Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

martedì 25 luglio 2023

オルバン氏はもはや欧州連合に留まる必要はない

 ヴィクトル・オルバン氏はイデオロギー的な演説を行い、同氏を実際の欧州連合加盟国というよりも、プーチン大統領の潜在的な同盟者として位置付けるイデオロギー的な演説を行ったが、それは結局のところ、彼を勝利に導いた彼の選挙計画が欧州連合の反対に焦点を当てていたためであり、その中でハンガリーは強力な貢献を享受している。 マジャールの政治家の一貫性の欠如は、多数派ではなく全会一致に基づいて措置が承認されるという連邦の不条理な規制を悪用する同胞の大多数と一致しているようだ。 オルバンは欧州連合の解体と米国の崩壊を予言した。 2 番目が希望のように思えるなら、1 番目の解決策は簡単です。イギリスのように、ブリュッセルから出てください。 しかし、この事態はオルバン氏の計画の範囲内には入らない。オルバン氏はおそらく、欧州連合創設の価値観に全く反する不条理な行動で、内部から解散を促進するという政治的使命を自らに与えているのだろう。 オルバンにとって、西側諸国は裕福だが弱小国家の集合体であり、世界大国との競争に直面するつもりはない。 ある観点からこの声明に真実の一部分があるとすれば、ハンガリーの政治家のような登場人物が、世界の主要国に対してブリュッセルの質的レベルを高めることができる共通のビジョンに少なからず貢献していることも同様に真実であるように見えるが、実際、オルバンのビジョンは、ヨーロッパを一種の経済的、政治的、文化的ゲットーと定義しており、高消費にもかかわらず、希望のない退廃の未来があり、それが荒廃の運命につながるだろう。 2030年までに世界経済トップ10カ国からの脱退とドイツの4位から10位への転落を規定する国際通貨基金の予測と、移民、LGBT、戦争という価値観に要約される欧州連合の劣化との併置は、世界の潮流に反する不幸なレトリックであり、ロシア権力の座で言われていることの低レベルの再現に見える。 スウェーデンとフィンランドの大西洋同盟への加盟に反対して実施された迫害的な態度でさえ、両国がオルバン政権のポピュリスト的傾向に異議を唱えていたという理由だけで続けられ、このキャラクターの政治的価値の低さをよく表している。 米国への嫌悪感は、プーチン大統領の理由を再現しているようで、中国に対して世界の指導者としてのワシントンの地位を失ったとされるプーチン大統領の理由は、モスクワ出身の彼の友人が世界平和をより大きな危険にさらしていることを忘れずに、世界を紛争に陥らせる危険性があるというものだ。 ハンガリーの立場はヨーロッパで唯一正しいものである。ハンガリーは享楽的な価値観を拒否し、キリスト教的価値観を拒否する移民による人口の置き換えを進めるつもりはないからだ。 それだけでなく、トランシルヴァニアには伝統に忠実なマジャール語を話す60万人以上の人々が住んでおり、この領土に対する他国の権利を密かに脅かしているため、彼はルーマニアに対するますます執拗な批判を保留している。 北軍の指導者たちが、ずっと以前にそうすべきだったように、この人物と、何があっても彼を支持する国の大多数に対して厳しい態度で介入するだけで十分である。 欧州連合の基礎となる原則を共有しない政治家が、検閲の導入と司法の自律的機能の否定という、自国の民主的ルールの否定に続くこのような傲慢さを許すことは不可能である。 また、ブダペストが旧ソ連圏の他の国々とともに、移民の分断における相互主義と連帯の原則を拒否し、大多数の国が承認した欧州の政策に全く反対してきたことを思い出すことも無意味であるように思われる。 このような存在は共通の政治的行動に対するブレーキとなるため、資金提供の金銭的罰から欧州議会からの停職、さらには除名に至るまでの自動的かつ即時的な解決策を想定しなければならない。 現在の課題は、組合設立の理念に基づいて直面しなければならず、逆向きのビジョンによって変更されることを許すことなく、すべての組合員を団結させることができない場合は、共通の政治的行動を共有しない人々を排除する方がよいでしょう。

لم يعد على أوربان البقاء في الاتحاد الأوروبي

 ألقى فيكتور أوربان خطابًا أيديولوجيًا ، يضعه على أنه حليف محتمل لبوتين ، أكثر من كونه عضوًا فعليًا في الاتحاد الأوروبي ، بعد أن ركز برنامجه الانتخابي ، الذي سمح له بالفوز ، على معارضة الاتحاد الأوروبي ، ومع ذلك ، تتمتع المجر بمساهمات قوية. يبدو أن عدم تماسك السياسي المجري يتطابق مع غالبية مواطنيه الذين يستغلون التنظيم العبثي للاتحاد للموافقة على الإجراءات على أساس الإجماع وليس على أساس الأغلبية. تنبأ أوربان بالتنبؤ بحل الاتحاد الأوروبي وسقوط الولايات المتحدة. إذا بدا الأمر الثاني وكأنه أمنية ، فسيكون الحل سهلاً لأول مرة: افعل مثل بريطانيا العظمى واخرج من بروكسل. ومع ذلك ، فإن هذا الاحتمال لا يقع ضمن خطط أوربان ، الذي ربما كلف نفسه بالمهمة السياسية المتمثلة في تسهيل التفكك من الداخل ، بسلوكه العبثي المخالف تمامًا للقيم التأسيسية للاتحاد الأوروبي. بالنسبة لأوربان ، الغرب عبارة عن مجموعة من الدول الغنية ولكن الضعيفة ، والتي ليس لديها نية لمواجهة المنافسة مع القوى العالمية. إذا كان هذا البيان ، من وجهة نظر معينة ، يحتوي على أجزاء من الحقيقة ، فإنه يبدو صحيحًا بنفس القدر أن شخصيات مثل السياسي المجري لا تساهم قليلاً في رؤية مشتركة ، والتي يمكن أن ترفع المستوى النوعي لبروكسل ضد القوى العالمية الكبرى ، في الواقع ، تُعرِّف رؤية أوربان أوروبا على أنها نوع من الغيتو الاقتصادي والسياسي والثقافي مع مستقبل من الانحطاط دون أي أمل ، على الرغم من الاستهلاك المرتفع ، مما سيؤدي إلى الخراب. يبدو التقارب مع توقعات صندوق النقد الدولي ، التي تتنبأ بالخروج من الاقتصادات العشرة الأولى في العالم ومرور ألمانيا من الرابع إلى العاشر بحلول عام 2030 ، مع التدهور المفترض للاتحاد ، والذي تم تلخيصه في القيم: الهجرة والمثليات والمثليين ومزدوجي الميل الجنسي ومغايري الهوية الجنسانية والحرب ، خطابًا مؤسفًا يتعارض مع الاتجاهات العالمية ونسخة روسية منخفضة المستوى لما يقال في الأماكن. حتى الموقف القمعي ، الذي تم تنفيذه مع معارضة الانضمام إلى التحالف الأطلسي للسويد وفنلندا ، تم المضي قدمًا فقط لأن البلدين اعترض على الانجراف الشعبوي لحكومة أوربان ، يؤطر جيدًا القيمة السياسية المنخفضة للشخصية. النفور من الولايات المتحدة ، يبدو أنه يكرر أسباب بوتين ، فإن الخسارة المزعومة لموقف واشنطن كزعيم عالمي تجاه الصين ، يمكن أن تخاطر بإدخال العالم في صراع ، دون أن يتذكر أن صديقه من موسكو يعرض السلام العالمي لخطر أكبر بكثير. الموقف المجري هو الوحيد الصحيح في أوروبا ، لأنه يرفض قيم المتعة ولا ينوي المضي قدمًا في استبدال السكان بالمهاجرين الذين يرفضون القيم المسيحية ؛ ليس هذا فقط ، فهو يحتفظ بانتقادات متزايدة الإصرار لرومانيا ، لأن أكثر من 600000 شخص يتحدثون المجرية مخلصون للتقاليد يقيمون في ترانسيلفانيا ، مما يهدد سراً حق بلد آخر في هذه المنطقة. هناك ما يكفي لقادة الاتحاد للتدخل ، كما كان ينبغي أن يتدخلوا منذ زمن طويل ، بطريقة قاسية ضد هذه الشخصية وأغلبية البلاد التي رغم كل شيء تدعمه. لا يمكن السماح للسياسيين الذين لا يشاركون في المبادئ التي يقوم عليها الاتحاد ، بالسماح بمثل هذه الغطرسة ، التي تتبع إنكار القواعد الديمقراطية في بلادهم ، مع إدخال الرقابة والحرمان من السلطة القضائية لممارسة وظيفتها بشكل مستقل. يبدو أيضًا أنه من غير المجدي أن نتذكر كيف رفضت بودابست ، مع دول أخرى في الكتلة السوفيتية السابقة ، مبدأ التبادلية والتضامن في تقسيم المهاجرين وكانت في خلاف تام مع السياسات الأوروبية التي أقرتها غالبية الدول. مثل هذا الوجود يشكل عائقا أمام العمل السياسي المشترك ويجب التفكير في حلول تلقائية وفورية ، والتي يمكن أن تفرض عقوبات مالية على التمويل ، حتى التعليق وحتى الطرد من الجمعية الأوروبية. يجب مواجهة التحديات الحالية على أساس المثل العليا التأسيسية للاتحاد ، دون السماح بتغييرها برؤى معاكسة ومتخلفة ، إذا لم يكن بالإمكان الاحتفاظ بجميع الأعضاء معًا ، فمن الأفضل استبعاد أولئك الذين لا يشاركون العمل السياسي المشترك.

lunedì 24 luglio 2023

Putin minaccia la Polonia

 Il dispiegamento militare della Polonia al confine della Bielorussia, ha innervosito Putin, che ha minacciato Varsavia ricorrendo anche a citare Stalin; per il capo del Cremlino la minaccia alla Polonia è dovuta in quanto il paese bielorusso compone con Mosca l’alleanza sovranazionale tra Russia e Bielorussia. Lo schieramento militare polacco è visto come una minaccia tangibile alla esistenza stessa della Bielorussia, perché operato da un paese dell’Alleanza Atlantica. La ragione del timore di Varsavia, risiede nella presenza del territorio di Minsk dei militari della milizia privata Wagner, che dopo il fallito colpo di stato, si sono rifugiati nel paese di Lukashenko con la sua autorizzazione. Una infelice battuta del dittatore bielorusso, sulla possibilità di attraversare il confine con la Polonia, ha innescato uno stato di tensione molto elevato, che avvicina sempre di più la possibilità di uno scontro tra l’Alleanza Atlantica, di cui la Polonia fa parte, e la Russia, di cui, di fatto, la Bielorussia, più che un alleato è uno stato vassallo. Naturalmente Putin ha specificato che un attacco contro Minsk equivarrebbe ad un attacco a Mosca. Il presidente russo ipotizza anche un invio congiunto di militari polacchi e lituani all’interno del territorio ucraino, nella zona di Leopoli, per Putin l’intenzione dei due paesi ex sovietici e divenuti avversari, non sarebbe quella di prestare aiuto agli ucraini, ma di sottrargli del territorio: si tratta, evidentemente, di un tentativo di portare disordine nella coalizione che sostiene Kiev con informazioni atte a destabilizzare i rapporti tra i tre governi. In realtà queste affermazioni non hanno alcun credito internazionale e sono rivolte, piuttosto, all’opinione pubblica russa, nell’estremo tentativo di rivitalizzare il gradimento della popolazione verso l’operazione militare speciale, che sembra riscuotere sempre meno consenso. Individuare sempre nuovi nemici e darne particolare risalto, anche distorcendo la storia, con narrazioni costruite a proprio uso e consumo, rivela che l’isolamento di Mosca è sempre più tangibile anche dentro le mura del Cremlino. L’enfasi che viene data alla prossima visita di Lukashenko, non certo un primo attore internazionale, ma un personaggio succube di Putin, costituisce una informazione in più di come la Russia accusi la propria solitudine internazionale e cerchi di aggirarla, sfruttando ogni minima occasione. Dal punto di vista militare, però, è un fatto che la decisione di Varsavia, peraltro legittima, perché operata entro i propri confini, costituisca un aggravamento della situazione, per la possibilità concreta di un allargamento del conflitto, sia come quantità ed entità degli attori coinvolti, che, anche per l’allargamento del territorio coinvolto. Uno sviluppo della guerra nella parte settentrionale del paese ucraino, quello al confine con la Bielorussia, potrebbe alleggerire la pressione di Kiev sull’esercito russo, che sta faticando a contenere lo sfondamento dell’esercito di Zelensky nelle zone occupate dall’Armata rossa. Ora un allargamento del conflitto in quelle zone potrebbe coinvolgere anche la frontiera con la Polonia, mentre più remote sono le possibilità di un allargamento verso le frontiere di Lituania ed Estonia. Il timore occidentale è che questa sia una strategia che Putin intenda adottare, usando l’alleato bielorusso e la milizia Wagner, per ora impegnata soltanto nell’addestramento dei soldati di Minsk, ma che potrebbe riabilitarsi agli occhi del Cremlino, rendendosi protagonista di azioni contro l’Ucraina condotte dalla Bielorussia. Uno scenario possibile, dal quale difficilmente l’Ucraina potrebbe uscire vincente; tuttavia in questo possibile schema il punto debole è proprio la vicinanza della Polonia, che non potrebbe tollerare nei pressi dei suoi confini la presenza di invasori all’interno delle regione dell’Ucraina vicine ai territori polacchi. Qui sta il dilemma, quale sarà la volontà di Putin di portare avanti un piano così rischioso da obbligare l’Alleanza Atlantica ad essere coinvolta direttamente nel conflitto. Si tratta di un’ipotesi che rischia di essere sempre più vicina e di portare allo scoppio della terza guerra mondiale, con tutte le conseguenze ben immaginabili. Per ora gli USA tacciono, ma per impedire un avanzamento verso ovest  del conflitto occorrerà mantenere il maggiore equilibrio possibile in uno scenario non certo facile, dove la guida dovrà essere che una guerra mondiale non può convenire ad alcun attore in gioco.   

Putin threatens Poland

 Poland's military deployment on the Belarusian border unnerved Putin, who threatened Warsaw, even quoting Stalin; for the head of the Kremlin, the threat to Poland is due to the fact that the Belarusian country forms the supranational alliance between Russia and Belarus with Moscow. The Polish military deployment is seen as a tangible threat to the very existence of Belarus, because it is operated by a country of the Atlantic Alliance. The reason for the fear of Warsaw lies in the presence in the Minsk area of the Wagner private militia, who after the failed coup d'état, took refuge in Lukashenko's country with his authorization. An unfortunate joke by the Belarusian dictator, about the possibility of crossing the border with Poland, has triggered a very high state of tension, which brings ever closer the possibility of a clash between the Atlantic Alliance, of which Poland is a part, and Russia, of which, in fact, Belarus is more a vassal state than an ally. Of course, Putin specified that an attack on Minsk would be equivalent to an attack on Moscow. The Russian president also hypothesizes a joint dispatch of Polish and Lithuanian soldiers within Ukrainian territory, in the Lviv area. According to Putin, the intention of the two ex-Soviet countries that have become adversaries would not be to lend aid to the Ukrainians, but to deprive them of territory: this is, evidently, an attempt to bring disorder to the coalition that supports Kiev with information capable of destabilizing relations between the three governments. In reality, these statements have no international credit and are rather aimed at Russian public opinion, in an extreme attempt to revitalize the popularity of the population towards the special military operation, which seems to be receiving less and less consensus. Always identifying new enemies and giving particular prominence, even by distorting history, with narratives constructed for one's own use and consumption, reveals that the isolation of Moscow is increasingly tangible even within the walls of the Kremlin. The emphasis that is given to the next visit of Lukashenko, certainly not a leading international actor, but a character dominated by Putin, constitutes further information on how Russia accuses its international solitude and tries to circumvent it, exploiting every slightest opportunity. From a military point of view, however, it is a fact that Warsaw's decision, however legitimate, because it was made within its own borders, constitutes an aggravation of the situation, due to the concrete possibility of an expansion of the conflict, both in terms of the number and entity of the actors involved, and also due to the enlargement of the territory involved. A development of the war in the northern part of the Ukrainian country, the one on the border with Belarus, could ease the pressure of Kiev on the Russian army, which is struggling to contain the breakthrough of Zelensky's army in the areas occupied by the Red Army. Now an expansion of the conflict in those areas could also involve the border with Poland, while the possibilities of an expansion towards the borders of Lithuania and Estonia are more remote. The Western fear is that this is a strategy that Putin intends to adopt, using his Belarusian ally and the Wagner militia, currently engaged only in training the soldiers of Minsk, but which could rehabilitate itself in the eyes of the Kremlin, becoming the protagonist of actions against Ukraine led by Belarus. A possible scenario, from which Ukraine could hardly emerge victorious; however, in this possible scheme, the weak point is precisely the proximity of Poland, which could not tolerate the presence of invaders within the regions of Ukraine close to Polish territories near its borders. Herein lies the dilemma, what will be Putin's willingness to carry out such a risky plan as to oblige the Atlantic Alliance to be directly involved in the conflict. It is a hypothesis that risks being ever closer and leading to the outbreak of the third world war, with all the imaginable consequences. For now, the USA is silent, but to prevent the conflict from advancing westward, it will be necessary to maintain the greatest possible balance in a scenario that is certainly not easy, where the guide must be that a world war cannot be beneficial to any actor involved.

Putin amenaza a Polonia

 El despliegue militar de Polonia en la frontera con Bielorrusia desconcertó a Putin, quien amenazó a Varsovia, citando incluso a Stalin; para el jefe del Kremlin, la amenaza para Polonia se debe a que el país bielorruso forma la alianza supranacional entre Rusia y Bielorrusia con Moscú. El despliegue militar polaco se ve como una amenaza tangible a la existencia misma de Bielorrusia, porque es operado por un país de la Alianza Atlántica. El motivo del miedo a Varsovia radica en la presencia en la zona de Minsk de la milicia privada Wagner, que tras el fallido golpe de Estado se refugió en el país de Lukashenko con su autorización. Una desafortunada broma del dictador bielorruso, sobre la posibilidad de cruzar la frontera con Polonia, ha desencadenado un altísimo estado de tensión, que acerca cada vez más la posibilidad de un choque entre la Alianza Atlántica, de la que Polonia forma parte, y Rusia, de la que, de hecho, Bielorrusia es más un estado vasallo que un aliado. Por supuesto, Putin especificó que un ataque a Minsk sería equivalente a un ataque a Moscú. El presidente ruso también plantea la hipótesis de un envío conjunto de soldados polacos y lituanos dentro del territorio ucraniano, en la zona de Lviv. Según Putin, la intención de los dos países exsoviéticos que se han convertido en adversarios no sería prestar ayuda a los ucranianos, sino despojarlos de territorio: se trata, evidentemente, de un intento de desordenar la coalición que apoya a Kiev con información capaz de desestabilizar las relaciones entre los tres gobiernos. En realidad, estas declaraciones no tienen crédito internacional y están más bien dirigidas a la opinión pública rusa, en un intento extremo de revitalizar la popularidad de la población hacia la operación militar especial, que parece tener cada vez menos consenso. Siempre identificando nuevos enemigos y dándole especial protagonismo, incluso tergiversando la historia, con relatos construidos para el propio uso y consumo, revela que el aislamiento de Moscú es cada vez más tangible incluso dentro de los muros del Kremlin. El énfasis que se le da a la próxima visita de Lukashenko, ciertamente no un actor internacional de primer orden, pero sí un personaje dominado por Putin, constituye un dato más de cómo Rusia acusa su soledad internacional y trata de sortearla, aprovechando cada mínima oportunidad. Sin embargo, desde un punto de vista militar, es un hecho que la decisión de Varsovia, aunque legítima, porque se tomó dentro de sus propias fronteras, constituye un agravamiento de la situación, debido a la posibilidad concreta de una expansión del conflicto, tanto en términos del número y la entidad de los actores involucrados, como por la ampliación del territorio involucrado. Un desarrollo de la guerra en la zona norte del país ucraniano, en la frontera con Bielorrusia, podría aliviar la presión de Kiev sobre el ejército ruso, que lucha por contener el avance del ejército de Zelensky en las zonas ocupadas por el Ejército Rojo. Ahora una expansión del conflicto en esas zonas podría pasar también por la frontera con Polonia, mientras que las posibilidades de una expansión hacia las fronteras de Lituania y Estonia son más remotas. El temor occidental es que esta sea una estrategia que pretenda adoptar Putin, utilizando a su aliado bielorruso y a la milicia Wagner, actualmente dedicada únicamente al entrenamiento de los soldados de Minsk, pero que podría rehabilitarse a los ojos del Kremlin, convirtiéndose en protagonista de acciones contra Ucrania lideradas por Bielorrusia. Un escenario posible, del que Ucrania difícilmente podría salir victoriosa; sin embargo, en este posible esquema, el punto débil es precisamente la proximidad de Polonia, que no podría tolerar la presencia de invasores dentro de las regiones de Ucrania cercanas a los territorios polacos cercanos a sus fronteras. Aquí está el dilema, cuál será la voluntad de Putin de llevar a cabo un plan tan arriesgado como para obligar a la Alianza Atlántica a involucrarse directamente en el conflicto. Es una hipótesis que corre el riesgo de estar cada vez más cerca y conducir al estallido de la tercera guerra mundial, con todas las consecuencias imaginables. Por ahora EE.UU. guarda silencio, pero para evitar que el conflicto avance hacia el oeste será necesario mantener el mayor equilibrio posible en un escenario que ciertamente no es fácil, donde la guía debe ser que una guerra mundial no puede ser beneficiosa para ningún actor involucrado.

Putin bedroht Polen

 Der Militäreinsatz Polens an der weißrussischen Grenze verunsicherte Putin, der Warschau drohte und sogar Stalin zitierte; Für den Kremlchef liegt die Bedrohung Polens darin begründet, dass das weißrussische Land mit Moskau das supranationale Bündnis zwischen Russland und Weißrussland bildet. Der polnische Militäreinsatz wird als handfeste Bedrohung für die Existenz Weißrusslands angesehen, da er von einem Land des Atlantischen Bündnisses betrieben wird. Der Grund für die Angst vor Warschau liegt in der Präsenz der Privatmiliz Wagner im Raum Minsk, die nach dem gescheiterten Putsch mit seiner Genehmigung in Lukaschenkos Land Zuflucht suchte. Ein unglücklicher Scherz des belarussischen Diktators über die Möglichkeit, die Grenze zu Polen zu überschreiten, hat eine sehr hohe Spannung ausgelöst, die die Möglichkeit eines Zusammenstoßes zwischen dem Atlantischen Bündnis, zu dem Polen gehört, und Russland, zu dem Weißrussland in Wirklichkeit eher ein Vasallenstaat als ein Verbündeter ist, immer näher rückt. Natürlich hat Putin klargestellt, dass ein Angriff auf Minsk einem Angriff auf Moskau gleichkäme. Der russische Präsident vermutet auch eine gemeinsame Entsendung polnischer und litauischer Soldaten auf ukrainischem Territorium, in der Gegend von Lemberg. Laut Putin besteht die Absicht der beiden ehemaligen Sowjetländer, die zu Gegnern geworden sind, nicht darin, den Ukrainern Hilfe zu leisten, sondern ihnen Gebiete zu entziehen: Dies ist offensichtlich ein Versuch, Unruhe in die Koalition zu bringen, die Kiew mit Informationen unterstützt, die die Beziehungen zwischen den drei Regierungen destabilisieren können. In Wirklichkeit haben diese Aussagen keine internationale Glaubwürdigkeit und richten sich eher an die öffentliche Meinung Russlands, in einem extremen Versuch, die Popularität der Bevölkerung für die spezielle Militäroperation wiederzubeleben, die immer weniger Konsens zu finden scheint. Das ständige Erkennen neuer Feinde und die besondere Hervorhebung, auch durch Verzerrung der Geschichte, mit Narrativen, die für den eigenen Gebrauch und Konsum konstruiert werden, zeigt, dass die Isolation Moskaus auch innerhalb der Mauern des Kremls zunehmend spürbar wird. Die Betonung des nächsten Besuchs von Lukaschenko, sicherlich kein führender internationaler Akteur, sondern eine von Putin dominierte Figur, ist ein weiterer Hinweis darauf, wie Russland seine internationale Einsamkeit anklagt und versucht, diese zu umgehen, indem es jede noch so kleine Gelegenheit ausnutzt. Aus militärischer Sicht ist es jedoch eine Tatsache, dass die Entscheidung Warschaus, so legitim sie auch sein mag, weil sie innerhalb seiner eigenen Grenzen getroffen wurde, eine Verschärfung der Situation darstellt, und zwar aufgrund der konkreten Möglichkeit einer Ausweitung des Konflikts, sowohl im Hinblick auf die Anzahl und Größe der beteiligten Akteure als auch aufgrund der Vergrößerung des betroffenen Territoriums. Eine Ausweitung des Krieges im nördlichen Teil des ukrainischen Landes an der Grenze zu Weißrussland könnte den Druck Kiews auf die russische Armee verringern, die darum kämpft, den Durchbruch von Selenskyjs Armee in den von der Roten Armee besetzten Gebieten einzudämmen. Nun könnte eine Ausweitung des Konflikts in diesen Gebieten auch die Grenze zu Polen betreffen, während die Möglichkeiten einer Ausweitung in Richtung der Grenzen Litauens und Estlands eher unwahrscheinlich sind. Der Westen befürchtet, dass dies eine Strategie ist, die Putin verfolgen will, indem er seinen weißrussischen Verbündeten und die Wagner-Miliz nutzt, die derzeit nur die Soldaten von Minsk ausbildet, sich aber in den Augen des Kremls rehabilitieren und zum Protagonisten der von Weißrussland angeführten Aktionen gegen die Ukraine werden könnte. Ein mögliches Szenario, aus dem die Ukraine kaum als Sieger hervorgehen könnte; Der Schwachpunkt dieses möglichen Plans liegt jedoch gerade in der Nähe Polens, das die Anwesenheit von Eindringlingen in den Regionen der Ukraine in der Nähe polnischer Gebiete in der Nähe seiner Grenzen nicht tolerieren konnte. Hierin liegt das Dilemma, wie groß die Bereitschaft Putins sein wird, einen solch riskanten Plan umzusetzen, der die Atlantische Allianz dazu zwingt, direkt in den Konflikt verwickelt zu werden. Es ist eine Hypothese, die Gefahr läuft, immer näher zu kommen und zum Ausbruch des Dritten Weltkriegs mit allen erdenklichen Konsequenzen zu führen. Die USA schweigen vorerst, aber um zu verhindern, dass der Konflikt nach Westen vordringt, wird es notwendig sein, ein größtmögliches Gleichgewicht in einem Szenario zu wahren, das sicherlich nicht einfach ist und in dem sich die Orientierung daran orientieren muss, dass ein Weltkrieg für keinen der beteiligten Akteure von Vorteil sein kann.

Poutine menace la Pologne

 Le déploiement militaire de la Pologne à la frontière biélorusse a énervé Poutine, qui a menacé Varsovie, citant même Staline ; pour le chef du Kremlin, la menace pour la Pologne est due au fait que le pays biélorusse forme l'alliance supranationale entre la Russie et la Biélorussie avec Moscou. Le déploiement militaire polonais est considéré comme une menace tangible pour l'existence même de la Biélorussie, car il est opéré par un pays de l'Alliance atlantique. La raison de la peur de Varsovie réside dans la présence dans la région de Minsk de la milice privée de Wagner, qui, après le coup d'État manqué, s'est réfugiée dans le pays de Loukachenko avec son autorisation. Une plaisanterie malheureuse du dictateur biélorusse, sur la possibilité de franchir la frontière avec la Pologne, a déclenché un état de tension très élevé, qui rapproche de plus en plus la possibilité d'un affrontement entre l'Alliance atlantique, dont la Pologne fait partie, et la Russie, dont, en fait, la Biélorussie est plus un État vassal qu'un allié. Bien sûr, Poutine a précisé qu'une attaque contre Minsk équivaudrait à une attaque contre Moscou. Le président russe fait également l'hypothèse d'un envoi conjoint de soldats polonais et lituaniens en territoire ukrainien, dans la région de Lviv.Selon Poutine, l'intention des deux pays ex-soviétiques devenus adversaires ne serait pas d'aider les Ukrainiens, mais de les priver de territoire : il s'agit, à l'évidence, d'une tentative de semer le trouble dans la coalition qui soutient Kiev avec des informations susceptibles de déstabiliser les relations entre les trois gouvernements. En réalité, ces déclarations n'ont aucun crédit international et s'adressent plutôt à l'opinion publique russe, dans une tentative extrême de revitaliser la popularité de la population envers l'opération militaire spéciale, qui semble faire de moins en moins consensus. Toujours identifier de nouveaux ennemis et donner une importance particulière, même en déformant l'histoire, avec des récits construits pour son propre usage et sa propre consommation, révèle que l'isolement de Moscou est de plus en plus tangible même à l'intérieur des murs du Kremlin. L'accent mis sur la prochaine visite de Loukachenko, certes pas un acteur international de premier plan, mais un personnage dominé par Poutine, constitue un complément d'information sur la façon dont la Russie accuse sa solitude internationale et tente de la contourner, exploitant la moindre opportunité. D'un point de vue militaire, cependant, il est un fait que la décision de Varsovie, aussi légitime soit-elle, parce qu'elle a été prise à l'intérieur de ses propres frontières, constitue une aggravation de la situation, en raison de la possibilité concrète d'une extension du conflit, tant en termes de nombre et d'entité des acteurs impliqués, qu'en raison de l'élargissement du territoire impliqué. Un développement de la guerre dans la partie nord du pays ukrainien, celle à la frontière avec la Biélorussie, pourrait atténuer la pression de Kiev sur l'armée russe, qui peine à contenir la percée de l'armée de Zelensky dans les zones occupées par l'Armée rouge. Désormais, une extension du conflit dans ces zones pourrait également impliquer la frontière avec la Pologne, tandis que les possibilités d'une extension vers les frontières de la Lituanie et de l'Estonie sont plus éloignées. La crainte occidentale est qu'il s'agisse d'une stratégie que Poutine entend adopter, en utilisant son allié biélorusse et la milice Wagner, actuellement engagée uniquement dans la formation des soldats de Minsk, mais qui pourrait se réhabiliter aux yeux du Kremlin, en devenant le protagoniste des actions contre l'Ukraine menées par la Biélorussie. Un scénario possible, dont l'Ukraine pourrait difficilement sortir victorieuse ; or, dans ce schéma possible, le point faible est précisément la proximité de la Pologne, qui ne pouvait tolérer la présence d'envahisseurs dans les régions de l'Ukraine proches des territoires polonais proches de ses frontières. C'est là que réside le dilemme, quelle sera la volonté de Poutine de mener à bien un plan si risqué qu'il obligerait l'Alliance atlantique à être directement impliquée dans le conflit. C'est une hypothèse qui risque d'être de plus en plus proche et de conduire au déclenchement de la troisième guerre mondiale, avec toutes les conséquences imaginables. Pour l'instant, les USA se taisent, mais pour empêcher le conflit d'avancer vers l'ouest, il faudra maintenir le plus grand équilibre possible dans un scénario qui n'est certes pas facile, où le guide doit être qu'une guerre mondiale ne peut être bénéfique à aucun acteur impliqué.