Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

venerdì 20 ottobre 2017

Otto paesi europei chiedono ad Israele il risarcimento per la confisca di aiuti in Cisgiordania

Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Spagna e Svezia hanno presentato una richiesta di risarcimento ad Israele perchè Tel Aviv ha confiscato ed effettuato demolizioni ai danni di un consorzio di aiuti umanitari in Cisgiordania. Si tratta di una richiesta che non ha precedenti ed il cui valore politico oltrepassa senz’altro quello economico. Ha provocare la richiesta congiunte è stata la distruzione e requisizione di prefabbricati e pannelli solari, effettuata da parte delle forze di sicurezza israeliane; questi materiali dovevano essere impiegati per scuole arabe, situate in una parte di territorio abitata da popolazioni di origine beduina. In quest’area, occupata per il 60% dagli israeliani, la popolazione araba non è collegata alla rete elettrica per volontà di Tel Aviv e l’uso dei pannelli solari può compensare, almeno in parte, l’isolamento elettrico. Si ritiene che il provvedimento di distruzione e confisca di Israele, rientri nella volontà del governo di Tel Aviv di favorire nuovi insediamenti di colonie nella zona, con il duplice scopo di aumentare la presenza israeliana e di interrompere la continuità territoriale delle comunità arabe presenti nelle zone situate immediatamente vicine a Gerusalemme ed a Betlemme. La condizione non stanziale di parte della popolazione araba che sono in questa zona, favorisce i piani di occupazione israeliana. Per gli otto paesi europei il comportamento dello stato israeliano appare in aperta violazione del diritto internazionale perchè sottopone la popolazione palestinese alla privazione degli aiuti umanitari. Il provvedimento di Israele risulta ancora più odioso, se si pensa che gran parte del materiale era destinato a scuole. Tel Aviv, come già in altre occasioni, rifiuta ogni risarcimento relativo a demolizioni e confische di materiale proveniente dalla cooperazione europea, che opera senza l’autorizzazione dell’amministrazione israeliana di questi territori, e, nello stesso tempo, non concede permessi di edificabilità ai palestinesi. Anche se questi provvedimenti di confisca e demolizione costituiscono un caso marginale della questione israelo palestinese, rappresentano in modo efficace, la sistematicità del ricorso al sopruso da parte di Israele, per perseguire la strategia di espansione del governo. Il valore politico di questa richiesta di risarcimento appare enorme, perchè condanna anche l’attività di Tel Aviv contro le organizzazioni umanitarie, contro quanto dispone il diritto internazionale, dal quale troppe volte il governo di Israele si è ritenuto al di sopra. La questione espone anche come il destino degli aiuti internazionali ai palestinesi sia condizionato dall’azione di Tel Aviv: a titolo esemplificativo basti ricordare che il valore delle installazioni demolite finanziate dall’Unione Europea a favore dei palestinesi  nel 2016, ammontava a 557.000 euro. Se in questo momento la questione non appare centrale nello scenario internazionale, la richiesta degli otto paesi europei serve a ricordare le gravi condizioni di disagio e di incertezza in  cui si svolge la vita della popolazione palestinese e che costituisce una emergenza umanitaria, ormai presente da troppo tempo sulla scena internazionale. Il governo di destra di Tel Aviv ha scelto una soluzione del problema a totale vantaggio della parte di Israele più estremista, che coincide con l’oltranzismo religioso e nazionalista, ponendosi sempre con maggiore frequenza al di fuori del  diritto internazionale, senza, peraltro ricevere richiami sostanziali. Tel Aviv ha più volte rimandato una soluzione concordata ed anche l’ipotesi dei due stati, sebbene caldeggiata da più parti, è rimasta sulla carta, con il solo scopo di guadagnare tempo per permettere una espansione sempre maggiore all’interno del territorio palestinese. Tra gli effetti collaterali, di questa tattica, ci sono anche la demolizione e la confisca dei beni, che costituiscono, oltre che una umiliazione, il costante affossamento dei tentativi di migliorare la vita dei palestinesi. La condanna degli otto paesi europei può costituire un punto di partenza per sensibilizzare il resto dell’opinione pubblica internazionale ad esercitare una pressione sul paese israeliano per fermare l’espansione ed arrivare ad un punto fermo in grado di definire la questione, disinnescando una situazione costantemente di alto potenziale di pericolo.    

Eight European countries are asking Israel to pay for the confiscation of aid in the West Bank

Belgium, Denmark, France, Ireland, Italy, Luxembourg, Spain and Sweden filed a request for compensation to Israel because Tel Aviv confiscated and carried out demolitions on behalf of a humanitarian aid consortium in the West Bank. This is a request that has no precedent and whose political value surpasses the economic one. The cause of the joint request was the destruction and requisition of prefabricated and solar panels, carried out by Israeli security forces; these materials were to be used for Arabic schools, located in a part of territory inhabited by populations of Bedouin origin. In this area, 60% occupied by Israelis, the Arab population is not connected to Tel Aviv's electricity grid and the use of solar panels can offset, at least in part, electrical isolation. Israel's destruction and confiscation order is believed to be part of the will of the Tel Aviv government to promote new settlements of colonies in the area with the dual purpose of increasing Israel's presence and interrupting the territorial continuity of Arab communities in the areas located right next to Jerusalem and Bethlehem. The non-stationary condition of part of the Arab population who are in this area favors Israeli occupation plans. For the eight European countries, the behavior of the Israeli state appears to be in violation of international law because it forces the Palestinian population to deprive humanitarian aid. The measure of Israel is even more hateful if one thinks that much of the material was intended for schools. Tel Aviv, as in other cases, refuses any compensation for demolitions and confiscations of material from European cooperation, which operates without the permission of the Israeli administration of these territories, and at the same time does not grant building permits to Palestinian. Although these confiscation and demolition measures constitute a marginal case of the Palestinian question, they effectively represent the systematic use of Israel's abuses to pursue the government's expansion strategy. The political value of this claim for compensation is enormous, because it also condemns Tel Aviv's activity against humanitarian organizations, as opposed to what is provided by international law, from which too many times the Israeli government has been held above. The issue also shows how the fate of international aid to the Palestinians is affected by the action of Tel Aviv: by way of example, it is worth mentioning that the value of demolished installations funded by the European Union for Palestinians in 2016 amounted to 557,000 euros. If at this time the issue does not seem central to the international scenario, the demand of the eight European countries is to remember the serious conditions of discomfort and uncertainty in which the life of the Palestinian population is taking place and constitutes a humanitarian emergency now present too time on the international scene. The right-wing government in Tel Aviv chose a solution to the problem to the fullest advantage of the most extremist part of Israel, which coincides with religious and nationalist alienism, always more frequently outside of international law, without, however, receiving recalls substantial. Tel Aviv has repeatedly postponed a concerted solution, and even the hypothesis of the two states, albeit stubbornly overwhelmed, remained on paper, with the sole aim of gaining time to allow for ever greater expansion within the Palestinian territory. Among the side effects, of this tactic, there are also the demolition and confiscation of property, which, in addition to humiliation, constitute the steadfastness of attempts to improve the lives of Palestinians. The condemnation of the eight European countries can be a starting point for sensitizing the rest of the international public to exert pressure on the Israeli country to stop the expansion and reach a definite point in defining the issue by constantly denying a situation of high potential for danger.

Ocho países europeos piden a Israel que pague la confiscación de ayuda en Cisjordania

Bélgica, Dinamarca, Francia, Irlanda, Italia, Luxemburgo, España y Suecia presentaron una solicitud de indemnización a Israel porque Tel Aviv ha confiscado y demolición llevada a cabo contra un consorcio de ayuda humanitaria en Cisjordania. Esta es una solicitud que no tiene precedentes y cuyo valor político sobrepasa a la económica. La causa de la solicitud conjunta fue la destrucción y requisición de paneles prefabricados y solares, llevados a cabo por las fuerzas de seguridad israelíes; estos materiales se utilizarían para las escuelas árabes, ubicadas en una parte del territorio habitado por poblaciones de origen beduino. En esta zona, ocupada por el 60% de los israelíes, la población árabe no está conectado a la red por la voluntad de Tel Aviv y el uso de paneles solares pueden compensar, al menos en parte, el aislamiento eléctrico. Se cree que la medida de la destrucción y confiscación de Israel, está dentro de la voluntad del gobierno de Tel Aviv para promover nuevos asentamientos de colonias en la zona, con el doble objetivo de aumentar la presencia israelí e interrumpir la continuidad territorial de las comunidades árabes que viven en zonas ubicado justo al lado de Jerusalén y Belén. La condición no estacionaria de parte de la población árabe que se encuentra en esta área favorece los planes de ocupación israelíes. Para los ocho países europeos el comportamiento del estado de Israel aparece en violación del derecho internacional porque somete al pueblo palestino a la privación de la ayuda humanitaria. La medida de Israel es aún más odiosa si se piensa que gran parte del material estaba destinado a las escuelas. Tel Aviv, como en otras ocasiones, rechaza cualquier reclamo relacionado con la demolición y confiscación de material de la cooperación europea, que opera sin la autorización de la administración israelí de estos territorios, y, al mismo tiempo, no conceder permisos a los derechos de construcción palestina. A pesar de estas medidas de confiscación y demolición son un caso marginal de la cuestión palestino-israelí, son tan eficaces recurso sistemático a la opresión por parte de Israel, para perseguir la estrategia de expansión del gobierno. El valor político de esta afirmación parece enorme, ya que también condenó la actividad de Tel Aviv contra las organizaciones humanitarias, como lo ha hecho contra el derecho internacional, de la que demasiado a menudo el gobierno de Israel se consideraba anteriormente. El tema también expone cómo el destino de la ayuda internacional a los palestinos está condicionada por la acción de Tel Aviv, por ejemplo, sólo recuerda que el valor de las instalaciones demolidas financiados por la Unión Europea a los palestinos en 2016, ascendió a 557.000 euros. Si en este momento aparece la pregunta central en el escenario internacional, la solicitud de los ocho países de Europa sirve como un recordatorio de las condiciones graves de dificultad e incertidumbre en los que existe la vida de la población palestina y que constituye una emergencia humanitaria, ahora está presente también Tiempo en la escena internacional. El gobierno de la derecha de Tel Aviv ha elegido una solución del problema en beneficio de la parte más extrema de Israel, que coincide con el extremismo religioso y nacionalista, cada vez más y con más frecuencia fuera del derecho internacional, sin embargo, recibir llamadas sustancial. Tel Aviv ha aplazado en repetidas ocasiones a una solución mutuamente acordada y también la hipótesis de los dos estados, aunque defendida por muchos, se ha quedado en el papel, con el único propósito de ganar tiempo para permitir una mayor expansión en el territorio palestino. Entre los efectos secundarios de esta táctica, también hay la demolición y confiscación de activos, que representan, así como una humillación, el hundimiento constante de los intentos de mejorar la vida de los palestinos. La condena de los ocho países de Europa puede ser un punto de partida para levantar el resto de la opinión pública internacional para presionar a Israel a detener la expansión del país y llegar a una parada completa en condiciones de definir el problema, desactivar una situación constante de alto potencial de peligro.

Acht europäische Länder fordern Israel auf, die Einziehung der Hilfe in der Westbank zu bezahlen

Belgien, Dänemark, Frankreich, Irland, Italien, Luxemburg, Spanien und Schweden einen Antrag auf Entschädigung nach Israel, weil Tel Aviv konfisziert hat und Abbruchdurchgeführt gegen ein Konsortium der humanitären Hilfe in der Westbank. Dies ist eine Forderung, die keinen Präzedenzfall hat und dessen politischer Wert den wirtschaftlichen übertrifft. Die gemeinsame Forderung war die Zerstörung und Beschlagnahme von vorgefertigten Solarmodulen durch israelische Sicherheitskräfte; Diese Materialien sollten für arabische Schulen verwendet werden, die sich in einem Teil des Territoriums befinden, das von beduinischen Bevölkerungsgruppen bewohnt wird. In diesem Gebiet, das zu 60% von Israelis besetzt ist, ist die arabische Bevölkerung nicht an das Stromnetz von Tel Aviv angeschlossen, und die Nutzung von Sonnenkollektoren kann zumindest teilweise die elektrische Isolierung kompensieren. Es wird angenommen, dass das Maß der Zerstörung und die Einziehung von Israel, ist in dem Willen der Regierung in Tel Aviv Neuansiedlungen von Kolonien in der Region zu fördern, mit dem doppelten Zweck die israelische Präsenz zu erhöhen und stört die territoriale Kontinuität der arabischen Gemeinden in Gebieten leben direkt neben Jerusalem und Bethlehem. Der nicht stationäre Zustand eines Teils der arabischen Bevölkerung, die in diesem Gebiet sind, begünstigt israelische Besatzungspläne. Für die acht europäischen Länder scheint das Verhalten des israelischen Staates das Völkerrecht zu verletzen, weil es die palästinensische Bevölkerung dazu zwingt, humanitäre Hilfe zu entziehen. Das Maß Israels ist noch hasserfüllter, wenn man bedenkt, dass ein Großteil des Materials für Schulen bestimmt war. Tel Aviv, wie sie bei anderen Gelegenheiten lehnt jegliche im Zusammenhang Ansprüche auf Abriss und die Einziehung von Material aus der europäischen Zusammenarbeit, die ohne Genehmigung der israelischen Verwaltung dieser Gebiete tätig ist, und zur gleichen Zeit gewährt keine Berechtigungen für die Baurechte Palästinenser. Obwohl diese Maßnahmen der Einziehung und Abbruch ein Grenzfall der israelisch-palästinensische Frage, sie sind so effektiv, systematischer Rückgriff auf die Unterdrückung durch Israel, die Regierung Expansionsstrategie zu verfolgen. Der politische Wert dieses Anspruchs erscheint riesig, weil es auch die Tel Aviv Aktivität gegenüber humanitären Organisationen verurteilt, da sie gegen das Völkerrecht hat, von dem zu oft die Regierung von Israel es oben betrachtet wurde. Die Frage macht auch, wie das Schicksal der internationalen Hilfe für die Palästinenser durch die Wirkung von Tel Aviv bedingt ist, zum Beispiel nur daran erinnern, dass der Wert der von der Europäischen Union für die Palästinenser im Jahr 2016 finanziert abgerissenen Installationen zu 557.000 Euro betragen. Wenn zu diesem Zeitpunkt der Frage im internationalen Szenario zentrale erscheint, dient die Anforderung der acht europäischen Länder als Erinnerung an den schweren Bedingungen der Not und Unsicherheit, in denen das Leben der palästinensischen Bevölkerung ist und stellt eine humanitäre Notlage, jetzt vorhanden zu Zeit auf der internationalen Bühne. Die Tel Aviv Rechts-Regierung, eine Lösung des Problems auf den Vorteil der extremsten Teil von Israel, die mit dem religiösen und nationalistischen Extremismus zusammenfällt, immer mehr und immer häufiger außerhalb des internationalen Rechts, ohne jedoch entschieden hat, erhalten Anrufe beträchtlich. Tel Aviv hat wiederholt eine einvernehmliche Lösung und auch die Hypothese der beiden Staaten verschoben, obwohl von vielen befürwortet, hat es auf dem Papier geblieben, mit dem einzigen Zweck, Zeit zu gewinnen einer größere Expansion im palästinensischen Gebiet zu ermöglichen. Zu den Nebenwirkungen dieser Taktik, gibt es auch den Abriss und die Einziehung von Vermögenswerten, die als Demütigung auch bilden, die ständige Sinken der Versuche, das Leben der Palästinenser zu verbessern. Die Verurteilung der acht europäischen Länder kann einen Ausgangspunkt sein, um den Rest der internationalen öffentlichen Meinung zu erhöhen Druck auf Israel auszuüben, das Land zu stoppen erweitern und kommen zu einem Punkt in der Lage, das Problem zu definieren, eine Situation zu entschärfen ständig von hohem Gefahrenpotential.

Huit pays européens demandent à Israël de payer pour la confiscation de l'aide en Cisjordanie

Belgique, Danemark, France, Irlande, Italie, Luxembourg, Espagne et la Suède ont présenté une demande d'indemnisation à Israël parce que Tel Aviv a confisqué et la démolition menée contre un consortium d'aide humanitaire en Cisjordanie. C'est une demande qui n'a pas de précédent et dont la valeur politique dépasse celle de l'économie. La cause de la demande conjointe était la destruction et la réquisition de panneaux préfabriqués et solaires, effectués par les forces de sécurité israéliennes; ces matériaux devaient être utilisés pour les écoles arabes, situées dans une partie du territoire habité par des populations d'origine bédouine. Dans cette zone, occupée à 60% par des Israéliens, la population arabe n'est pas connectée au réseau électrique de Tel Aviv et l'utilisation de panneaux solaires peut compenser, au moins en partie, l'isolement électrique. On croit que la mesure de la destruction et la confiscation d'Israël, est dans la volonté du gouvernement à Tel-Aviv pour promouvoir de nouvelles implantations de colonies dans la région, avec le double objectif d'accroître la présence israélienne et perturber la continuité territoriale des communautés arabes vivant dans des zones situé juste à côté de Jérusalem et de Bethléem. L'état non stationnaire d'une partie de la population arabe qui se trouve dans cette zone favorise les plans d'occupation israéliens. Pour les huit pays européens, le comportement de l'Etat israélien semble être en violation du droit international car il force la population palestinienne à priver l'aide humanitaire. La mesure d'Israël est encore plus odieuse si l'on pense qu'une grande partie de la matière était destinée aux écoles. Tel-Aviv, comme à d'autres occasions, rejette toute réclamation liée à la démolition et à la confiscation de matériel de la coopération européenne, qui fonctionne sans l'autorisation administration israélienne de ces territoires, et, en même temps, ne pas accorder des autorisations aux droits de construction palestinien. Bien que ces mesures de confiscation et de démolition constituent un cas marginal de la question palestinienne, elles représentent effectivement l'utilisation systématique des abus d'Israël pour poursuivre la stratégie d'expansion du gouvernement. La valeur politique de cette affirmation apparaît énorme, car il a également condamné l'activité de Tel-Aviv contre les organisations humanitaires, comme il l'a contraire au droit international, dont trop souvent le gouvernement d'Israël, il a été considéré comme ci-dessus. La question expose aussi comment le sort de l'aide internationale aux Palestiniens est conditionnée par l'action de Tel-Aviv, par exemple, rappelez-vous juste que la valeur des installations démolies financées par l'Union européenne aux Palestiniens en 2016, est élevé à 557000 euros. Si à ce moment la question apparaît centrale dans le scénario international, la demande des huit pays européens sert de rappel des conditions graves de difficultés et de l'incertitude dans laquelle il y a la vie de la population palestinienne et constitue une urgence humanitaire, maintenant présent aussi temps sur la scène internationale. Le Tel Aviv gouvernement a choisi une bonne solution du problème à l'avantage de cependant, la partie la plus extrême d'Israël, qui coïncide avec l'extrémisme religieux et nationaliste, de plus en plus souvent en dehors du droit international, sans recevoir des appels substantielle. Tel Aviv a reporté à plusieurs reprises une solution mutuellement convenue et aussi l'hypothèse des deux Etats, bien que préconisé par beaucoup, il est resté sur le papier, dans le seul but de gagner du temps pour permettre une plus grande expansion sur le territoire palestinien. Parmi les effets secondaires de cette tactique, il y a aussi la démolition et la confiscation des biens qui, outre l'humiliation, constituent le déclin constant des tentatives d'améliorer la vie des Palestiniens. La condamnation des huit pays européens peut être un point de départ pour élever le reste de l'opinion publique internationale à faire pression sur Israël pour arrêter l'expansion du pays et arriver à un arrêt complet en mesure de définir la question, désamorcer une situation en constante de potentiel élevé de danger.

Oito países europeus pedem a Israel que pague o confisco de ajuda na Cisjordânia

Bélgica, Dinamarca, França, Irlanda, Itália, Luxemburgo, Espanha e Suécia apresentou um pedido de compensação a Israel porque Tel Aviv confiscou e demolição realizada contra um consórcio de ajuda humanitária na Cisjordânia. É um pedido que não tem precedentes e cujo valor político certamente vai além da econômica. Ele levou ao pedido conjunto foi a destruição e perda dos painéis pré-fabricados e solares, realizados pelas forças de segurança israelenses; estes materiais eram para ser usado em escolas árabes, localizado em uma parte do território habitado por populações de origem beduínos. Nesta área, ocupada por 60% por Israel, a população árabe não está ligado à rede pela vontade de Tel Aviv e a utilização de painéis solares pode compensar, pelo menos em parte, o isolamento eléctrico. Acredita-se que a medida de destruição e confisco de Israel, está dentro da vontade do governo em Tel Aviv para promover novos assentamentos de colônias na área, com o duplo objectivo de aumentar a presença israelense e interromper a continuidade territorial de comunidades árabes que vivem em áreas situado imediatamente perto de Jerusalém e Belém. O status permanente non-partisan da população árabe que estão na área, favorece os planos de ocupação israelense. Para os oito países europeus o comportamento do Estado de Israel aparece em violação do direito internacional, porque submete o povo palestino à privação da ajuda humanitária. A medida de Israel é ainda mais desagradável, se você acha que muito do material foi destinado para as escolas. Tel Aviv, como em outras ocasiões, rejeita quaisquer reclamações relacionadas com a demolição e confisco de material a partir da cooperação europeia, que opera sem a administração israelense autorização desses territórios, e, ao mesmo tempo, não concede permissões para os direitos de construção palestino. Embora estas medidas de confisco e demolição são um caso marginal da questão israelo-palestiniano, eles são tão eficazes recurso sistemático à opressão por parte de Israel, para prosseguir a estratégia de expansão do governo. O valor político desta afirmação parece enorme, porque ele também condenou a atividade Tel Aviv contra organizações humanitárias, já que tem contra a lei internacional, a partir do qual muitas vezes o governo de Israel foi considerado acima. A questão também expõe como o destino da ajuda internacional aos palestinos é condicionada pela ação de Tel Aviv, por exemplo, basta lembrar que o valor das instalações demolidas financiados pela União Europeia aos palestinianos em 2016, ascendeu a 557.000 euros. Se neste momento a questão parece central no cenário internacional, a pedido dos oito países europeus serve como um lembrete das condições graves de dificuldades e incerteza em que há a vida da população palestina e constitui uma emergência humanitária, agora presente também tempo na cena internacional. O governo direita Tel Aviv optou por uma solução do problema para a vantagem da parte mais extrema de Israel, que coincide com o extremismo religioso e nacionalista, tornando-se mais e mais frequentemente fora do direito internacional, sem, no entanto, receber chamadas substancial. Tel Aviv adiou repetidamente uma solução mutuamente acordada e também a hipótese dos dois estados, embora defendida por muitos, manteve-se no papel, com o único propósito de ganhar tempo para permitir uma maior expansão no território palestino. Entre os efeitos colaterais desta tática, há também a demolição e confisco de bens, que compõem, bem como uma humilhação, o afundamento constante de tentativas de melhorar a vida dos palestinos. A condenação dos oito países europeus pode ser um ponto de partida para levantar o resto da opinião pública internacional a exercer pressão sobre Israel para parar a expansão do país e chegar a uma paragem completa em uma posição para definir a questão, desarmar uma situação em constante alto potencial de perigo.

Восемь европейских стран просят Израиль заплатить за конфискацию помощи на Западном берегу

Бельгия, Дания, Франция, Ирландия, Италия, Люксембург, Испания и Швеция подали просьбу о компенсации Израилю, поскольку Тель-Авив конфисковал и осуществил снос от имени консорциума гуманитарной помощи на Западном берегу. Это просьба, которая не имеет прецедента и политическая ценность которой превосходит экономическую. Причиной совместного запроса было уничтожение и реквизиция сборных и солнечных батарей, проводимых израильскими силами безопасности; эти материалы должны были использоваться для арабских школ, расположенных на территории, населенной популяциями бедуинского происхождения. В этой области, 60% занятых израильтянами, арабское население не связано с электрической сетью Тель-Авива, и использование солнечных панелей может компенсировать, по крайней мере частично, электрическую изоляцию. Считается, что порядок уничтожения и конфискации Израиля является частью воли правительства Тель-Авива по продвижению новых поселений колоний в этом районе с двойной целью увеличения присутствия Израиля и пресечения территориальной преемственности арабских общин в районах расположенный в непосредственной близости от Иерусалима и Вифлеема. Нестационарное состояние части арабского населения, находящегося в этой области, выступает за планы оккупации Израиля. Для восьми европейских стран поведение израильского государства, по-видимому, нарушает международное право, поскольку оно заставляет палестинское население лишать гуманитарную помощь. Мера Израиля еще более ненавистна, если вы считаете, что большая часть материала предназначена для школ. Тель-Авив, как и в других случаях, отказывается от какой-либо компенсации за снос и конфискацию материалов из европейского сотрудничества, которое действует без разрешения израильской администрации этих территорий и в то же время не предоставляет разрешения на строительство для Палестинская. Хотя эти меры конфискации и сноса являются краеугольным камнем палестинского вопроса, они эффективно представляют собой систематическое использование злоупотреблений Израиля для реализации стратегии расширения правительства. Политическая ценность этого требования о компенсации огромна, поскольку он также осуждает деятельность Тель-Авива против гуманитарных организаций, в отличие от того, что предусмотрено международным правом, из-за которого слишком много раз израильское правительство удерживалось выше. Этот вопрос также показывает, как повлияла на действия Тель-Авива судьба международной помощи палестинцам: в качестве примера стоит отметить, что стоимость снесенных объектов, финансируемых Европейским союзом для палестинцев в 2016 году, составила 557 000 евро. Если в это время проблема не является центральной для международного сценария, требование восьми европейских стран состоит в том, чтобы помнить о серьезных условиях дискомфорта и неопределенности, в которых происходит жизнь палестинского населения, и представляет собой гуманитарную чрезвычайную ситуацию, которая сейчас присутствует время на международной арене. Правое правительство в Тель-Авиве выбрало решение проблемы в полном объеме самой экстремистской части Израиля, что совпадает с религиозным и националистическим отчуждением, всегда чаще вне международного права, но, тем не менее, не получает отзывов существенный. Тель-Авив неоднократно откладывал согласованное решение, и даже гипотеза двух государств, хотя и упрямо перегруженная, оставалась на бумаге с единственной целью - получить время, чтобы позволить все большее расширение на палестинской территории. Среди побочных эффектов этой тактики есть также снос и конфискация товаров, которые, помимо унижения, представляют собой неуклонный спад в попытках улучшить жизнь палестинцев. Осуждение восьми европейских стран может стать отправной точкой для того, чтобы привлечь внимание всей международной общественности к оказанию давления на израильскую страну, чтобы остановить расширение и достичь определенного момента в определении этого вопроса, постоянно отрицая ситуацию высокого потенциала для опасности.