La strategia russa di presidiare le zone che ritiene funzionali ai propri interessi non riguarda solamente i territori posti sul proprio confine, dove intende applicare la sua influenza in maniera esclusiva, ma anche altre zone del mondo, che hanno assunto particolare rilevanza internazionale; è il caso dell’Africa, sempre al centro dell’attenzione, non solo per la ricchezza delle sue risorse, ma, anche per la crescente importanza geostrategica nel teatro globale. Questa volta la questione riguarda la presenza di mercenari russi, che hanno il sicuro benestare del Cremlino e, probabilmente, agiscono per suo conto, nei paesi africani di Mali, Libia, Sudan, Repubblica Centrafricana, Mozambico e Burkina Faso. Questa presenza, sempre più ingombrante, desta molta preoccupazione in Europa e specialmente in Francia, da sempre impegnata direttamente in queste zone. Il territorio dove sono presenti i mercenari russi è quello del Sahel, dove si concentrano milizie ed aderenti allo Stato islamico, che costituiscono una minaccia quasi diretta per il continente europeo ed il Mediterraneo. Controllare questa zona significa regolare anche i traffici migratori ed usare il terrorismo e lo stesso flusso dei migranti come mezzi di pressione sull’Unione Europea. Si comprende, così, come la presenza russa sia funzionale ad esercitare una pressione sugli alleati degli USA, sia in generale, che in questo momento particolare, dove la questione ucraina è al centro della scena. L’evoluzione dei rapporti tra la giunta golpista del Mali e la Francia ha assunto connotati particolarmente negativi, culminati con l’espulsione del massimo rappresentanti di Parigi, l’ambasciatore francese. La presenza francese nel Mali è consistente: sono circa cinquemila i soldati direttamente impegnati a combattere la presenza delle milizie dello stato islamico e questa presenza è considerata strategica sia dalla Francia, che dalla stessa Unione Europea. La Francia ha più volte avvertito il Mali della necessità di una maggiore attenzione verso la presenza degli aderenti allo Stato islamico, tuttavia il governo militare, che si è insediato dopo il golpe, ha dimostrato di non gradire affatto la politica francese, percependola come una ingerenza nei propri affari interni, circostanza che ha fatto sospettare, se no una commistione con le milizie radicali, almeno la volontà di usarle come mezzo per contrastare l’azione francese, perché in contrasto con la presenza del governo golpista. Inoltre l’utilizzo di milizie russe, controllate da persone vicine al presidente Putin, da parte del nuovo governo maliano, rappresenta un chiaro segnale di dove vuole dirigersi la politica estera del nuovo esecutivo del paese africano. Anche nel Burkina Faso, dove un golpe ha permesso il cambio di governo da poco tempo, pare che si registri la presenza dei mercenari russi appartenenti alla stessa compagnia presente in Mali. Questa strategia russa completa l’azione degli stessi mercenari presenti in da più tempo in Libia, Sudan e Centrafrica, che svolgono missioni per garantire gli interessi di Mosca nella regione attraverso la fornitura di armi, addestramento e presidio militare ai governi ed anche al sostegno di fazioni politiche extra governative, ma che possono essere funzionali agli scopi della federazione russa. Questa situazione pone interrogativi sostanziali sulla efficacia della sola azione diplomatica scelta dall’Europa e che, ormai, appare insufficiente per proteggere i propri interessi nella regione africana di fronte all’insorgenza di soggetti internazionali, come Russia e Cina, sempre più presenti e pronti, non solo a rimpiazzare l’Unione , ma anche a d esercitare pressioni dirette per condizionarne l’atteggiamento internazionale. La necessità di una forza militare europea e di una zione politica estera comune si fa sempre più impellente e necessaria: non è più il tempo di indugiare, pena un ridimensionamento politico, ma anche economico dell’Unione sullo scacchiere internazionale.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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venerdì 4 febbraio 2022
La strategia russa di espansione è anche in Africa
The Russian expansion strategy is also in Africa
The Russian strategy of garrisoning the areas it considers functional to its own interests does not only concern the territories located on its border, where it intends to apply its influence exclusively, but also other areas of the world, which have assumed particular international importance; this is the case of Africa, always at the center of attention, not only for the wealth of its resources, but also for the growing geostrategic importance in the global theater. This time the issue concerns the presence of Russian mercenaries, who have the secure approval of the Kremlin and, probably, act on its behalf, in the African countries of Mali, Libya, Sudan, Central African Republic, Mozambique and Burkina Faso. This increasingly cumbersome presence arouses much concern in Europe and especially in France, which has always been directly involved in these areas. The territory where the Russian mercenaries are present is that of the Sahel, where militias and adherents of the Islamic State are concentrated, which constitute an almost direct threat to the European continent and the Mediterranean. Controlling this area also means regulating migratory trafficking and using terrorism and the flow of migrants itself as a means of pressure on the European Union. Thus, we understand how the Russian presence is functional to exert pressure on US allies, both in general and in this particular moment, where the Ukrainian question is at the center of the scene. The evolution of relations between the coup junta of Mali and France has taken on particularly negative connotations, culminating in the expulsion of the highest representatives of Paris, the French ambassador. The French presence in Mali is substantial: there are about five thousand soldiers directly involved in fighting the presence of the militias of the Islamic state and this presence is considered strategic by both France and the European Union itself. France has repeatedly warned Mali of the need for greater attention to the presence of Islamic State adherents, however the military government, which took office after the coup, has shown that it does not like French policy at all, perceiving it as an interference in his own internal affairs, a circumstance that has led to suspect, if not a mixture with the radical militias, at least the will to use them as a means to oppose the French action, because in contrast with the presence of the coup government. Furthermore, the use of Russian militias, controlled by people close to President Putin, by the new Malian government, is a clear signal of where the foreign policy of the new African government wants to go. Even in Burkina Faso, where a coup has allowed the change of government recently, it seems that there is the presence of Russian mercenaries belonging to the same company present in Mali. This Russian strategy completes the action of the same mercenaries present for the longest time in Libya, Sudan and Central Africa, who carry out missions to guarantee the interests of Moscow in the region through the supply of weapons, training and military garrison to governments and also in support of non-governmental political factions, but which may be functional to the purposes of the Russian federation. This situation raises substantial questions about the effectiveness of the only diplomatic action chosen by Europe and which, by now, appears insufficient to protect its interests in the African region in the face of the emergence of international subjects, such as Russia and China, increasingly present and ready. not only to replace the Union, but also to exert direct pressure to condition its international attitude. The need for a European military force and a common foreign political action is becoming more and more urgent and necessary: it is no longer the time to delay, on pain of political but also economic downsizing of the Union on the international stage.
La estrategia de expansión rusa también está en África
La estrategia rusa de guarnecer las zonas que considera funcionales a sus propios intereses no atañe sólo a los territorios situados en su frontera, donde pretende ejercer su influencia exclusivamente, sino también a otras zonas del mundo, que han asumido una especial importancia internacional; este es el caso de África, siempre en el centro de atención, no sólo por la riqueza de sus recursos, sino también por la creciente importancia geoestratégica en el teatro global. Esta vez se trata de la presencia de mercenarios rusos, que cuentan con la aprobación segura del Kremlin y, probablemente, actúan en su nombre, en los países africanos de Malí, Libia, Sudán, República Centroafricana, Mozambique y Burkina Faso. Esta presencia cada vez más engorrosa despierta mucha preocupación en Europa y especialmente en Francia, que siempre ha estado directamente implicada en estos ámbitos. El territorio donde están presentes los mercenarios rusos es el del Sahel, donde se concentran milicias y adherentes del Estado Islámico, que constituyen una amenaza casi directa para el continente europeo y el Mediterráneo. Controlar esta zona significa también regular el tráfico migratorio y utilizar el terrorismo y el propio flujo de migrantes como medio de presión sobre la Unión Europea. Así, entendemos cómo la presencia rusa es funcional para ejercer presión sobre los aliados de EE. UU., tanto en general como en este momento particular, donde la cuestión ucraniana está en el centro de la escena. La evolución de las relaciones entre la junta golpista de Malí y Francia ha adquirido connotaciones especialmente negativas, culminando con la expulsión del máximo representante de París, el embajador francés. La presencia francesa en Malí es sustancial: hay unos cinco mil soldados directamente implicados en combatir la presencia de las milicias del Estado islámico y esta presencia es considerada estratégica tanto por Francia como por la propia Unión Europea. Francia ha advertido en repetidas ocasiones a Malí de la necesidad de una mayor atención a la presencia de adherentes al Estado Islámico, sin embargo el gobierno militar, que asumió el cargo tras el golpe, ha demostrado que no le gusta nada la política francesa, percibiéndola como una injerencia en su propios asuntos internos, circunstancia que ha llevado a sospechar, si no una mezcla con las milicias radicales, al menos la voluntad de utilizarlas como medio para oponerse a la acción francesa, porque contrasta con la presencia del gobierno golpista. Además, el uso de milicias rusas, controladas por personas cercanas al presidente Putin, por parte del nuevo gobierno de Malí, es una clara señal de hacia dónde quiere ir la política exterior del nuevo gobierno africano. Incluso en Burkina Faso, donde un golpe de estado ha permitido el cambio de gobierno recientemente, parece que hay presencia de mercenarios rusos pertenecientes a la misma compañía presente en Malí. Esta estrategia rusa completa la acción de los mismos mercenarios presentes desde hace más tiempo en Libia, Sudán y África Central, que realizan misiones para garantizar los intereses de Moscú en la región mediante el suministro de armas, entrenamiento y guarnición militar a gobiernos y también en apoyo de facciones políticas no gubernamentales, pero que pueden ser funcionales a los fines de la federación rusa. Esta situación plantea interrogantes sustanciales sobre la eficacia de la única acción diplomática elegida por Europa y que, por ahora, se muestra insuficiente para proteger sus intereses en la región africana ante el surgimiento de sujetos internacionales, como Rusia y China, cada vez más presentes. y dispuesto, no sólo a sustituir a la Unión, sino también a ejercer presión directa para condicionar su actitud internacional. La necesidad de una fuerza militar europea y de una acción política exterior común es cada vez más urgente y necesaria: ya no es el momento de demorar, so pena de una reducción política pero también económica de la Unión en el escenario internacional.
Die russische Expansionsstrategie liegt auch in Afrika
Die russische Strategie, die Gebiete zu besetzen, die es für seine eigenen Interessen als zweckmäßig erachtet, betrifft nicht nur die an seiner Grenze gelegenen Gebiete, in denen es ausschließlich seinen Einfluss geltend machen will, sondern auch andere Gebiete der Welt, die eine besondere internationale Bedeutung erlangt haben; Dies gilt für Afrika, das immer im Mittelpunkt der Aufmerksamkeit steht, nicht nur wegen des Reichtums seiner Ressourcen, sondern auch wegen der wachsenden geostrategischen Bedeutung auf dem globalen Schauplatz. Diesmal geht es um die Anwesenheit russischer Söldner, die die sichere Zustimmung des Kremls haben und wahrscheinlich in dessen Auftrag handeln, in den afrikanischen Ländern Mali, Libyen, Sudan, Zentralafrikanische Republik, Mosambik und Burkina Faso. Diese zunehmend schwerfällige Präsenz erregt große Besorgnis in Europa und insbesondere in Frankreich, das immer direkt in diese Bereiche involviert war. Das Gebiet, in dem die russischen Söldner präsent sind, ist das der Sahelzone, wo sich Milizen und Anhänger des Islamischen Staates konzentrieren, die eine fast direkte Bedrohung für den europäischen Kontinent und das Mittelmeer darstellen. Dieses Gebiet zu kontrollieren bedeutet auch, den Menschenhandel mit Migranten zu regulieren und den Terrorismus und die Migrantenströme selbst als Druckmittel auf die Europäische Union einzusetzen. Daher verstehen wir, wie die russische Präsenz funktioniert, um Druck auf US-Verbündete auszuüben, sowohl im Allgemeinen als auch in diesem besonderen Moment, in dem die ukrainische Frage im Mittelpunkt der Szene steht. Die Entwicklung der Beziehungen zwischen der Putschjunta von Mali und Frankreich hat besonders negative Konnotationen angenommen und gipfelte in der Ausweisung des höchsten Repräsentanten von Paris, des französischen Botschafters. Die französische Präsenz in Mali ist beträchtlich: Etwa fünftausend Soldaten sind direkt an der Bekämpfung der Präsenz der Milizen des Islamischen Staates beteiligt, und diese Präsenz wird sowohl von Frankreich als auch von der Europäischen Union selbst als strategisch angesehen. Frankreich hat Mali wiederholt vor der Notwendigkeit gewarnt, der Präsenz von Anhängern des Islamischen Staates mehr Aufmerksamkeit zu schenken, aber die nach dem Putsch angetretene Militärregierung hat gezeigt, dass sie die französische Politik überhaupt nicht mag und sie als Einmischung in seine empfindet eigenen inneren Angelegenheiten, ein Umstand, der zu Verdacht geführt hat, wenn nicht eine Vermischung mit den radikalen Milizen, so doch zumindest der Wille, sie als Mittel gegen das französische Vorgehen einzusetzen, denn im Gegensatz zur Präsenz der Putschregierung. Darüber hinaus ist der Einsatz russischer Milizen, die von Putin-nahen Personen kontrolliert werden, durch die neue malische Regierung ein klares Signal dafür, wohin die Außenpolitik der neuen afrikanischen Regierung gehen will. Sogar in Burkina Faso, wo kürzlich ein Putsch den Regierungswechsel ermöglicht hat, scheint es russische Söldner zu geben, die derselben Firma angehören, die in Mali präsent ist. Diese russische Strategie vervollständigt die Aktion derselben Söldner, die am längsten in Libyen, im Sudan und in Zentralafrika präsent sind und Missionen durchführen, um die Interessen Moskaus in der Region durch die Lieferung von Waffen, Ausbildung und Militärgarnisonen an Regierungen und auch zu gewährleisten zur Unterstützung nichtstaatlicher politischer Gruppierungen, die aber für die Zwecke der Russischen Föderation nützlich sein können. Diese Situation wirft erhebliche Fragen über die Wirksamkeit der einzigen diplomatischen Aktion auf, die von Europa gewählt wurde und die angesichts des Aufkommens internationaler Subjekte wie Russland und China, die zunehmend präsent sind, inzwischen nicht mehr ausreicht, um seine Interessen in der afrikanischen Region zu schützen und bereit, nicht nur die Union zu ersetzen, sondern auch direkten Druck auszuüben, um ihre internationale Haltung zu konditionieren. Die Notwendigkeit einer europäischen Streitmacht und eines gemeinsamen außenpolitischen Handelns wird immer dringlicher und notwendiger: Es ist nicht länger an der Zeit, bei Androhung einer politischen, aber auch wirtschaftlichen Verkleinerung der Union auf internationaler Ebene zu zögern.
La stratégie d'expansion russe est aussi en Afrique
La stratégie russe de mise en garnison des zones qu'elle considère comme fonctionnelles à ses propres intérêts ne concerne pas seulement les territoires situés à sa frontière, où elle entend exercer exclusivement son influence, mais aussi d'autres régions du monde, qui ont acquis une importance internationale particulière ; c'est le cas de l'Afrique, toujours au centre de l'attention, non seulement pour la richesse de ses ressources, mais aussi pour l'importance géostratégique croissante sur le théâtre mondial. Cette fois, la question concerne la présence de mercenaires russes, qui ont l'approbation sécurisée du Kremlin et, probablement, agissent en son nom, dans les pays africains du Mali, de la Libye, du Soudan, de la République centrafricaine, du Mozambique et du Burkina Faso. Cette présence, de plus en plus lourde, suscite beaucoup d'inquiétudes en Europe et notamment en France, qui a toujours été directement impliquée dans ces domaines. Le territoire où sont présents les mercenaires russes est celui du Sahel, où se concentrent milices et adhérents de l'État islamique, qui constituent une menace quasi directe pour le continent européen et la Méditerranée. Contrôler cet espace, c'est aussi réglementer les trafics migratoires et utiliser le terrorisme et le flux de migrants lui-même comme moyen de pression sur l'Union européenne. Ainsi, nous comprenons comment la présence russe est fonctionnelle pour exercer une pression sur les alliés américains, à la fois en général et en ce moment particulier, où la question ukrainienne est au centre de la scène. L'évolution des relations entre la junte putschiste du Mali et la France a pris des connotations particulièrement négatives, aboutissant à l'expulsion du plus haut représentant de Paris, l'ambassadeur de France. La présence française au Mali est conséquente : il y a environ cinq mille soldats directement impliqués dans la lutte contre la présence des milices de l'État islamique et cette présence est considérée comme stratégique tant par la France que par l'Union européenne elle-même. La France a averti à plusieurs reprises le Mali de la nécessité d'une plus grande attention à la présence des partisans de l'État islamique, mais le gouvernement militaire, qui a pris ses fonctions après le coup d'État, a montré qu'il n'aimait pas du tout la politique française, la percevant comme une ingérence dans son propres affaires intérieures, une circonstance qui a fait suspecter, sinon un mélange avec les milices radicales, du moins la volonté de les utiliser comme un moyen de s'opposer à l'action française, car contrairement à la présence du gouvernement putschiste. De plus, l'utilisation des milices russes, contrôlées par des proches du président Poutine, par le nouveau gouvernement malien, est un signal clair de la direction que veut prendre la politique étrangère du nouveau gouvernement africain. Même au Burkina Faso, où un coup d'État a permis le changement de gouvernement récemment, il semble qu'il y ait la présence de mercenaires russes appartenant à la même société présente au Mali. Cette stratégie russe complète l'action des mêmes mercenaires présents depuis le plus longtemps en Libye, au Soudan et en Centrafrique, qui effectuent des missions pour garantir les intérêts de Moscou dans la région à travers la fourniture d'armes, la formation et la garnison militaire aux gouvernements et aussi à l'appui de factions politiques non gouvernementales, mais qui peuvent servir les objectifs de la Fédération de Russie. Cette situation soulève des questions substantielles sur l'efficacité de la seule action diplomatique choisie par l'Europe et qui, désormais, apparaît insuffisante pour protéger ses intérêts dans la région africaine face à l'émergence de sujets internationaux, comme la Russie et la Chine, de plus en plus présents et prêt non seulement à se substituer à l'Union, mais aussi à exercer une pression directe pour conditionner son attitude internationale. La nécessité d'une force militaire européenne et d'une action politique extérieure commune devient de plus en plus urgente et nécessaire : l'heure n'est plus à la lenteur, sous peine de réduction politique mais aussi économique de l'Union sur la scène internationale.
A estratégia de expansão russa também está na África
A estratégia russa de guarnição das áreas que considera funcionais aos seus próprios interesses não diz respeito apenas aos territórios situados na sua fronteira, onde pretende aplicar exclusivamente a sua influência, mas também a outras áreas do mundo, que assumiram particular importância internacional; é o caso de África, sempre no centro das atenções, não só pela riqueza dos seus recursos, mas também pela crescente importância geoestratégica no teatro global. Desta vez a questão diz respeito à presença de mercenários russos, que têm a aprovação segura do Kremlin e, provavelmente, actuam em seu nome, nos países africanos do Mali, Líbia, Sudão, República Centro-Africana, Moçambique e Burkina Faso. Esta presença, cada vez mais pesada, desperta muita preocupação na Europa e especialmente na França, que sempre esteve diretamente envolvida nestas áreas. O território onde os mercenários russos estão presentes é o do Sahel, onde se concentram milícias e adeptos do Estado Islâmico, que constituem uma ameaça quase direta ao continente europeu e ao Mediterrâneo. Controlar esta área significa também regular o tráfico migratório e utilizar o terrorismo e o próprio fluxo de migrantes como meio de pressão sobre a União Europeia. Assim, entendemos como a presença russa é funcional para exercer pressão sobre os aliados norte-americanos, tanto em geral quanto neste momento particular, onde a questão ucraniana está no centro da cena. A evolução das relações entre a junta golpista do Mali e a França assumiu conotações particularmente negativas, culminando com a expulsão dos mais altos representantes de Paris, o embaixador francês. A presença francesa no Mali é substancial: são cerca de cinco mil soldados diretamente envolvidos no combate à presença das milícias do Estado Islâmico e essa presença é considerada estratégica tanto pela França quanto pela própria União Européia. A França alertou repetidamente o Mali para a necessidade de maior atenção à presença de adeptos do Estado Islâmico, no entanto o governo militar, que assumiu o poder após o golpe, mostrou que não gosta nada da política francesa, percebendo-a como uma interferência em sua política. próprios assuntos internos, circunstância que levou a suspeitar, senão uma mistura com as milícias radicais, pelo menos a vontade de usá-las como meio de se opor à ação francesa, porque contrasta com a presença do governo golpista. Além disso, o uso de milícias russas, controladas por pessoas próximas ao presidente Putin, pelo novo governo do Mali, é um sinal claro de onde quer ir a política externa do novo governo africano. Mesmo em Burkina Faso, onde um golpe de Estado permitiu a mudança de governo recentemente, parece haver a presença de mercenários russos pertencentes à mesma empresa presentes no Mali. Essa estratégia russa completa a ação dos mesmos mercenários há mais tempo presentes na Líbia, Sudão e África Central, que realizam missões para garantir os interesses de Moscou na região por meio do fornecimento de armas, treinamento e guarnição militar aos governos e também em apoio a facções políticas não governamentais, mas que podem ser funcionais para os propósitos da federação russa. Essa situação levanta questões substanciais sobre a eficácia da única ação diplomática escolhida pela Europa e que, por ora, se mostra insuficiente para proteger seus interesses na região africana diante da emergência de sujeitos internacionais, como Rússia e China, cada vez mais presentes e pronto, não só para substituir a União, mas também para exercer pressão directa para condicionar a sua atitude internacional. A necessidade de uma força militar europeia e de uma ação política externa comum torna-se cada vez mais urgente e necessária: já não é tempo de adiar, sob pena de rebaixamento político, mas também económico da União na cena internacional.
Стратегия российской экспансии тоже в Африке
Российская стратегия размещения гарнизонов в районах, которые она считает функциональными для своих интересов, касается не только территорий, расположенных на ее границе, где она намерена применять исключительно свое влияние, но и других районов мира, которые приобрели особое международное значение; так обстоит дело с Африкой, которая всегда находится в центре внимания не только из-за богатства своих ресурсов, но и из-за растущего геостратегического значения на глобальном театре военных действий. На этот раз речь идет о присутствии российских наемников, пользующихся надежным одобрением Кремля и, возможно, действующих от его имени, в африканских странах Мали, Ливии, Судане, ЦАР, Мозамбике и Буркина-Фасо. Это присутствие, все более обременительное, вызывает большую озабоченность в Европе и особенно во Франции, которая всегда принимала непосредственное участие в этих областях. Территория присутствия российских наемников — это территория Сахеля, где сосредоточены ополченцы и сторонники «Исламского государства», представляющие почти прямую угрозу европейскому континенту и Средиземноморью. Контроль над этой сферой также означает регулирование торговли мигрантами и использование терроризма и самого потока мигрантов в качестве средства давления на Европейский Союз. Таким образом, мы понимаем, насколько функционально российское присутствие для оказания давления на союзников США как в целом, так и в данный конкретный момент, когда в центре внимания стоит украинский вопрос. Эволюция отношений между путчистской хунтой Мали и Францией приобрела особенно негативный оттенок, кульминацией которого стала высылка из Парижа высших представителей, посла Франции. Французское присутствие в Мали существенно: около пяти тысяч солдат непосредственно участвуют в борьбе с присутствием ополченцев Исламского государства, и это присутствие считается стратегическим как во Франции, так и в самом Европейском Союзе. Франция неоднократно предупреждала Мали о необходимости повышенного внимания к присутствию адептов «Исламского государства», однако военное правительство, пришедшее к власти после переворота, показало, что ему совершенно не нравится французская политика, воспринимая ее как вмешательство в его дела. собственные внутренние дела, обстоятельство, которое привело к подозрению, если не в смеси с радикальными ополченцами, по крайней мере, в желании использовать их в качестве средства противодействия действиям французов, потому что в отличие от присутствия правительства переворота. Кроме того, использование новым правительством Мали российских ополченцев, контролируемых людьми, близкими к президенту Путину, является четким сигналом того, куда хочет двигаться внешняя политика нового африканского правительства. Даже в Буркина-Фасо, где в результате недавнего переворота сменилось правительство, похоже, присутствуют российские наемники, принадлежащие к той же компании, что и в Мали. Эта российская стратегия завершает действия тех же самых наемников, которые дольше всего присутствуют в Ливии, Судане и Центральной Африке, которые выполняют миссии по обеспечению интересов Москвы в регионе посредством поставок оружия, обучения и военного гарнизона правительствам, а также в поддержку неправительственных политических фракций, но которые могут служить интересам Российской Федерации. Эта ситуация вызывает существенные вопросы об эффективности единственной дипломатической акции, выбранной Европой и которая на данный момент представляется недостаточной для защиты ее интересов в африканском регионе в условиях появления все более присутствующих международных субъектов, таких как Россия и Китай. и готовы не только заменить Союз, но и оказать прямое давление, чтобы обусловить его международную позицию. Потребность в европейской военной силе и общих внешнеполитических действиях становится все более и более настоятельной и необходимой: больше не время откладывать под страхом политического, но и экономического сокращения Союза на международной арене.