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venerdì 5 novembre 2021

Obiettivi di breve e medio termine dell'incremento dell'armamento cinese

 Il recente rapporto del Pentagono sull’incremento dell’arsenale militare nucleare cinese, espone dati molto preoccupanti, che riguardano una previsione di circa nuove mille testate entro dieci anni. Questo dato significa che la capacità tecnologica di Pechino è cresciuta tanto da permettere il raggiungimento di una produzione di ordigni nucleari in numero sempre maggiore, integrate anche da altre tecnologie all’avanguardia per scopi bellici. La Cina ritiene che aumentare il proprio arsenale atomico sia un elemento fondamentale nel quadro delle proprie ambizioni geopolitiche e, che, l’attuale differenza con gli Stati Uniti sia da colmare assolutamente, anche nel quadro della rincorsa al ruolo di prima potenza mondiale. Attualmente la stima americana parla di 200 testate nucleari disponibili per Pechino, con la prospettiva di arrivare a 700 testate nel 2027, per arrivare a 1000 nel 2030. Inoltre devono essere considerati i progressi cinesi nella tecnologia dei missili ipersonici, che portano la Cina ad uno stato molto avanzato nella capacità di sviluppare tecnologia militare di avanguardia. Queste considerazioni mettono in evidenza la necessità statunitense di adeguare i propri armamenti per mantenere la supremazia militare, anche in relazione all’accresciuta importanza nella politica USA del sud est asiatico: ma ciò porta alla ribalta il problema della rincorsa agli armamenti, che genera insicurezza ancora maggiore sullo scacchiere internazionale. Una delle preoccupazioni maggiori americane è data dalla capacità tecnologica cinese di costruire missili balistici intercontinentali che hanno il potenziale di raggiungere obiettivi a distanza di migliaia di chilometri. La strategia cinese, oltre all’obiettivo a medio termine di insediare il primato americano, nel breve termine per Pechino la crescita degli armamenti serve a ribadire il proprio atteggiamento sulla volontà di scoraggiare gli Stati Uniti ed i suoi alleati occidentali a non intraprendere alcuna azione militare per mettere in atto la protezione di Taiwan. La questione di Formosa, infatti, resta centrale nell’attuale momento politico internazionale e la decisione dell’invio della prima delegazione ufficiale da parte dell’Unione Europea ha provocato il forte risentimento cinese. Il Giappone, da parte sua, ha denunciato la circumnavigazione della sua principale isola, da parte di navi militari cinesi e russe, formalmente impegnate in manovre militari congiunte, in realtà percepite da Tokyo come una esplicita minaccia per non intervenire nella questione di Taiwan. Questi comportamenti cinesi sono percepiti come una minaccia per la stabilità globale, soprattutto per la posizione strategica che Pechino ha assunto lo stato, così detto di contrattacco di preallarme, che prevede un contrattacco missilistico immediato non solo in caso di attacco effettivo, ma anche di attacco potenziale o solo di minaccia incombente. La preoccupazione per l’atteggiamento cinese non riguarda solo gli Stati Uniti, ma soprattutto i paesi vicini, in prima fila il già citato Giappone, che ha avviato un programma di spesa militare, che riguarda il due per cento del proprio prodotto interno lordo, una quota mai stanziata da Tokyo e che denuncia la volontà nipponica di recitare un ruolo di primo piano nel contenimento della prepotenza cinese.  Pechino potrebbe accusare la pressione che si sta creando intorno all’isola che considera una prosecuzione del proprio territorio e quindi della propria sovranità, pressione, che, per altro la Cina stessa ha contribuito a creare con le azioni intimidatorie, come il sorvolo di centinaia di aerei militari sul cielo di Taiwan. Si comprende, come anche le iniziative diplomatiche, come quella di Bruxelles, potrebbero contribuire a cambiare in peggio l’attuale condizione di precario equilibrio, ma restano in maggiore evidenza le possibili conseguenze di potenziali minacce armate sfuggite al controllo o errori umani in grado di scatenare reazioni inconsulte; l’attuale alta concentrazione di armamenti è destinata a salire, così come gli attori sul palcoscenico ed il pericolo derivante da un riarmo incontrollato, rappresentano tutti fattori di una situazione dove l’opzione militare può assumere una consistenza molto probabile. Per ora, tuttavia, la predominanza dei mezzi militari americani può consentire di ipotizzare che la Cina possa esercitare soltanto azioni di disturbo, dove comunque l’incidente è sempre verificabile, ma che sono molto meno pericolose di un ipotetico attacco diretto, come lo stesso presidente cinese ha più volte minacciato. Il tempo che resta, quindi, all’incremento effettivo dell’arsenale nucleare cinese, andrebbe usato per lasciare il posto all’azione diplomatica o ad esercitare la pressione commerciale, alla quale Pechino è molto sensibile, per penalizzare l’economia cinese: ma bisogna essere in grado di farlo e, soprattutto, di fare le adeguate rinunce; ma per il mantenimento di una democrazia nell’area questo appare essenziale.

Short and medium-term objectives of increasing Chinese weapons

 The recent Pentagon report on the increase of the Chinese nuclear military arsenal, exposes very worrying data, which concern a forecast of about a thousand new warheads within ten years. This data means that the technological capacity of Beijing has grown to the point of allowing the achievement of an ever-increasing production of nuclear weapons, also integrated by other cutting-edge technologies for war purposes. China believes that increasing its atomic arsenal is a fundamental element in the context of its geopolitical ambitions and, that the current difference with the United States must absolutely be bridged, also in the context of the run-up to the role of the first world power. Currently, the American estimate speaks of 200 nuclear warheads available for Beijing, with the prospect of reaching 700 warheads in 2027, to reach 1000 in 2030. Furthermore, Chinese advances in hypersonic missile technology must be considered, leading China to one been very advanced in the ability to develop cutting-edge military technology. These considerations highlight the US need to adapt its armaments to maintain military supremacy, also in relation to the increased importance in US politics in Southeast Asia: but this brings to the fore the problem of the arms race, which still generates insecurity. major on the international stage. One of America's biggest concerns is China's technological ability to build ICBMs that have the potential to reach targets thousands of miles away. The Chinese strategy, in addition to the medium-term objective of establishing American primacy, in the short term for Beijing the growth of armaments serves to reaffirm its attitude on the desire to discourage the United States and its Western allies from not taking any military action. to put Taiwan's protection in place. The question of Formosa, in fact, remains central in the current international political moment and the decision to send the first official delegation by the European Union has provoked strong Chinese resentment. Japan, for its part, denounced the circumnavigation of its main island by Chinese and Russian naval ships, formally engaged in joint military maneuvers, actually perceived by Tokyo as an explicit threat not to intervene in the Taiwan question. These Chinese behaviors are perceived as a threat to global stability, especially due to the strategic position that Beijing has taken on the state, so-called early warning counterattack, which provides for an immediate missile counterattack not only in the event of an actual attack, but also of an attack. potential or just an impending threat. The concern for the Chinese attitude does not concern only the United States, but above all neighboring countries, in the forefront the aforementioned Japan, which has launched a military spending program, which concerns two per cent of its gross domestic product, a share never allocated by Tokyo and which denounces the Japanese desire to play a leading role in containing Chinese bullying. Beijing could accuse the pressure that is being created around the island which it considers a continuation of its territory and therefore of its sovereignty, pressure, which, moreover, China itself has helped to create with intimidating actions, such as the overflight of hundreds of military aircraft on the sky of Taiwan. It is understandable that diplomatic initiatives, such as that of Brussels, could also contribute to changing the current precarious balance for the worse, but the possible consequences of potential armed threats out of control or human errors capable of unleashing remain more evident. rash reactions; the current high concentration of armaments is destined to rise, as well as the actors on the stage and the danger deriving from an uncontrolled rearmament, all represent factors of a situation where the military option can take on a very probable consistency. For now, however, the predominance of American military means may allow us to hypothesize that China can only exert disturbing actions, where the incident is always verifiable, but which are much less dangerous than a hypothetical direct attack, like the president himself. Chinese has repeatedly threatened. The time remaining, therefore, for the actual increase of the Chinese nuclear arsenal, should be used to give way to diplomatic action or to exert commercial pressure, to which Beijing is very sensitive, to penalize the Chinese economy: but we must to be able to do so and, above all, to make the appropriate renunciations; but for the maintenance of a democracy in the area this appears essential.

Objetivos a corto y medio plazo de aumentar los armamentos chinos

 El reciente informe del Pentágono sobre el aumento del arsenal militar nuclear chino, expone datos muy preocupantes, que se refieren a una previsión de unas mil ojivas nuevas dentro de diez años. Este dato significa que la capacidad tecnológica de Pekín ha crecido hasta el punto de permitir la consecución de una producción cada vez mayor de armas nucleares, integradas también por otras tecnologías de vanguardia con fines bélicos. China cree que aumentar su arsenal atómico es un elemento fundamental en el contexto de sus ambiciones geopolíticas y que la diferencia actual con Estados Unidos debe ser superada de manera absoluta, también en el contexto del período previo al papel de la primera potencia mundial. Actualmente, la estimación estadounidense habla de 200 ojivas nucleares disponibles para Beijing, con la perspectiva de llegar a 700 ojivas en 2027, para llegar a 1000 en 2030. Además, los avances chinos en tecnología de misiles hipersónicos deben ser considerados, llevando a China a un estado muy avanzado en la capacidad de desarrollar tecnología militar de vanguardia. Estas consideraciones ponen de relieve la necesidad de Estados Unidos de adaptar sus armamentos para mantener la supremacía militar, también en relación con la creciente importancia de la política estadounidense en el sudeste asiático: pero esto pone en primer plano el problema de la carrera armamentista, que aún genera inseguridad. escenario internacional. Una de las mayores preocupaciones de Estados Unidos es la capacidad tecnológica de China para construir misiles balísticos intercontinentales que tienen el potencial de alcanzar objetivos a miles de kilómetros de distancia. La estrategia china, además del objetivo a medio plazo de establecer la primacía estadounidense, en el corto plazo para Pekín el crecimiento de armamentos sirve para reafirmar su actitud sobre el deseo de disuadir a Estados Unidos y sus aliados occidentales de no emprender ninguna acción militar. .Para poner en marcha la protección de Taiwán. La cuestión de Formosa, de hecho, sigue siendo central en el actual momento político internacional y la decisión de enviar la primera delegación oficial de la Unión Europea ha provocado un fuerte resentimiento chino. Japón, por su parte, denunció la circunnavegación de su isla principal por buques navales chinos y rusos, formalmente comprometidos en maniobras militares conjuntas, percibida en realidad por Tokio como una amenaza explícita de no intervenir en la cuestión de Taiwán. Estos comportamientos chinos se perciben como una amenaza para la estabilidad global, especialmente debido a la posición estratégica que ha asumido Pekín sobre el estado, el llamado contraataque de alerta temprana, que prevé un contraataque inmediato con misiles no solo en caso de un ataque real, sino también de un ataque, potencial o simplemente una amenaza inminente. La preocupación por la actitud china no concierne solo a Estados Unidos, sino sobre todo a los países vecinos, en primera fila el citado Japón, que ha puesto en marcha un programa de gasto militar, que concierne al dos por ciento de su producto interior bruto, una cuota. nunca asignado por Tokio y que denuncia el deseo japonés de desempeñar un papel de liderazgo en la contención del acoso chino. Pekín podría acusar la presión que se está creando alrededor de la isla a la que considera una continuación de su territorio y por ende de su soberanía, presión que, además, la propia China ha contribuido a generar con acciones intimidatorias, como el sobrevuelo de cientos de militares. aviones en el cielo de Taiwán. Es comprensible que iniciativas diplomáticas, como la de Bruselas, también puedan contribuir a empeorar el precario equilibrio actual, pero siguen siendo más evidentes las posibles consecuencias de posibles amenazas armadas fuera de control o errores humanos capaces de desencadenar. la actual alta concentración de armamentos está destinada a aumentar, así como los actores en escena y el peligro derivado de un rearme incontrolado, todos representan factores de una situación donde la opción militar puede adquirir una consistencia muy probable. Por ahora, sin embargo, el predominio de los medios militares estadounidenses puede permitirnos plantear la hipótesis de que China solo puede ejercer acciones perturbadoras, donde el incidente es siempre verificable, pero que son mucho menos peligrosas que un hipotético ataque directo, como el propio presidente. amenazado repetidamente. El tiempo que queda, por tanto, para el aumento real del arsenal nuclear chino, debería utilizarse para dar paso a la acción diplomática o para ejercer presión comercial, a la que Pekín es muy sensible, para penalizar la economía china: pero debemos poder hacerlo y, sobre todo, realizar las correspondientes renuncias; pero para el mantenimiento de una democracia en la zona esto parece esencial.

Kurz- und mittelfristige Ziele der Aufrüstung Chinas

 Der jüngste Bericht des Pentagon über die Aufstockung des chinesischen nuklearen Militärarsenals enthüllt sehr besorgniserregende Daten, die eine Prognose von etwa tausend neuen Sprengköpfen innerhalb von zehn Jahren betreffen. Diese Daten bedeuten, dass die technologische Kapazität Pekings so weit gewachsen ist, dass eine ständig steigende Produktion von Nuklearwaffen erreicht wird, die auch durch andere Spitzentechnologien für Kriegszwecke integriert werden. China ist der Ansicht, dass die Aufstockung seines Atomarsenals ein grundlegendes Element im Kontext seiner geopolitischen Ambitionen ist und dass die derzeitige Differenz zu den USA auch im Vorfeld der Rolle der Ersten Weltmacht unbedingt überbrückt werden muss. Derzeit spricht die amerikanische Schätzung von 200 Atomsprengköpfen, die für Peking verfügbar sind, mit Aussicht auf 700 Sprengköpfe im Jahr 2027 und 1000 im Jahr 2030. Darüber hinaus müssen die chinesischen Fortschritte in der Hyperschall-Raketentechnologie berücksichtigt werden, die China zu einem sehr fortgeschrittenen Staat führen die Fähigkeit, modernste Militärtechnologie zu entwickeln. Diese Überlegungen verdeutlichen, dass die USA ihre Rüstung anpassen müssen, um die militärische Vormachtstellung zu erhalten, auch im Hinblick auf die gestiegene Bedeutung der US-Politik in Südostasien: Damit rückt jedoch das Problem des Wettrüstens in den Vordergrund, das immer noch Unsicherheit erzeugt internationale Bühne. Eine der größten Sorgen Amerikas ist Chinas technologische Fähigkeit, Interkontinentalraketen zu bauen, die das Potenzial haben, Ziele Tausende von Kilometern entfernt zu erreichen. Die chinesische Strategie dient neben dem mittelfristigen Ziel, den amerikanischen Vorrang zu etablieren, für Peking kurzfristig dazu, seine Haltung gegenüber dem Willen zu bekräftigen, die Vereinigten Staaten und ihre westlichen Verbündeten davon abzuhalten, keine militärischen Maßnahmen zu ergreifen ., um Taiwans Schutz zu gewährleisten. Die Frage von Formosa bleibt in der gegenwärtigen internationalen politischen Situation tatsächlich von zentraler Bedeutung, und die Entscheidung, die erste offizielle Delegation der Europäischen Union zu entsenden, hat starke Ressentiments in China hervorgerufen. Japan seinerseits verurteilte die Umrundung seiner Hauptinsel durch chinesische und russische Marineschiffe, die offiziell an gemeinsamen Militärmanövern beteiligt waren, die von Tokio tatsächlich als ausdrückliche Drohung empfunden wurden, nicht in die Taiwan-Frage einzugreifen. Dieses chinesische Verhalten wird als Bedrohung der globalen Stabilität wahrgenommen, insbesondere aufgrund der strategischen Position, die Peking gegenüber dem Staat eingenommen hat, sogenannter Frühwarn-Gegenangriff, der nicht nur im Falle eines tatsächlichen Angriffs einen sofortigen Raketen-Gegenangriff vorsieht, aber auch von einem Angriff, Potenzial oder nur einer drohenden Bedrohung. Die Sorge um die chinesische Haltung betrifft nicht nur die USA, sondern vor allem die Nachbarländer, in erster Reihe das bereits erwähnte Japan, das ein Militärausgabenprogramm aufgelegt hat, das zwei Prozent seines Bruttoinlandsprodukts betrifft, eine Quote nie von Tokio zugewiesen wurde und den japanischen Wunsch anprangert, eine führende Rolle bei der Eindämmung des chinesischen Mobbings zu spielen. Peking könnte den Druck, der rund um die Insel entsteht, vorwerfen, den es als Fortsetzung seines Territoriums und damit seiner Souveränität betrachtet, Druck, den China selbst mit einschüchternden Aktionen wie dem Überflug von Hunderten von Militärs mit aufgebaut hat Flugzeuge am Himmel von Taiwan. Es ist verständlich, dass auch diplomatische Initiativen wie die von Brüssel dazu beitragen könnten, das gegenwärtige prekäre Gleichgewicht zu verschlechtern, aber die möglichen Folgen möglicher außer Kontrolle geratener bewaffneter Bedrohungen oder menschlicher Fehler, die entfesseln können, bleiben offensichtlicher. die derzeit noch ansteigende hohe Rüstungsdichte, die Akteure auf der Bühne und die Gefahr einer unkontrollierten Aufrüstung sind Faktoren dafür, dass die militärische Option mit hoher Wahrscheinlichkeit Bestand hat. Vorerst kann uns die Vorherrschaft der amerikanischen Militärmittel jedoch die Hypothese erlauben, dass China nur beunruhigende Aktionen durchführen kann, bei denen der Vorfall immer nachprüfbar ist, die jedoch viel weniger gefährlich sind als ein hypothetischer direkter Angriff, wie der Präsident selbst immer wieder bedroht. Die verbleibende Zeit für die tatsächliche Aufstockung des chinesischen Nukleararsenals sollte daher genutzt werden, um diplomatischen Maßnahmen nachzugeben oder kommerziellen Druck auszuüben, auf den Peking sehr empfindlich reagiert, um die chinesische Wirtschaft zu bestrafen: Aber wir müssen in der Lage sein, dies zu tun und vor allem die entsprechenden Verzichtserklärungen vorzunehmen; aber für die Aufrechterhaltung einer Demokratie in der Region erscheint dies wesentlich.

Objectifs à court et moyen terme d'augmentation des armements chinois

 Le récent rapport du Pentagone sur l'augmentation de l'arsenal nucléaire militaire chinois, expose des données très préoccupantes, qui concernent une prévision d'environ un millier de nouvelles ogives d'ici dix ans. Ces données signifient que la capacité technologique de Pékin s'est développée au point de permettre la réalisation d'une production toujours croissante d'armes nucléaires, également intégrées par d'autres technologies de pointe à des fins de guerre. La Chine estime que l'augmentation de son arsenal atomique est un élément fondamental dans le cadre de ses ambitions géopolitiques et que la différence actuelle avec les États-Unis doit absolument être comblée, également dans le cadre de l'approche du rôle de première puissance mondiale. Actuellement, l'estimation américaine parle de 200 ogives nucléaires disponibles pour Pékin, avec la perspective d'atteindre 700 ogives en 2027, pour atteindre 1000 en 2030. De plus, les avancées chinoises dans la technologie des missiles hypersoniques doivent être considérées, conduisant la Chine à un état très avancé dans la capacité de développer une technologie militaire de pointe. Ces considérations mettent en évidence la nécessité pour les États-Unis d'adapter leurs armements pour maintenir la suprématie militaire, également en relation avec l'importance accrue de la politique américaine en Asie du Sud-Est : mais cela met en évidence le problème de la course aux armements, qui génère toujours une insécurité majeure sur le scène internationale. L'une des plus grandes préoccupations des États-Unis est la capacité technologique de la Chine à construire des ICBM qui ont le potentiel d'atteindre des cibles à des milliers de kilomètres. La stratégie chinoise, outre l'objectif à moyen terme d'asseoir la primauté américaine, à court terme pour Pékin la croissance des armements sert à réaffirmer son attitude sur la volonté de décourager les Etats-Unis et leurs alliés occidentaux de ne pas entreprendre d'action militaire. .pour mettre en place la protection de Taïwan. La question de Formose, en effet, reste centrale dans le moment politique international actuel et la décision d'envoyer la première délégation officielle de l'Union européenne a provoqué un fort ressentiment chinois. Le Japon, pour sa part, a dénoncé le tour de son île principale par des navires de guerre chinois et russes, formellement engagés dans des manœuvres militaires conjointes, en réalité perçu par Tokyo comme une menace explicite de ne pas intervenir dans la question de Taiwan. Ces comportements chinois sont perçus comme une menace pour la stabilité mondiale, notamment en raison de la position stratégique que Pékin a prise sur l'État, dite contre-attaque d'alerte précoce, qui prévoit une contre-attaque de missiles immédiate non seulement en cas d'attaque réelle, mais aussi d'une attaque, potentielle ou juste d'une menace imminente. L'inquiétude face à l'attitude chinoise ne concerne pas seulement les Etats-Unis, mais surtout les pays voisins, au premier rang le Japon précité, qui a lancé un programme de dépenses militaires, qui concerne 2% de son produit intérieur brut, un quota jamais attribué par Tokyo et qui dénonce la volonté japonaise de jouer un rôle de premier plan dans la lutte contre les brimades chinoises. Pékin pourrait accuser la pression qui se crée autour de l'île qu'il considère comme une continuité de son territoire et donc de sa souveraineté, pression que d'ailleurs la Chine elle-même a contribué à créer par des actions d'intimidation, comme le survol de centaines de militaires avion dans le ciel de Taïwan. On comprend que des initiatives diplomatiques, comme celle de Bruxelles, puissent aussi contribuer à détériorer l'équilibre précaire actuel, mais les conséquences possibles d'éventuelles menaces armées incontrôlables ou d'erreurs humaines capables de déclencher restent plus évidentes des réactions téméraires ; la forte concentration d'armements actuelle est appelée à s'accroître, ainsi que les acteurs en scène et le danger d'un réarmement incontrôlé, autant de facteurs d'une situation où l'option militaire peut prendre une consistance très probable. Pour l'instant, cependant, la prédominance des moyens militaires américains peut permettre d'émettre l'hypothèse que la Chine ne peut exercer que des actions inquiétantes, où l'incident est toujours vérifiable, mais qui sont bien moins dangereuses qu'une hypothétique attaque directe, comme le président lui-même. menacé à plusieurs reprises. Le temps qui reste donc à l'augmentation effective de l'arsenal nucléaire chinois, doit être utilisé pour céder la place à l'action diplomatique ou pour exercer des pressions commerciales, auxquelles Pékin est très sensible, pour pénaliser l'économie chinoise : mais il faut pour pouvoir de le faire et, surtout, de faire les renonciations appropriées ; mais pour le maintien d'une démocratie dans la région, cela semble essentiel.

Objetivos de curto e médio prazo para aumentar os armamentos chineses

 O recente relatório do Pentágono sobre o aumento do arsenal militar nuclear chinês, expõe dados muito preocupantes, que dizem respeito a uma previsão de cerca de mil novas ogivas dentro de dez anos. Esses dados significam que a capacidade tecnológica de Pequim cresceu a ponto de permitir a realização de uma produção cada vez maior de armas nucleares, também integradas por outras tecnologias de ponta para fins bélicos. A China acredita que aumentar seu arsenal atômico é um elemento fundamental no contexto de suas ambições geopolíticas e que a diferença atual com os Estados Unidos deve ser absolutamente superada, também no contexto da corrida ao papel de primeira potência mundial. Atualmente, a estimativa americana fala de 200 ogivas nucleares disponíveis para Pequim, com a perspectiva de chegar a 700 ogivas em 2027, para chegar a 1000 em 2030. Além disso, os avanços chineses na tecnologia de mísseis hipersônicos devem ser considerados, levando a China a um estado muito avançado em a capacidade de desenvolver tecnologia militar de ponta. Essas considerações evidenciam a necessidade dos Estados Unidos de adequar seus armamentos para manter a supremacia militar, inclusive em relação ao aumento da importância da política estadunidense no Sudeste Asiático: mas isso traz à tona o problema da corrida armamentista, que ainda gera insegurança. palco internacional. Uma das maiores preocupações da América é a capacidade tecnológica da China de construir ICBMs com potencial para atingir alvos a milhares de quilômetros de distância. A estratégia chinesa, além do objetivo de médio prazo de estabelecer a primazia americana, no curto prazo para Pequim o crescimento de armamentos serve para reafirmar sua atitude no desejo de desencorajar os Estados Unidos e seus aliados ocidentais de não realizarem nenhuma ação militar .para colocar a proteção de Taiwan em vigor. A questão de Formosa, de facto, continua central no actual momento político internacional e a decisão de enviar a primeira delegação oficial da União Europeia tem provocado forte ressentimento chinês. O Japão, por sua vez, denunciou a circunavegação de sua ilha principal por navios da marinha chinesa e russa, formalmente engajados em manobras militares conjuntas, na verdade percebida por Tóquio como uma ameaça explícita de não intervir na questão de Taiwan. Esses comportamentos chineses são percebidos como uma ameaça à estabilidade global, principalmente devido à posição estratégica que Pequim assumiu sobre o estado, o chamado contra-ataque de alerta precoce, que prevê um contra-ataque imediato de mísseis não apenas em caso de um ataque real, mas também de um ataque, potencial ou apenas uma ameaça iminente. A preocupação com a atitude chinesa não diz respeito apenas aos Estados Unidos, mas sobretudo aos países vizinhos, na primeira fila o citado Japão, que lançou um programa de gastos militares, que diz respeito a dois por cento do seu produto interno bruto, uma cota nunca alocado por Tóquio e que denuncia o desejo dos japoneses de desempenhar um papel de liderança na contenção do bullying chinês. Pequim poderia acusar a pressão que se está a criar em torno da ilha que considera uma continuação do seu território e, portanto, da sua soberania, pressão que, aliás, a própria China tem ajudado a criar com acções intimidadoras, como o sobrevoo de centenas de militares. aeronaves no céu de Taiwan. É compreensível que iniciativas diplomáticas, como a de Bruxelas, também possam contribuir para mudar para pior o atual precário equilíbrio, mas permanecem mais evidentes as possíveis consequências de potenciais ameaças armadas fora de controle ou de erros humanos capazes de desencadear. a atual alta concentração de armamentos está destinada a aumentar, assim como os atores em cena e o perigo decorrente de um rearmamento descontrolado, todos representam fatores de uma situação em que a opção militar pode assumir uma consistência muito provável. Por enquanto, porém, a predominância de meios militares americanos pode nos permitir hipotetizar que a China só pode exercer ações perturbadoras, onde o incidente é sempre verificável, mas que são muito menos perigosas do que um hipotético ataque direto, como o próprio presidente. ameaçado repetidamente. O tempo que resta, portanto, para o aumento efetivo do arsenal nuclear chinês, deve ser aproveitado para dar lugar à ação diplomática ou para exercer pressão comercial, a que Pequim é muito sensível, para penalizar a economia chinesa: mas devemos poder fazê-lo e, acima de tudo, fazer as renúncias cabíveis; mas para a manutenção de uma democracia na área isso parece essencial.

Краткосрочные и среднесрочные цели увеличения китайских вооружений

 Недавний доклад Пентагона об увеличении китайского военного ядерного арсенала содержит очень тревожные данные, которые касаются прогноза примерно тысячи новых боеголовок в течение десяти лет. Эти данные означают, что технологический потенциал Пекина вырос до такой степени, что позволяет добиться постоянно растущего производства ядерного оружия, также интегрированного с другими передовыми технологиями для военных целей. Китай считает, что увеличение своего атомного арсенала является основополагающим элементом в контексте его геополитических амбиций и что нынешние разногласия с Соединенными Штатами необходимо полностью устранить, в том числе в контексте подготовки к роли первой мировой державы. В настоящее время американские оценки говорят о 200 ядерных боеголовках, доступных для Пекина, с перспективой увеличения количества боеголовок до 700 в 2027 году и до 1000 в 2030 году. способность разрабатывать передовые военные технологии. Эти соображения подчеркивают необходимость адаптации своих вооружений для сохранения военного превосходства США, в том числе в связи с возросшим значением политики США в Юго-Восточной Азии: но это выдвигает на первый план проблему гонки вооружений, которая по-прежнему порождает небезопасность. международный этап. Одной из самых больших проблем Америки является технологическая способность Китая создавать межконтинентальные баллистические ракеты, способные достигать целей за тысячи миль. Китайская стратегия, в дополнение к среднесрочной цели установления американского превосходства, в краткосрочной перспективе для Пекина рост вооружений служит подтверждением его позиции в отношении стремления удержать Соединенные Штаты и их западных союзников от отказа от каких-либо военных действий. ... поставить защиту Тайваня. Фактически, вопрос о Формозе остается центральным в нынешний международный политический момент, и решение отправить первую официальную делегацию Европейского Союза вызвало сильное негодование Китая. Япония, со своей стороны, осудила кругосветное плавание своего главного острова китайскими и российскими военно-морскими кораблями, формально участвовавшими в совместных военных маневрах, что фактически воспринималось Токио как явная угроза не вмешиваться в тайваньский вопрос. Такое поведение Китая воспринимается как угроза глобальной стабильности, особенно из-за стратегической позиции, которую Пекин занял в отношении государства, так называемой контратаки раннего предупреждения, которая предусматривает немедленную ракетную контратаку не только в случае фактического нападения. но также и об атаке, потенциальной или просто надвигающейся угрозе. Обеспокоенность по поводу позиции Китая беспокоит не только Соединенные Штаты, но, прежде всего, соседние страны, в первом ряду вышеупомянутую Японию, которая запустила программу военных расходов, которая касается двух процентов ее валового внутреннего продукта, квоты. никогда не выделялся Токио и осуждает желание Японии играть ведущую роль в сдерживании издевательств со стороны Китая. Пекин мог бы обвинить в давлении, которое создается вокруг острова, который он считает продолжением своей территории и, следовательно, в своем суверенитете, давление, которое, кроме того, сам Китай помог создать с помощью устрашающих действий, таких как пролет сотен военных. самолет в небе Тайваня. Понятно, что дипломатические инициативы, такие как инициатива Брюсселя, также могут способствовать изменению нынешнего шаткого баланса в худшую сторону, но возможные последствия потенциальных вооруженных угроз, вышедших из-под контроля, или человеческих ошибок, способных развязать, остаются более очевидными. нынешняя высокая концентрация вооружений обречена на рост, а также действующие лица на сцене и опасность, проистекающая из неконтролируемого перевооружения, - все это факторы ситуации, когда военный вариант может иметь весьма вероятную последовательность. На данный момент, однако, преобладание американских военных средств может позволить нам выдвинуть гипотезу о том, что Китай может осуществлять только тревожные действия, где инцидент всегда поддается проверке, но которые гораздо менее опасны, чем гипотетическое прямое нападение, как это сделал сам президент. неоднократно угрожали. Следовательно, время, оставшееся для фактического увеличения китайского ядерного арсенала, следует использовать для того, чтобы уступить место дипломатическим действиям или оказать коммерческое давление, к чему Пекин очень чувствителен, чтобы наказать китайскую экономику: но мы должны иметь возможность сделать это и, прежде всего, сделать соответствующий отказ; но для поддержания демократии в этом районе это представляется необходимым.