingent circumstances, but also the richer ones, highlighting a transversality of the phenomenon on a world level. It seems obvious that, in addition to the repercussions within individual national borders, the impact of poverty and inequality, which is recorded internationally, affects purely economic aspects, such as the production, distribution and consumption of goods up to general problem of migration, which many political problems continue to generate on a global level. World data on social protection say that more than half of the total population of the Earth does not have any form of protection related to health care, protection for new disabilities or services for the family and economic support for integration or replacement. insufficient income. All these supports could be a decisive factor precisely against poverty and inequality, also in consideration of the fact that, according to the International Labor Organization, an agency of the United Nations, only 45% of the world population benefits from some form of welfare benefits and of this 45% only 29% have complete forms of social tools. If the global figure for the payment of income in the form of a pension is about 60%, the situation that occurs in countries where the average income is lower and pension insurance concerns only 20% of people. If old age appears poorly protected, even childhood does not offer adequate aid: in fact, the percentage of countries that declare they have some form of assistance for children is below 60% of all nations and with significant differences between rich countries from poor ones. This scenario was aggravated by the pandemic, certainly exacerbating the most critical situations, but even in the most developed countries the unexpected event was too much of a surprise to quickly develop social countermeasures capable of providing answers to mitigate the economic effects. and health care of the crisis. According to United Nations estimates, the sum necessary for developing countries to ensure health services supplemented by a sort of minimum income is around 1,200 billion euros, a percentage that is around 4% of the gross domestic product of these. countries and representing an unsustainable financial commitment from underdeveloped economies. This situation of necessity, however, does not represent a contingent emergency due to the pandemic, but is an aggravation of situations already present, due, in addition to the recurring crises, also to the failure to comply with the commitments made by the international community and, therefore, by the rich countries, to provide concrete aid to developing countries. The lack of respect for these formal commitments, which were both political and juridical, places the rich countries in a serious defect as well as a moral and practical one, when it is highlighted the inability to manage migratory phenomena, not only those caused by wars or famines, but also and above all about the refusal of so-called economic migrants. In fact, if the conflicts and also the famines provide for another type of commitment, which, moreover, should be due and sought assiduously and not only functional to particular interests, the mitigation of the factors that determine the economic migratory flows, could be carried out. effectively in such a way as to at least reduce the number of people forced to leave their country due to poverty, with targeted and coordinated interventions that allow the development of economic activities capable of ensuring the livelihood of the populations. Social support is an integral and essential part of these aids because it allows greater independence of the productive age groups and constitutes a direct or indirect integration of income, which can free up human resources and also generate job opportunities to be placed in the total balance of employees. Coordination must start from international organizations, but rich states must provide for an adequate contribution, which must be considered an investment in their own stability.
La introducción del bienestar en los países pobres, como factor de estabilidad mundial
Si uno de los problemas mundiales es la estabilidad, no solo la entre estados entendida como relaciones internacionales, sino también la entre poblaciones, es necesario actuar sobre los profundos desequilibrios presentes por el aumento de las desigualdades. Este fenómeno no solo concierne a los países pobres, donde naturalmente se ve agravado por circunstancias contingentes, sino también a los más ricos, destacando una transversalidad del fenómeno a nivel mundial. Es obvio que, además de las secuelas dentro de las fronteras nacionales individuales, el impacto de la pobreza y la desigualdad, que se registra a nivel internacional, afecta aspectos puramente económicos, como la producción, distribución y consumo de bienes hasta problema general de la migración, que siguen generando muchos problemas políticos a nivel global. Los datos globales sobre protección social dicen que más de la mitad de la población total de la Tierra no tiene ninguna forma de protección relacionada con la atención de la salud, protección para nuevas discapacidades o servicios para la familia y apoyo económico para la integración o reemplazo. ingresos insuficientes. Todos estos apoyos podrían ser un factor decisivo precisamente contra la pobreza y la desigualdad, también teniendo en cuenta que, según la Organización Internacional del Trabajo, organismo de Naciones Unidas, solo el 45% de la población mundial se beneficia de alguna forma. de prestaciones sociales y de este 45% solo el 29% tiene formas completas de herramientas sociales. Si la cifra global para el pago de ingresos en forma de pensión es de alrededor del 60%, la situación que se da en países donde el ingreso promedio es más bajo y el seguro de pensiones afecta solo al 20% de las personas. Si la vejez parece pobremente protegida, incluso la niñez no ofrece la ayuda adecuada: de hecho, el porcentaje de países que declara tener algún tipo de asistencia para la niñez está por debajo del 60% de todas las naciones y con diferencias significativas entre países ricos de los pobres. Este escenario se vio agravado por la pandemia, exacerbando ciertamente las situaciones más críticas, pero incluso en los países más desarrollados el evento inesperado fue demasiado sorprendente para desarrollar rápidamente contramedidas sociales capaces de dar respuestas para mitigar los efectos económicos. y asistencia sanitaria de la crisis. Según estimaciones de Naciones Unidas, la suma necesaria para que los países en desarrollo aseguren servicios de salud complementados con una especie de renta mínima ronda los 1.200 millones de euros, un porcentaje que ronda el 4% del producto interior bruto de estos. países y que representa un compromiso financiero insostenible de las economías subdesarrolladas. Esta situación de necesidad, sin embargo, no representa una emergencia contingente por la pandemia, sino un agravamiento de situaciones ya presentes, debido, además de las crisis recurrentes, también al incumplimiento de los compromisos asumidos por la comunidad internacional y, por ende, por los países ricos, de brindar ayuda concreta a los países en desarrollo. La falta de respeto a estos compromisos formales, tanto políticos como jurídicos, coloca a los países ricos en un defecto grave, así como moral y práctico, cuando se destaca la incapacidad para gestionar los fenómenos migratorios, no solo los provocados por las guerras. o hambrunas, pero también y sobre todo sobre el rechazo de los llamados migrantes económicos. De hecho, si los conflictos y también las hambrunas prevén otro tipo de compromiso, que además, debe ser diligente y no solo funcional a los intereses particulares, se podría operar la mitigación de los factores que determinan los flujos migratorios de tipo económico. eficazmente de tal manera que al menos se reduzca el número de personas obligadas a salir de su país por causa de la pobreza, con intervenciones focalizadas y coordinadas que permitan el desarrollo de actividades económicas capaces de asegurar el sustento de las poblaciones. El apoyo social es parte integral y esencial de estas ayudas porque permite una mayor independencia de los grupos de población en edad productiva y constituye una integración de ingresos directa o indirecta, que puede liberar recursos humanos y también generar oportunidades laborales para ubicarse en el saldo total de empleados. La coordinación debe partir de los organismos internacionales, pero los estados ricos deben aportar una contribución adecuada, que debe considerarse una inversión en su propia estabilidad.
Die Einführung der Wohlfahrt in armen Ländern als Faktor der Weltstabilität
Wenn eines der Weltprobleme die Stabilität ist, nicht nur zwischen Staaten, die als internationale Beziehungen verstanden werden, sondern auch zwischen den Bevölkerungsgruppen, ist es notwendig, auf die tiefgreifenden Ungleichgewichte zu reagieren, die aufgrund der zunehmenden Ungleichheit bestehen. Dieses Phänomen betrifft nicht nur arme Länder, in denen es natürlich durch zufällige Umstände verschärft wird, sondern auch die reicheren, was eine Transversalität des Phänomens auf weltweiter Ebene hervorhebt. Es ist offensichtlich, dass neben den Auswirkungen auf die einzelnen nationalen Grenzen die auf internationaler Ebene festgestellten Auswirkungen von Armut und Ungleichheit rein wirtschaftliche Aspekte wie die Produktion, Verteilung und den Verbrauch von Waren bis zu betreffen allgemeines Migrationsproblem, das auf globaler Ebene weiterhin viele politische Probleme verursacht. Globale Daten zum Sozialschutz besagen, dass mehr als die Hälfte der Gesamtbevölkerung der Erde keinerlei Schutz in Bezug auf Gesundheitsversorgung, Schutz für neue Behinderungen oder Dienstleistungen für die Familie und wirtschaftliche Unterstützung für Integration oder Ersatz hat. unzureichendes Einkommen. All diese Unterstützungen könnten ein entscheidender Faktor gerade gegen Armut und Ungleichheit sein, auch angesichts der Tatsache, dass nach Angaben der Internationalen Arbeitsorganisation, einer Agentur der Vereinten Nationen, nur 45% der Weltbevölkerung von irgendeiner Form profitieren von den Sozialleistungen und von diesen 45% haben nur 29% vollständige Formen sozialer Instrumente. Wenn die globale Zahl für die Zahlung von Einkommen in Form einer Rente etwa 60% beträgt, tritt die Situation in Ländern auf, in denen das Durchschnittseinkommen niedriger ist und die Rentenversicherung nur 20% der Menschen betrifft. Wenn das Alter schlecht geschützt erscheint, bietet selbst die Kindheit keine angemessene Hilfe: Tatsächlich liegt der Prozentsatz der Länder, die angeben, irgendeine Form von Unterstützung für Kinder zu haben, unter 60% aller Nationen und mit signifikanten Unterschieden zwischen reiche Länder von armen. Dieses Szenario wurde durch die Pandemie verschärft, was sicherlich die kritischsten Situationen verschärfte, aber selbst in den am weitesten entwickelten Ländern war das unerwartete Ereignis eine zu große Überraschung, um schnell soziale Gegenmaßnahmen zu entwickeln, die Antworten auf die Abschwächung der wirtschaftlichen Auswirkungen liefern können. und Gesundheitsversorgung der Krise. Nach Schätzungen der Vereinten Nationen beläuft sich die Summe, die die Entwicklungsländer benötigen, um Gesundheitsdienste zu gewährleisten, die durch eine Art Mindesteinkommen ergänzt werden, auf rund 1.200 Milliarden Euro, ein Prozentsatz, der rund 4% des Bruttoinlandsprodukts dieser Länder ausmacht. Länder und repräsentiert ein nicht nachhaltiges finanzielles Engagement von unterentwickelten Volkswirtschaften. Diese notwendige Situation stellt jedoch keinen bedingten Notfall aufgrund der Pandemie dar, sondern ist eine Verschärfung der bereits bestehenden Situationen, zusätzlich zu den wiederkehrenden Krisen, auch aufgrund der Nichteinhaltung der Verpflichtungen der internationalen Gemeinschaft und damit der reichen Länder, diese zu erfüllen konkrete Hilfe für Entwicklungsländer. Der Mangel an Respekt für diese formellen Verpflichtungen, die sowohl politisch als auch juristisch waren, versetzt die reichen Länder in einen schwerwiegenden sowie einen moralischen und praktischen Mangel, wenn die Unfähigkeit hervorgehoben wird, Migrationsphänomene zu bewältigen, nicht nur solche, die durch Kriege verursacht wurden oder Hungersnöte, aber auch und vor allem über die Ablehnung sogenannter Wirtschaftsmigranten. In der Tat könnte die Minderung der Faktoren, die die Migrationsströme eines wirtschaftlichen Typs bestimmen, durchgeführt werden, wenn die Konflikte und auch die Hungersnöte eine andere Art von Verpflichtung vorsehen, die darüber hinaus auf sorgfältige Weise fällig und angestrebt werden sollte und nicht nur den jeweiligen Interessen entspricht effektiv, um zumindest die Zahl der Menschen zu verringern, die aufgrund von Armut gezwungen sind, ihr Land zu verlassen, mit gezielten und koordinierten Maßnahmen, die die Entwicklung wirtschaftlicher Aktivitäten ermöglichen, die den Lebensunterhalt der Bevölkerung sichern können. Soziale Unterstützung ist ein wesentlicher und wesentlicher Bestandteil dieser Beihilfen, da sie eine größere Unabhängigkeit der Bevölkerungsgruppen im produktiven Alter ermöglicht und eine direkte oder indirekte Einkommensintegration darstellt, die Humanressourcen freisetzen und auch Beschäftigungsmöglichkeiten schaffen kann Gesamtbilanz der Mitarbeiter. Die Koordinierung muss von internationalen Organisationen ausgehen, aber die reichen Staaten müssen einen angemessenen Beitrag leisten, der als Investition in ihre eigene Stabilität betrachtet werden muss.
L'introduction du bien-être dans les pays pauvres comme facteur de stabilité mondiale
Si l'un des problèmes mondiaux est la stabilité, non seulement celle entre États entendue comme relations internationales, mais aussi celle entre les populations, il faut agir sur les déséquilibres profonds présents du fait de l'augmentation des inégalités. Ce phénomène ne concerne pas seulement les pays pauvres, où il est naturellement exacerbé par des circonstances contingentes, mais aussi les plus riches, mettant en évidence une transversalité du phénomène au niveau mondial. Il semble évident qu'en plus des répercussions à l'intérieur des frontières nationales individuelles, l'impact de la pauvreté et des inégalités, qui est enregistré au niveau international, affecte des aspects purement économiques, tels que la production, la distribution et la consommation de biens jusqu'à problème général de la migration, que de nombreux problèmes politiques continuent de générer au niveau mondial. Les données mondiales sur la protection sociale indiquent que plus de la moitié de la population totale de la planète ne dispose d'aucune forme de protection liée aux soins de santé, à la protection pour les nouveaux handicaps ou aux services pour la famille et au soutien économique pour l'intégration ou le remplacement. revenu insuffisant. Tous ces appuis pourraient être un facteur décisif précisément contre la pauvreté et les inégalités, compte tenu également du fait que, selon l'Organisation internationale du travail, agence des Nations Unies, seulement 45% de la population mondiale bénéficie d'une forme de des prestations sociales et sur ces 45% seulement 29% disposent de formes complètes d'outils sociaux. Si le chiffre global du versement d'un revenu sous forme de pension est d'environ 60%, la situation se produit dans les pays où le revenu moyen est plus faible et où l'assurance pension ne concerne que 20% des personnes. Si la vieillesse semble mal protégée, même l'enfance n'offre pas une aide adéquate: en fait, le pourcentage de pays qui déclarent avoir une certaine forme d'assistance pour les enfants est inférieur à 60% de tous les pays et avec des différences significatives entre pays riches des pays pauvres. Ce scénario a été aggravé par la pandémie, exacerbant certainement les situations les plus critiques, mais même dans les pays les plus développés, l'événement inattendu a été trop surprenant pour développer rapidement des contre-mesures sociales capables d'apporter des réponses pour atténuer les effets économiques. et les soins de santé de la crise. Selon les estimations des Nations Unies, la somme nécessaire aux pays en développement pour assurer des services de santé complétés par une sorte de revenu minimum est d'environ 1 200 milliards d'euros, soit un pourcentage d'environ 4% du produit intérieur brut de ces derniers. pays et qui représente un engagement financier insoutenable des économies sous-développées. Cette situation de nécessité ne représente cependant pas une urgence contingente due à la pandémie, mais une aggravation des situations déjà présentes, due, outre les crises récurrentes, également au non-respect des engagements pris par la communauté internationale et, par conséquent, par les pays riches, de fournir aide concrète aux pays en développement. Le non-respect de ces engagements formels, à la fois politiques et juridiques, place les pays riches dans un défaut grave mais aussi moral et pratique, quand on met en évidence l'incapacité à gérer les phénomènes migratoires, pas seulement ceux provoqués par les guerres. ou famines, mais aussi et surtout sur le rejet des migrants dits économiques. En effet, si les conflits et aussi les famines prévoient un autre type d'engagement, qui, par ailleurs, devrait être dû et recherché assidûment et non seulement fonctionnel à des intérêts particuliers, l'atténuation des facteurs qui déterminent les flux migratoires économiques, pourrait être réalisée. efficacement de manière à au moins réduire le nombre de personnes contraintes de quitter leur pays en raison de la pauvreté, avec des interventions ciblées et coordonnées permettant le développement d'activités économiques capables d'assurer les moyens d'existence des populations. Le soutien social fait partie intégrante et essentielle de ces aides car il permet une plus grande indépendance des tranches d'âge productives et constitue une intégration directe ou indirecte des revenus, qui peut libérer des ressources humaines et également générer des opportunités d'emploi pour être placé dans le solde total des employés. La coordination doit commencer par les organisations internationales, mais les États riches doivent prévoir une contribution adéquate, qui doit être considérée comme un investissement dans leur propre stabilité.
A introdução do bem-estar nos países pobres, como fator de estabilidade mundial
Se um dos problemas mundiais é a estabilidade, não só aquela entre Estados entendida como relações internacionais, mas também entre populações, é necessário atuar sobre os profundos desequilíbrios presentes devido ao aumento das desigualdades. Este fenómeno não diz respeito apenas aos países pobres, onde é naturalmente agravado por circunstâncias contingentes, mas também aos mais ricos, evidenciando uma transversalidade do fenómeno a nível mundial. Parece óbvio que, além das repercussões dentro das fronteiras nacionais individuais, o impacto da pobreza e da desigualdade, que se registra internacionalmente, atinge aspectos puramente econômicos, como a produção, distribuição e consumo de bens até problema geral da migração, que muitos problemas políticos continuam a gerar em nível global. Dados mundiais de proteção social indicam que mais da metade da população total do planeta não possui qualquer forma de proteção relacionada à saúde, proteção para novas deficiências ou serviços para a família e suporte econômico para integração ou reposição. renda insuficiente. Todos esses apoios podem ser um fator decisivo justamente contra a pobreza e a desigualdade, também levando em consideração o fato de que, segundo a Organização Internacional do Trabalho, órgão das Nações Unidas, apenas 45% da população mundial se beneficia de alguma forma de de benefícios previdenciários e destes 45% apenas 29% possuem formulários completos de ferramentas sociais. Se o valor global para o pagamento de rendimentos sob a forma de pensões é de cerca de 60%, o que ocorre nos países onde o rendimento médio é inferior e o seguro de pensões atinge apenas 20% das pessoas. Se a velhice parece mal protegida, mesmo a infância não oferece uma ajuda adequada: de fato, a porcentagem de países que declaram ter alguma forma de assistência às crianças é inferior a 60% de todas as nações e com diferenças significativas entre países ricos dos pobres. Esse cenário foi agravado pela pandemia, certamente exasperando as situações mais críticas, mas mesmo nos países mais desenvolvidos o imprevisto surpreendeu demais para elaborar rapidamente contra-medidas sociais capazes de fornecer respostas para mitigar os efeitos econômicos. e cuidados de saúde da crise. Segundo estimativas das Nações Unidas, o montante necessário para os países em desenvolvimento garantirem serviços de saúde complementados por uma espécie de rendimento mínimo ronda os 1.200 mil milhões de euros, percentagem que ronda os 4% do produto interno bruto destes. países e representando um compromisso financeiro insustentável de economias subdesenvolvidas. Essa situação de necessidade, no entanto, não representa uma emergência contingente em função da pandemia, mas um agravamento de situações já presentes, devido, além das crises recorrentes, também ao descumprimento dos compromissos assumidos pela comunidade internacional e, portanto, pelos países ricos, em prover ajuda concreta aos países em desenvolvimento. O desrespeito a estes compromissos formais, ao mesmo tempo políticos e jurídicos, coloca os países ricos numa grave falha, mas também moral e prática, quando se destaca a incapacidade de gerir os fenómenos migratórios, não só os causados pelas guerras. ou fomes, mas também e sobretudo sobre a recusa dos chamados migrantes econômicos. De facto, se os conflitos e também as fomes prevejam outro tipo de compromisso, que, aliás, deve ser diligente e não só funcional aos interesses particulares, poderia ser operada a mitigação dos fatores que determinam os fluxos migratórios de tipo económico. eficazmente de forma a, pelo menos, reduzir o número de pessoas forçadas a abandonar o seu país devido à pobreza, com intervenções direccionadas e coordenadas que permitam o desenvolvimento de actividades económicas capazes de garantir o sustento das populações. O apoio social é parte integrante e essencial dessas ajudas porque permite maior independência dos grupos populacionais em idade produtiva e constitui uma integração direta ou indireta de renda, que pode liberar recursos humanos e também gerar oportunidades de emprego a serem inseridas no saldo total de funcionários. A coordenação deve partir dos organismos internacionais, mas os estados ricos devem oferecer uma contribuição adequada, que deve ser considerada um investimento em sua própria estabilidade.
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