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mercoledì 22 novembre 2017

La crisi politica tedesca si ripercuote in Europa

La crisi politica tedesca avrà inevitabili ripercussioni in Europa, qualsiasi sarà la soluzione che si concretizzerà a Berlino, tranne, forse, una riedizione della grande coalizione, per la quale sono, però, essenziali i socialisti, al momento indisponibili. La questione centrale resta sempre il futuro di Angela Merkel, ma ormai la cancelliera da sola non sembra assicurare quella stabilità a cui il paese tedesco è abituato da anni. La stasi post elettorale presenta una situazione molto incerta, su cui esiste sempre la minaccia di nuove elezioni. Per Bruxelles gli scenari che si aprono sono, fondamentalmente, tre. Nel primo caso il partito del rigore ha la meglio e per l’Unione significa rivedere le politiche di espansione finanziaria e tornare nel tunnel della recessione; politicamente ciò significherebbe un incremento nel gradimento dei partiti e movimenti contro l’Europa, capace di mettere fortemente a rischio il progetto europeo per una crisi totale di fiducia nei ceti sociali a causa delle politiche che, verosimilmente, Bruxelles sarebbe costretta ad imporre agli stati nazionali. La seconda opzione possibile è contraria alla prima, ma anche meno probabile; in questo caso avrebbero la meglio le forze anche in Germania contrarie al rigore e ciò potrebbe favorire una fase continentale segnata da una espansione economica, con riflessi possibili sull’inflazione, che potrebbe avere valori in aumento. Questo scenario è fortemente avversato dai settori della finanza, del credito e dell’industria della Germania e potrebbe essere sopportato soltanto con la Merkel come garante. Il terzo scenario ricalca il recente passato politico tedesco: contempla, cioè, la possibilità di ricreare la grande coalizione. In questo momento appare l’ipotesi meno probabile perchè i socialisti, fin dalla campagna elettorale, hanno rifiutato questa possibilità; tuttavia se si vuole evitare nuove elezioni, con risultati per ora totalmente imprevisti, questa opzione potrebbe consentire di evitare una pericolosa deriva politica a destra e, sopratutto, portare avanti una, seppur timida, politica finanziaria in campo europeo, in grado di continuare il trend di crescita attuale. Evitare nuove elezioni potrebbe anche cancellare la possibilità di una sconfitta della Merkel, che ne determinerebbe l’uscita dalla scena politica. Certo esiste anche la possbilità che il responso delle urne, con nuove elezioni, ribalti il risultato precedente del partito socialista e ne decreti la vittoria , ma correre un azzardo del genere sarebbe da irresponsabili. Per quanto sgradita possa essere stata la Merkel, con la sua imposizione, talvolta ottusa, della rigidità di bilancio, che ha contratto le economie europee (esclusa quella tedesca), è anche vero che senza la sua mediazione non si sarebbe potuta ottenere l’attuale politica monetaria, che ha invertito, sebbene di non molto, la tendenza della recessione. Per l’Europa è importante non cambiare questa direzione di sviluppo, non solo per evidenti motivazioni di crescita, ma anche a temi politici, che a quelli economici sono intimamente connessi. Le sfide che l’Unione ha davanti richiedono una unità di intenti, che non deve subire alterazioni e, quindi, i fragili equilibri su cui si basano i legami tra i maggiori stati non devono essere compromessi. Le intenzioni della creazione di una difesa comune europea, un bilancio comune della zona euro, una politica migratoria complessiva, la collaborazione contro il terrorismo  ed uno sviluppo sostenibile (nel quale rientra la lotta all’inquinamento), sono diventati i temi ormai essenziali per rispondere alle sfide mondiali e della globalizzazione, verso le quali l’Europa è ancora in ritardo. Il problema attuale è che se lo stato principale, la Germania, risulta bloccata da un esito elettorale incerto, la situazione si riflette inevitabilmente sulle istituzioni europee ed anche sugli altri ventisei paesi. Questo esempio pratico ci dice chiaramente che gli stati nazionali dovrebbero diminuire la loro importanza nell’Unione, attraverso la cessione di quote consistenti di sovranità, in favore, però di una Europa che sia effettivamente al servizio dei popoli e della collettività e non, come il sentire comune ci trasmette, soltanto delle grandi istituzioni finanziarie. Alla fine, nonostante tutto, almeno in questa fase, la presenza della Merkel rappresenta ancora una grande garanzia e non è soltanto il meno peggio (anche se ci sarebbe bisogno di molto meglio).     

The German political crisis is affecting Europe

The German political crisis will have unavoidable repercussions in Europe, whatever the solution will be in Berlin, except perhaps a re-issue of the great coalition, which is, however, essential to the socialists, at present unavailable. The central issue remains Angela Merkel's future, but by now the Chancellor alone does not seem to secure that stability to which the German country has been accustomed for years. The post-election stasis has a very uncertain situation, where there is always the threat of new elections. For Brussels, the scenarios that open are basically three. In the first case, the rigorous party has the best and for the Union means revising the financial expansion policies and returning to the tunnel of the recession; politically this would mean an increase in the liking of parties and movements against Europe, which could put the European project at a high risk for a total crisis of confidence in the social classes because of the policies that Brussels would have to impose on national states . The second possible option is contrary to the first but less likely; in this case, they would have the best power in Germany as well, which would be contrary to rigor, and this could favor a continental phase marked by economic expansion, with possible reflections on inflation, which could have increased values. This scenario is strongly opposed by the finance, credit and industry sectors of Germany and could only be sustained with Merkel as guarantor. The third scenario resembles the recent German political past: contemplate, that is, the possibility of recreating the great coalition. At this time the hypothesis is less likely because the Socialists have refused this possibility since the election campaign; however, if you want to avoid new elections, with totally unexpected results now, this option could help to avoid a dangerous policy derailment on the right and, above all, to pursue a shy, financial policy in the European field that can continue the trend of current growth. Avoiding new elections could also overwhelm the possibility of a Merkel defeat, which would lead to the exit from the political scene. Certainly there is also the possibility that the polls' reaction, with new elections, reverses the former result of the Socialist Party and decreases its victory, but running such a risk would be irresponsible. Regardless of how disappointed it may have been for Merkel, with its sometimes obscured fiscal stiffness that has contracted European economies (except German), it is also true that without its mediation the current monetary policy, which reversed, though not much, the trend of recession. For Europe it is important not to change this direction of development not only for obvious reasons for growth, but also for political, economic, and economic reasons. The challenges the Union faces require a unity of intent, which must not undergo any alterations, and hence the fragile equilibrium on which the major states are based must not be compromised. The intentions of creating a common European defense, a common euro area budget, an overall migration policy, collaboration against terrorism and sustainable development (which is part of the fight against pollution) have become the themes now essential to respond to world challenges and globalization, towards which Europe is still lagging behind. The current problem is that if the mainstream state, Germany, is blocked by an uncertain electoral outcome, the situation inevitably reflects on the European institutions and the other twenty-six countries as well. This practical example clearly tells us that national states should decrease their importance in the Union through the sale of substantial quotas for sovereignty, but for a Europe that is actually serving the peoples and the community, and not as the common sense only sends us to the big financial institutions. In the end, in spite of everything, at least at this stage, Merkel's presence is still a great guarantee and not just the least worse (although we would need much better).

La crisis política alemana está afectando a Europa

La crisis política alemana tendrá repercusiones inevitables en Europa, cualquiera que sea la solución en Berlín, excepto tal vez una nueva emisión de la gran coalición, que, sin embargo, es esencial para los socialistas, que en la actualidad no están disponibles. El tema central sigue siendo el futuro de Angela Merkel, pero ahora el canciller no parece garantizar por sí solo esa estabilidad a la que el país alemán se ha acostumbrado durante años. La estasis posterior a las elecciones tiene una situación muy incierta, donde siempre existe la amenaza de nuevas elecciones. Para Bruselas, los escenarios que se abren son básicamente tres. En el primer caso, el partido riguroso tiene el mejor y para el Sindicato significa revisar las políticas de expansión financiera y volver al túnel de la recesión; políticamente esto significaría un aumento en el gusto de los partidos y movimientos contra Europa, lo que podría poner al proyecto europeo en un alto riesgo de una crisis total de confianza en las clases sociales debido a las políticas que Bruselas debería imponer a los estados nacionales . La segunda opción posible es contraria a la primera, pero es menos probable; en este caso, también tendrían la mejor potencia en Alemania, lo que sería contrario al rigor, y esto podría favorecer una fase continental marcada por la expansión económica, con posibles reflexiones sobre la inflación, lo que podría haber incrementado los valores. Los sectores de finanzas, crédito e industria de Alemania se oponen firmemente a este escenario y solo podría sostenerse con Merkel como garante. El tercer escenario se asemeja al pasado político alemán reciente: contemplar, es decir, la posibilidad de recrear la gran coalición. En este momento, la hipótesis es menos probable porque los socialistas han rechazado esta posibilidad desde la campaña electoral; Sin embargo, si desea evitar nuevas elecciones, con resultados totalmente inesperados ahora, esta opción podría ayudar a evitar un descarrilamiento de políticas peligrosas en la derecha y, sobre todo, a aplicar una política financiera tímida en el ámbito europeo que pueda continuar la tendencia. del crecimiento actual. Evitar nuevas elecciones también podría abrumar la posibilidad de una derrota de Merkel, lo que llevaría a la salida de la escena política. Ciertamente, también existe la posibilidad de que la reacción de las urnas, con nuevas elecciones, revierta el resultado anterior del Partido Socialista y disminuya su victoria, pero correr ese riesgo sería irresponsable. Independientemente de lo decepcionado que pueda haber sido para Merkel, con su rigidez fiscal a veces oscurecida que ha contraído las economías europeas (excepto el alemán), también es cierto que sin su mediación la corriente la política monetaria, que invirtió, aunque no mucho, la tendencia a la recesión. Para Europa, es importante no cambiar esta dirección del desarrollo, no solo por razones obvias de crecimiento, sino también por razones políticas, económicas y económicas. Los desafíos a los que se enfrenta la Unión requieren una unidad de intención, que no debe sufrir alteraciones, y por lo tanto, el frágil equilibrio en el que se basan los Estados principales no debe verse comprometida. Las intenciones de crear una defensa europea común, un presupuesto común de la zona del euro, una política migratoria global, la colaboración contra el terrorismo y el desarrollo sostenible (que forma parte de la lucha contra la contaminación) se han convertido en los temas ahora esenciales para responder a los desafíos mundiales y la globalización, hacia los cuales Europa todavía se está quedando atrás. El problema actual es que si el estado dominante, Alemania, es bloqueado por un resultado electoral incierto, la situación inevitablemente se refleja en las instituciones europeas y en los otros veintiséis países también. Este ejemplo práctico nos dice claramente que los estados nacionales deberían disminuir su importancia en la Unión mediante la venta de cuotas sustanciales para la soberanía, pero para una Europa que realmente está sirviendo a los pueblos y a la comunidad, y no como la el sentido común solo nos envía a las grandes instituciones financieras. Al final, a pesar de todo, al menos en esta etapa, la presencia de Merkel sigue siendo una gran garantía y no solo la peor (aunque necesitaríamos mucho mejor).

Die deutsche politische Krise hat Auswirkungen auf Europa

Die deutsche politische Krise wird unvermeidlich Auswirkungen in Europa, was auch immer die Lösung sein wird, die in Berlin, außer vielleicht eine Wiederholung der großen Koalition, für das jedoch wesentlich Sozialisten, die derzeit nicht verfügbar materialisieren wird. Die zentrale Frage bleibt die Zukunft von Angela Merkel, aber der Kanzler allein scheint die Stabilität, an die das deutsche Land seit Jahren gewöhnt ist, nicht mehr zu sichern. Die Stasis nach der Wahl hat eine sehr unsichere Situation, in der immer neue Wahlen drohen. Für Brüssel sind die sich öffnenden Szenarien im Wesentlichen drei. Im ersten Fall hat die rigorose Partei das Beste und bedeutet für die Union, die Politik der finanziellen Expansion zu revidieren und in den Tunnel der Rezession zurückzukehren. politisch wäre es eine Erhöhung der Zufriedenheit der Parteien und Bewegungen gegen Europa, in der Lage zu einem großen Risiko stellt das europäische Projekt für eine Gesamtvertrauenskrise in sozialen Klassen wegen der Politik verstanden, die nach Brüssel unwahrscheinlich ist es auf Nationalstaaten zu verhängen, gezwungen wäre, . Die zweite mögliche Option ist im Gegensatz zu der ersten, aber weniger wahrscheinlich; in diesem Fall würde sie die Strenge die besten Kräfte in Deutschland entgegen und dies ein kontinentales Phase durch eine wirtschaftliche Expansion, mit möglichen Auswirkungen auf die Inflation gekennzeichnet fördern könnten, die Werte zu erhöhen haben könnte. Dieses Szenario wird von den Finanz-, Kredit- und Industriesektoren in Deutschland heftig bekämpft und konnte nur mit Merkel als Bürgen aufrechterhalten werden. Das dritte Szenario ähnelt der jüngsten politischen Vergangenheit in Deutschland: Kontemplation, das heißt, die Möglichkeit, die große Koalition nachzubilden. Zu diesem Zeitpunkt ist die Hypothese weniger wahrscheinlich, weil die Sozialisten diese Möglichkeit seit dem Wahlkampf abgelehnt haben; Allerdings, wenn Sie mit den Ergebnissen Neuwahlen vermeiden wollen nun völlig unerwartet, könnte diese Option helfen, eine gefährliche politische Drift nach rechts und vor allem weitermachen ein zu vermeiden, wenn auch bescheidene, Finanzpolitik in Europa und anderswo, kann den Trend fortsetzen des aktuellen Wachstums. Die Vermeidung von Neuwahlen könnte auch die Möglichkeit einer Merkel-Niederlage überwältigen, die zum Ausstieg aus der politischen Szene führen würde. Sicherlich gibt es auch die Möglichkeit, dass das Urteil der Urnen mit neuen Wahlen, das vorherige Ergebnis der Sozialistischen Partei spitzt und Dekrete den Sieg, aber nehmen Sie ein Glücksspiel wie das wäre unverantwortlich. Wie haben sich mit ihrer Einführung unwillkommene Merkel, gewesen sein mag, manchmal stumpf, der Haushalt Steifigkeit, die europäischen Volkswirtschaften in Auftrag gegeben hat (mit Ausnahme der deutschen eins), ist es auch wahr, dass wäre ohne seine Vermittlung nicht die aktuelle Lage gewesen zu bekommen Geldpolitik, die, wenn auch nicht viel, den Trend der Rezession umkehrte. Für Europa ist es wichtig, diese Entwicklungsrichtung nicht nur aus offensichtlichen Gründen für Wachstum, sondern auch aus politischen, wirtschaftlichen und wirtschaftlichen Gründen zu ändern. Die Herausforderungen die Union steht vor erfordern eine Einheit des Zwecks, der sollte nicht verändert und damit das fragile Gleichgewicht die Verbindungen zwischen den großen Staaten zugrunde liegen, sollte nicht beeinträchtigt werden. Die Absichten von einer gemeinsamen europäischen Verteidigung zu schaffen, einen gemeinsamen Haushalt der Euro-Zone, eine Gesamtmigrationspolitik, die Zusammenarbeit gegen den Terrorismus und die nachhaltige Entwicklung (in der ein Teil des Kampfes gegen die Verschmutzung), haben jetzt werden die wesentlichen Fragen zu Adresse den weltweiten Herausforderungen und der Globalisierung, denen Europa noch immer hinterherhinkt. Das aktuelle Problem ist, dass, wenn der Hauptzustand, Deutschland, von einem ungewissen Ausgang blockiert ist, wird die Situation unweigerlich auf den europäischen Institutionen reflektiert und auch über die anderen sechsundzwanzig Länder. Dieses Beispiel aus der Praxis zeigt uns deutlich, dass die Nationalstaaten ihre Bedeutung in der Union, durch den Verkauf von großen Aktien der Souveränität zugunsten jedoch verringern sollen, von einem Europa, das in der Tat ist es, die Menschen zu dienen und die Gemeinschaft und nicht, wie die der gesunde Menschenverstand schickt uns nur zu den großen Finanzinstitutionen. Am Ende ist Merkels Anwesenheit zumindest in dieser Phase immer noch eine große Garantie und nicht nur die schlechteste (obwohl wir viel besser brauchen würden).

La crise politique allemande a un impact sur l'Europe

La crise politique allemande aura des répercussions inévitables en Europe, quelle que soit la solution à Berlin, sauf peut-être une relance de la grande coalition, pourtant essentielle aux socialistes, actuellement indisponible. La question centrale reste l'avenir d'Angela Merkel, mais à l'heure actuelle, le chancelier ne semble pas à lui seul assurer cette stabilité à laquelle le pays allemand est habitué depuis des années. La stase post-électorale a une situation très incertaine, où il y a toujours la menace de nouvelles élections. Pour Bruxelles, les scénarios qui s'ouvrent sont essentiellement trois. Dans le premier cas, la partie la plus rigoureuse a le meilleur et pour l'Union, il s'agit de réviser les politiques d'expansion financière et de revenir au tunnel de la récession; politiquement, cela signifierait une augmentation du goût des partis et mouvements contre l'Europe, ce qui pourrait mettre le projet européen en danger pour une crise totale de confiance dans les classes sociales à cause des politiques que Bruxelles devrait imposer aux états nationaux . La deuxième option possible est contraire à la première mais moins probable; dans ce cas, ils auraient aussi le meilleur pouvoir en Allemagne, ce qui serait contraire à la rigueur, et cela pourrait favoriser une phase continentale marquée par l'expansion économique, avec des réflexions possibles sur l'inflation, qui pourraient avoir augmenté les valeurs. Ce scénario est fortement contré par les secteurs de la finance, du crédit et de l'industrie en Allemagne et ne pourrait être soutenu que par Merkel en tant que garant. Le troisième scénario ressemble au passé politique allemand récent: envisager, c'est-à-dire la possibilité de recréer la grande coalition. En ce moment l'hypothèse est moins probable parce que les socialistes ont refusé cette possibilité depuis la campagne électorale; cependant, si vous voulez éviter de nouvelles élections, avec des résultats totalement inattendus maintenant, cette option pourrait aider à éviter un déraillement de politique dangereux sur la droite et, surtout, à poursuivre une politique financière timide dans le domaine européen qui peut poursuivre la tendance de la croissance actuelle. Éviter de nouvelles élections pourrait également submerger la possibilité d'une défaite de Merkel, ce qui conduirait à la sortie de la scène politique. Certes, il y a aussi la possibilité que la réaction des sondages, avec de nouvelles élections, renverse l'ancien résultat du Parti socialiste et diminue sa victoire, mais courir un tel risque serait irresponsable. Indépendamment de la déception que cela a pu avoir pour Merkel, avec sa rigidité budgétaire parfois obscure qui a contraint les économies européennes (sauf l'allemand), il est également vrai que sans sa médiation, l'actuel la politique monétaire, qui a inversé, mais pas beaucoup, la tendance de la récession. Pour l'Europe, il est important de ne pas changer cette direction de développement non seulement pour des raisons évidentes de croissance, mais aussi pour des raisons politiques, économiques et économiques. Les défis auxquels l'Union est confrontée exigent une unité d'intention, qui ne doit subir aucune modification, et par conséquent, l'équilibre fragile sur lequel les grands États sont basés ne doit pas être compromis. Les intentions de créer une défense européenne commune, un budget commun de la zone euro, une politique migratoire globale, la collaboration contre le terrorisme et le développement durable (qui fait partie de la lutte contre la pollution) sont devenus les thèmes désormais essentiels pour répondre défis mondiaux et la mondialisation, vers laquelle l'Europe est encore à la traîne. Le problème actuel est que si l'Etat dominant, l'Allemagne, est bloqué par un résultat électoral incertain, la situation se répercute inévitablement sur les institutions européennes et les vingt-six autres pays. Cet exemple pratique nous dit clairement que les Etats nationaux devraient diminuer leur importance dans l'Union par la vente de quotas substantiels pour la souveraineté, mais pour une Europe qui sert réellement les peuples et la communauté, et non comme le le bon sens nous envoie seulement aux grandes institutions financières. En fin de compte, malgré tout, au moins à ce stade, la présence de Merkel est toujours une grande garantie et pas seulement la moins pire (bien que nous aurions besoin de beaucoup mieux).

A crise política alemã tem um impacto na Europa

A crise política alemã terá repercussões inevitáveis ​​na Europa, o que quer será a solução que vai se materializar em Berlim, exceto, talvez, uma repetição da grande coalizão, para o qual, no entanto, os socialistas essenciais, actualmente indisponível. A questão central continua a ser o futuro da Angela Merkel, mas agora o chanceler sozinho não parecem fornecer a estabilidade que o país alemão está acostumado há anos. A estase pós-eleitoral tem uma situação muito incerta, onde sempre existe a ameaça de novas eleições. Para Bruxelas, os cenários que abrem são basicamente três. No primeiro caso, o partido pena tem o melhor e para a União significa rever as políticas de expansão financeiros e voltar para o túnel de recessão; politicamente, isso significaria um aumento na satisfação dos partidos e movimentos contra a Europa, capaz de colocar em grande risco o projecto europeu para uma total crise de confiança em classes sociais por causa de políticas que não são susceptíveis de Bruxelas seria forçado a impor aos Estados nacionais . A segunda opção possível é contrária ao primeiro, mas menos provável; Neste caso, eles teriam as melhores forças, na Alemanha ao contrário do rigor e isso poderia fomentar uma fase continental marcado por uma expansão econômica, com possíveis repercussões sobre a inflação, que podem ter valores crescentes. Este cenário é fortemente contestado pela finanças, crédito e da indústria na Alemanha e pode ser suportado apenas com Merkel como um fiador. O terceiro cenário se assemelha ao recente passado político alemão: contemplar, isto é, a possibilidade de recriar a grande coalizão. Neste momento, a hipótese é menos provável porque os socialistas recusaram essa possibilidade desde a campanha eleitoral; No entanto, se você quiser evitar novas eleições, com os resultados agora totalmente inesperados, esta opção pode ajudar a evitar uma deriva política perigosa para a direita e, acima de tudo, manter uma, embora a política modesta, financeira na Europa e em outros lugares, pode continuar a tendência do crescimento atual. Evitar novas eleições também poderia oprimir a possibilidade de uma derrota de Merkel, o que levaria à saída da cena política. Certamente, há também a possibilidade de que o veredicto das urnas, com novas eleições, derrubando o resultado anterior do Partido Socialista e decreta a vitória, mas tomar uma aposta como essa seria irresponsável. Como pode ter sido indesejada Merkel, com a sua imposição, às vezes obtuso, de rigidez orçamental, que contraiu economias europeias (excluindo o alemão), também é verdade que sem sua mediação não teria sido capaz de obter a corrente política monetária, que reverteu, embora não muito, a tendência da recessão. Para a Europa, é importante não para mudar a direção desse desenvolvimento, não só por razões óbvias de crescimento, mas também a questões políticas, que nas econômicas estão intimamente ligadas. Os desafios que a União enfrenta exigem uma unidade de propósito, que não deve ser alterada, e, assim, o frágil equilíbrio subjacente as ligações entre os principais estados não deve ser comprometida. As intenções de criar uma defesa comum europeia, um orçamento comum da zona do euro, uma política de migração global, a cooperação contra o terrorismo eo desenvolvimento sustentável (em que parte da luta contra a poluição), tornaram-se agora as questões essenciais para o endereço para os desafios mundiais e a globalização, para a qual a Europa ainda está atrasada. O problema atual é que, se o estado principal, Alemanha, está bloqueada por um resultado incerto, a situação se reflete inevitavelmente às instituições europeias e também sobre os outros vinte e seis países. Este exemplo prático nos diz claramente que os Estados-nação deve diminuir a sua importância na União, através da venda de grandes parcelas de soberania a favor, no entanto, de uma Europa que é realmente para servir o povo e com a comunidade e não, como a O bom senso só nos envia para as grandes instituições financeiras. No final, apesar de tudo, pelo menos nesta fase, a presença de Merkel ainda uma grande garantia e não é apenas o menos ruim (embora seria necessário muito melhor).

Немецкий политический кризис затрагивает Европу

Немецкий политический кризис будет иметь неизбежные последствия в Европе, каково бы ни было решение в Берлине, за исключением, возможно, переизбрания великой коалиции, которая, однако, является существенной для социалистов, в настоящее время недоступна. Главной проблемой остается будущее Ангелы Меркель, но к настоящему времени, как представляется, только канцлер не обеспечивает такую ​​стабильность, к которой немецкая страна использовалась годами. Послевыборный застой имеет очень неопределенную ситуацию, когда всегда существует угроза новых выборов. Для Брюсселя сценарии, которые открываются, в основном три. В первом случае строгая партия имеет лучшее, а для Союза - пересмотр политики финансовой экспансии и возвращение в туннель рецессии; политически это означало бы увеличение нравов партий и движений против Европы, что могло бы поставить европейский проект под высокий риск полного кризиса доверия к социальным классам из-за политики, которую Брюссель должен был навязать национальным государствам , Второй возможный вариант противоречит первому, но менее вероятному; в этом случае у них была бы лучшая власть в Германии, что противоречило бы строгости, и это могло бы способствовать континентальной фазе, отмеченной экономической экспансией, с возможными отражениями в отношении инфляции, которые могли бы иметь более высокие значения. Этот сценарий сильно противостоит финансовым, кредитным и промышленным секторам Германии и может быть поддержан только Меркель в качестве гаранта. Третий сценарий напоминает недавнее политическое прошлое Германии: созерцайте, то есть, возможность воссоздания великой коалиции. В это время гипотеза менее вероятна, потому что социалисты отказались от этой возможности после избирательной кампании; однако, если вы хотите избежать новых выборов, с совершенно неожиданными результатами в настоящее время, этот вариант может помочь избежать опасного политического схода с правого строя и, прежде всего, провести застенчивую финансовую политику в европейской области, которая может продолжить тенденцию текущего роста. Избежание новых выборов также могло бы ошеломить возможность поражения Меркель, что приведет к выходу с политической сцены. Разумеется, есть вероятность, что реакция избирателей с новыми выборами отменяет прежний результат Социалистической партии и уменьшает ее победу, но такой риск будет безответственным. Независимо от того, насколько разочарован он мог быть для Меркель, с его иногда скрытой фискальной жесткостью, которая затронула европейские экономики (кроме немецких), верно и то, что без его посредничества текущий денежно-кредитная политика, которая отменила, хотя и не очень, тенденцию к рецессии. Для Европы важно не менять это направление развития не только по очевидным причинам для роста, но и по политическим, экономическим и экономическим причинам. Задачи, стоящие перед Союзом, требуют единства намерений, которые не должны подвергаться никаким изменениям, и, следовательно, хрупкое равновесие, на котором основываются основные государства, не должно быть скомпрометировано. Намерения создать общую европейскую защиту, общий бюджет в еврозоне, общую миграционную политику, сотрудничество в борьбе с терроризмом и устойчивое развитие (которая является частью борьбы с загрязнением) стали темами, которые сейчас необходимы для к мировым проблемам и глобализации, к которым Европа все еще отстает. Нынешняя проблема заключается в том, что если основное государство, Германия, блокируется неопределенным результатом выборов, ситуация неизбежно отразится на европейских институтах и ​​других 26 странах. Этот практический пример ясно говорит нам о том, что национальные государства должны уменьшить свое значение в Союзе путем продажи существенных квот на суверенитет, но для Европы, которая фактически служит народам и сообществу, а не как здравый смысл только посылает нас в крупные финансовые учреждения. В конце концов, несмотря на все, по крайней мере на этом этапе, присутствие Меркель по-прежнему является большой гарантией, а не только наименее хуже (хотя нам нужно было бы намного лучше).