Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

venerdì 26 ottobre 2018

L'impossibilità di sanzionare l'Arabia Saudita

L’assassinio del giornalista saudita compiuto dal regime di Riad ha avuto come conseguenza quella di provocare una reazione che non si è mai verificata per nessuna delle nefandezze compiute in precedenza dall’Arabia Saudita; infatti non sono bastate le ripetute violazioni dei diritti umani continuamente perpetrate nel paese arabo e neppure le violenze, spesso gratuite o causate da crudele incompetenza, compiute dai militari sauditi nel conflitto dello Yemen anche ai danni di bambini e di donne per determinare una riprovazione internazionale di tale livello. Questo sentimento che ha pervaso la comunità internazionale rappresenta, dunque, una novità nei confronti dell’Arabia Saudita, che, soltanto il governo canadese aveva manifestato in precedenza, entrando in contrasto con Riad. Se le manifestazioni di avversione ai sauditi sono da registrare positivamente, resta il rammarico per non essere arrivate prima e, sopratutto andranno valutate con gli effetti concreti che sapranno e potranno produrre. Questo aspetto è il più rilevante, perchè investe le relazioni dei paesi occidentali con la monarchia saudita e difficilmente potrà avere un impatto tale da potere condizionare i modi di Riad. I rapporti tra i paesi occidentali e l’Arabia Saudita sono contraddistinti da un elevato livello di scambi commerciali, nei quali la bilancia dei pagamenti pende con notevole favore per l’occidente e gli investimenti arabi, grazie alla liquidità fornita dal greggio, sono una parte rilevante nel panorama delle economie occidentali; a ciò si devono aggiungere le forniture di petrolio, che sono essenziali per le industrie europee ed americane. I rapporti sono quindi molto consolidati e possono difficilmente subire variazioni, certo l’interrogativo etico se è lecito fare affari con un regime del genere ora è soltanto una domanda retorica, cui andava data una risposta differente molti anni prima. Una delle possibili sanzioni che è stata pensata, anche dal parlamento europeo, seppure soltanto nell’ultima settimana, è quella di sospendere la vendita di armamenti, ma si tratta di un settore dove l’Arabia Saudita rappresenta il secondo compratore mondiale, dopo l’India, che ha incrementato la sua spesa militare del 225% negli ultimi cinque anni: un investimento, che attualmente rappresenta il 10% delle transazioni mondiali. Si tratta, come è evidente, di cifre enormi, che riguardano tutti i paesi occidentali e che interessano un grande numero di industrie con una grande quantità di posti di lavoro impiegati. Non ha caso il presidente americano Trump ha parlato espressamente  di una possible perdita di un milione di posti di lavoro, nel caso di un embargo contro l’Arabia Saudita. Se i numeri di Trump non sembrano essere sostenuti da dati concreti, il danno economico del possibile blocco alla vendita, sostenuto anche dai democratici e da parte dei repubblicani americani, appare inequivocabile, rendendo praticamente impossibile la volontà di chi vuole attuare il  blocco della vendita delle armi a Riad. Tuttavia esiste anche una ulteriore motivazione, oltre a quella economica, che impedisce di bloccare le armi verso i sauditi: impedire l’ingresso nel marcato saudita a russi e cinesi, che hanno più volte tentato, senza alcun, successo, di vendere i propri armamenti all’Arabia. Mantenere aperto il canale della vendita delle armi con i sauditi significa, sopratutto per gli Stati Uniti non compromettere il legame diplomatico, rinforzato dopo l’elezione di Trump, tra Riad e Washington, giudicato essenziale per il contenimento dell’Iran nello scacchiere medio orientale, ciò rientra anche negli interessi di Israele, che continua la sua alleanza non ufficiale con l’Arabia  contro Teheran. L’impatto sugli assetti mediorientali subirebbe quindi delle variazioni attualmente non definibili, perchè un eventuale embargo occidentale degli armamenti potrebbe produrre delle reazioni diplomatiche tali da incidere sugli attuali scenari, scatenando un riassetto fortemente variato, dove la leadership americana potrebbe subire dei ridimensionamenti in grado di apportare a pericolose decisioni, sopratutto con una amministrazione come quella attuale insediata alla Casa Bianca. Occorre ricordare anche che  parte delle forniture in armamenti acquistate dall’Arabia Saudita vengono trasferite a quei paesi alleati, sempre di religione sunnita, che non hanno i sufficienti mezzi economici da investire in materiale bellico, ma, che, Riad ha tutto l’interesse affinché mantengano un esercito adeguatamente equipaggiato, primo fra tutti l’Egitto. Per questi motivi gli USA attueranno una ritorsione di tipo individuale esclusivamente contro gli esecutori dell’assassinio del giornalista e non contro i mandanti, ciò però pone ancora una volta l’interrogativo della convenienza di determinate alleanze da parte di paesi democratici con nazioni che sono espressione di sistemi di governo fortemente dittatoriali e quindi contro i valori fondanti dell’occidente.

The impossibility of sanctioning Saudi Arabia

The assassination of the Saudi journalist carried out by the Riad regime has resulted in a reaction that has never occurred for any of the atrocities carried out previously by Saudi Arabia; in fact the repeated violations of human rights perpetrated in the Arab country were not enough, nor even the violence, often gratuitous or caused by cruel incompetence, carried out by the Saudi military in the Yemeni conflict also to the detriment of children and women to bring about an international disapproval of this level. This sentiment that has pervaded the international community, therefore, represents a novelty with regard to Saudi Arabia, which only the Canadian government had previously expressed, coming into conflict with Riyadh. If the manifestations of aversion to the Saudis are to be registered positively, there remains the regret for not having arrived before and, above all, will have to be evaluated with the concrete effects that they will know and can produce. This aspect is the most relevant, because it invests the relations of Western countries with the Saudi monarchy and can hardly have such an impact as to influence the ways of the Riad. The relations between Western countries and Saudi Arabia are characterized by a high level of trade, in which the balance of payments hangs with considerable favor for the West and the Arab investments, thanks to the liquidity provided by the crude oil, are a part relevant in the panorama of western economies; to this must be added the oil supplies, which are essential for European and American industries. Relationships are therefore very consolidated and can hardly change, certainly the ethical question if it is lawful to do business with such a regime is now only a rhetorical question, which was given a different answer many years before. One of the possible sanctions that has been thought, even by the European Parliament, even if only in the last week, is to suspend the sale of armaments, but it is a sector where Saudi Arabia is the second largest buyer, after the India, which has increased its military spending by 225% in the last five years: an investment, which currently represents 10% of global transactions. It is, as is evident, huge figures, which affect all Western countries and which affect a large number of industries with a large amount of jobs employed. It is no coincidence that US President Trump has spoken explicitly of a possible loss of one million jobs, in the case of an embargo against Saudi Arabia. If the figures of Trump do not seem to be supported by concrete data, the economic damage of the possible sale block, supported also by the Democrats and by the American republicans, seems unequivocal, making the will of those who want to block the sale of the weapons in Riyadh. However, there is also a further motivation, in addition to the economic one, which prevents arms being closed to the Saudis: preventing the entry into Saudi Arabia to Russians and Chinese, who have repeatedly tried, without any success, to sell their armaments Arabia. Keeping the arms sales channel open with the Saudis means, especially for the United States, not to compromise the diplomatic tie, reinforced after Trump's election, between Riyadh and Washington, which is considered essential for the containment of Iran in the Middle Eastern chessboard, this is also in the interests of Israel, which continues its unofficial alliance with Arabia against Tehran. The impact on the Middle Eastern assets would therefore undergo variations that are currently not definable, because a possible Western arms embargo could produce diplomatic reactions that could affect the current scenarios, triggering a highly varied reorganization, where the American leadership could undergo some downsizing. to make dangerous decisions, especially with an administration like the current one established in the White House. It should also be remembered that part of the arms supplies purchased from Saudi Arabia are transferred to those allied countries, always of Sunni religion, who do not have sufficient economic means to invest in war material, but that, Riad has every interest in keep an army properly equipped, first of all Egypt. For these reasons, the USA will carry out an individual retaliation exclusively against the perpetrators of the journalist's murder and not against the principals, but this once again raises the question of the convenience of certain alliances by democratic countries with nations that are of strongly dictatorial government systems and therefore against the fundamental values ​​of the West.

La imposibilidad de sancionar a Arabia Saudita.

El asesinato del periodista saudí llevado a cabo por el régimen de Riad ha dado lugar a una reacción que nunca ha ocurrido por ninguna de las atrocidades cometidas anteriormente por Arabia Saudita; de hecho, las repetidas violaciones de los derechos humanos perpetrados en el país árabe no fueron suficientes, ni siquiera la violencia, a menudo gratuita o provocada por una cruel incompetencia, llevada a cabo por el ejército saudí en el conflicto yemení en detrimento de niños y mujeres para provocar una desaprobación internacional de este nivel Este sentimiento que ha invadido a la comunidad internacional, por lo tanto, representa una novedad con respecto a Arabia Saudita, que solo el gobierno canadiense había expresado previamente, entrando en conflicto con Riad. Si las manifestaciones de aversión a los saudíes deben registrarse de manera positiva, subsiste el pesar por no haber llegado antes y, sobre todo, habrá que evaluarlas con los efectos concretos que conocerán y podrán producir. Este aspecto es el más relevante, ya que invierte las relaciones de los países occidentales con la monarquía saudí y apenas puede tener un impacto tal que influya en las formas del Riad. Las relaciones entre los países occidentales y Arabia Saudita se caracterizan por un alto nivel de comercio, en el que la balanza de pagos cuelga con un favor considerable para Occidente y las inversiones árabes, gracias a la liquidez proporcionada por el petróleo crudo, son una parte importante. Relevante en el panorama de las economías occidentales; A esto hay que añadir los suministros de petróleo, que son esenciales para las industrias europeas y americanas. Por lo tanto, las relaciones están muy consolidadas y casi no pueden cambiar. Sin duda, la cuestión ética si es lícito hacer negocios con un régimen de este tipo es ahora solo una pregunta retórica, que recibió una respuesta diferente muchos años antes. Una de las posibles sanciones que se ha pensado, incluso por el Parlamento Europeo, aunque solo sea en la última semana, es suspender la venta de armamentos, pero es un sector donde Arabia Saudita es el segundo mayor comprador, después de India, que ha aumentado su gasto militar en un 225% en los últimos cinco años: una inversión, que actualmente representa el 10% de las transacciones globales. Es, como es evidente, enormes cifras, que afectan a todos los países occidentales y que afectan a un gran número de industrias con una gran cantidad de empleos empleados. No es casualidad que el presidente estadounidense Trump haya hablado explícitamente de una posible pérdida de un millón de empleos, en el caso de un embargo contra Arabia Saudita. Si las cifras de Trump no parecen estar respaldadas por datos concretos, el daño económico del posible bloque de venta, apoyado también por los demócratas y por los republicanos estadounidenses, parece inequívoco, lo que hace que la voluntad de aquellos que quieren bloquear la venta de la armas en riyadh. Sin embargo, también hay una motivación adicional, además de la económica, que impide que los saudíes cierren las armas: evitar la entrada a Arabia Saudita de rusos y chinos, que han intentado repetidamente, sin ningún éxito, vender sus armamentos. Saudita. Mantener el canal de venta de armas abierto con los medios saudíes, especialmente para los Estados Unidos, no comprometer el vínculo diplomático, reforzado después de la elección de Trump, entre Riad y Washington, que se considera esencial para la contención de Irán en el tablero de ajedrez del Medio Oriente. Esto también beneficia a Israel, que continúa su alianza no oficial con Arabia contra Teherán. Por lo tanto, el impacto en los activos del Medio Oriente sufriría variaciones que actualmente no se pueden definir, ya que un posible embargo de armas por parte de Occidente podría producir reacciones diplomáticas que podrían afectar los escenarios actuales, desencadenando una reorganización muy variada, donde el liderazgo estadounidense podría sufrir algunas reducciones. Tomar decisiones peligrosas, especialmente con una administración como la actual establecida en la Casa Blanca. También se debe recordar que parte de los suministros de armas comprados a Arabia Saudita se transfieren a esos países aliados, siempre de religión sunita, que no cuentan con los medios económicos suficientes para invertir en material de guerra, pero eso, Riad tiene mucho interés en mantener un ejército debidamente equipado, en primer lugar Egipto. Por estas razones, los Estados Unidos llevarán a cabo una represalia individual exclusivamente contra los perpetradores del asesinato del periodista y no contra los principales, pero esto plantea una vez más la cuestión de la conveniencia de ciertas alianzas por parte de países democráticos con naciones que son De sistemas de gobierno fuertemente dictatoriales y por lo tanto contra los valores fundamentales de Occidente.

Die Unmöglichkeit, Saudi-Arabien zu sanktionieren

Die Ermordung des saudischen Journalisten durch das Riad-Regime hat zu einer Reaktion geführt, die nie zuvor bei einer der zuvor von Saudi-Arabien begangenen Gräueltaten stattgefunden hat; in der Tat waren nicht genug, um wiederholte Verletzungen der Menschenrechte in dem arabischen Land immer wieder begangen und sogar Gewalt, oft frei oder durch grausame Unfähigkeit verursacht, durch die Militär Saudis im Jemen Konflikt erfolgte auch Kinder und Frauen begangen gegen eine internationale Verurteilung zu bestimmen diese Ebene. Diese Stimmung, die die internationale Gemeinschaft durchdrungen hat, stellt daher ein Novum in Bezug auf Saudi-Arabien dar, das zuvor nur die kanadische Regierung zum Ausdruck gebracht hatte und mit Riad in Konflikt geriet. Wenn die Manifestationen der Abneigung gegen die Saudis sollte positiv aufgenommen werden, bleibt es das Bedauern nicht vor kommen und vor allem wird auf die tatsächlichen Auswirkungen bewertet werden, wird und produzieren wird. Dieser Aspekt ist am relevantesten, weil er die Beziehungen der westlichen Länder mit der saudischen Monarchie einbezieht und kaum Einfluss auf die Wege des Riad haben kann. Die Beziehungen zwischen den westlichen Ländern und Saudi-Arabien durch ein hohes Maß an Handel gekennzeichnet sind, in denen die Zahlungsbilanz mit erheblichen Gefallen für den Westen und arabische Investitionen hängt dank der Liquidität von Rohöl, sie sind ein Teil relevant im Panorama der westlichen Wirtschaft; Hinzu kommen die Ölvorräte, die für die europäische und amerikanische Industrie unverzichtbar sind. Die Beziehungen sind daher sehr konsolidiert und können sich kaum ändern, sicherlich ist die ethische Frage, ob es legal ist, mit einem solchen Regime Geschäfte zu machen, nur eine rhetorische Frage, die viele Jahre zuvor eine andere Antwort erhalten hat. Eine der möglichen Sanktionen, die sogar vom Europäischen Parlament, wenn auch nur in der letzten Woche, in Betracht gezogen wurde, ist die Aussetzung des Verkaufs von Waffen, aber in diesem Sektor ist Saudi - Arabien der zweitgrößte Käufer, nach der Indien, das seine Militärausgaben in den letzten fünf Jahren um 225% erhöht hat: eine Investition, die derzeit 10% der globalen Transaktionen ausmacht. Es ist, wie man sieht, eine riesige Zahl, die alle westlichen Länder betrifft und eine große Anzahl von Industrien mit einer großen Anzahl von Arbeitsplätzen betrifft. Es ist kein Zufall, dass US-Präsident Trump im Falle eines Embargos gegen Saudi-Arabien ausdrücklich von einem möglichen Verlust von einer Million Arbeitsplätzen gesprochen hat. Wenn die Trump Zahlen scheinen nicht durch harte Daten unterstützt werden, den Verkauf der wirtschaftliche Schaden wie möglich blockieren, auch von den Demokraten und von US-Republikaner unterstützt, scheint es klar, so dass es praktisch unmöglich, den Willen derer, die den Verkaufs freeze implementieren möchten Waffen in Riad. Allerdings gibt es auch eine zusätzliche Motivation, neben dem wirtschaftlichen ein, die an den Saudis Verriegelungsarm verhindert: verweigert Eintritt in Saudi in russischer Sprache markiert und Chinesen, die immer wieder versucht haben, ohne Erfolg, ihre Waffen zu verkaufen Arabien. Halten Sie den Kanal offen von Waffenhandel mit den Saudis Mitteln, insbesondere für die Vereinigten Staaten nicht die diplomatischen Beziehungen zu gefährden, nach der Wahl von Trump verstärkt, zwischen Riad und Washington, als entscheidend für die Eindämmung des Irans im Nahen Osten Szenario, Dies liegt auch im Interesse Israels, das seine inoffizielle Allianz mit Arabien gegen Teheran fortsetzt. Die Auswirkungen auf dem Nahen Osten würden Anordnungen leiden, damit die Änderungen derzeit nicht definiert, weil eine westliche Waffenembargo keine diplomatischen Reaktionen hervorrufen könnte wie die aktuellen Szenarien beeinflussen, Funken eine sehr abwechslungsreiche Reorganisation, wo die US-Führung könnte geändert werden, um die Lage sein, gefährliche Entscheidungen zu treffen, vor allem mit einer Regierung wie der jetzigen im Weißen Haus. Wir sollten auch, dass ein Teil der Lieferungen an Waffen, die von Saudi-Arabien auf jene Verbündeten übertragen werden gekauft erinnern, immer des sunnitischen Islam, die in Kriegsmaterial nicht über ausreichende Mittel zu investieren, die aber, hat Riad jedes Interesse, um sicherzustellen, halte eine Armee richtig ausgerüstet, vor allem Ägypten. Aus diesen Gründen werden die Vereinigten Staaten eine intellektuelle Art von Vergeltung nur gegen die Urheber der Ermordung des Journalisten und nicht gegen die Prinzipien umzusetzen, jedoch stellt sich erneut die Frage nach der Zweckmäßigkeit bestimmter Bündnisse mit demokratischen Ländern mit Nationen, die ein Ausdruck sind von stark diktatorischen Regierungssystemen und damit gegen die Grundwerte des Westens.

L'impossibilité de sanctionner l'Arabie Saoudite

L'assassinat du journaliste saoudien perpétré sous le régime de Riad a provoqué une réaction qui ne s'est jamais produite pour aucune des atrocités commises précédemment par l'Arabie saoudite. En fait, les violations répétées des droits de l'homme perpétrées dans le pays arabe ne suffisent pas, pas plus que la violence, souvent gratuite ou provoquée par une cruelle incompétence, perpétrée par l'armée saoudienne dans le conflit yéménite, également au détriment des enfants et des femmes, pour susciter une désapprobation internationale de la justice. ce niveau. Ce sentiment qui a imprégné la communauté internationale représente donc une nouveauté par rapport à l’Arabie saoudite, que seul le gouvernement canadien avait précédemment exprimé, entrant en conflit avec Riyad. Si les manifestations d'aversion envers les Saoudiens doivent être enregistrées de manière positive, il reste le regret de ne pas être arrivé avant et devra avant tout être évalué avec les effets concrets qu'elles connaîtront et peuvent produire. Cet aspect est le plus pertinent, car il investit les relations des pays occidentaux avec la monarchie saoudienne et ne peut guère avoir un impact tel qu'il pèse sur les habitudes du Riad. Les relations entre les pays occidentaux et l'Arabie saoudite se caractérisent par un niveau d'échanges élevé, dans lequel la balance des paiements est très favorable à l'Occident et les investissements arabes, grâce à la liquidité fournie par le pétrole brut, font partie pertinent dans le panorama des économies occidentales; A cela, il faut ajouter les réserves de pétrole, essentielles pour les industries européennes et américaines. Les relations sont donc très consolidées et ne peuvent guère changer. Certes, la question éthique de savoir s'il est licite de faire affaire avec un tel régime n'est plus qu'une question rhétorique à laquelle une réponse différente avait été donnée bien des années auparavant. L’une des sanctions envisageables, même de la part du Parlement européen, ne serait-ce que la semaine dernière, était de suspendre la vente d’armements, mais c’est un secteur où l’Arabie saoudite est le deuxième acheteur, après le L'Inde, qui a augmenté ses dépenses militaires de 225% au cours des cinq dernières années: un investissement qui représente actuellement 10% des transactions mondiales. Il est évident que ce sont des chiffres énormes, qui touchent l’ensemble des pays occidentaux et qui touchent un grand nombre de secteurs où de nombreux emplois sont employés. Ce n'est pas un hasard si le président américain Trump a explicitement parlé d'une possible perte d'un million d'emplois, dans le cas d'un embargo contre l'Arabie saoudite. Si les chiffres de Trump ne semblent pas être étayés par des données concrètes, les dégâts économiques du bloc de vente possible, également soutenu par les démocrates et les républicains américains, semblent sans équivoque, rendant la volonté de ceux qui veulent bloquer la vente des armes à Riyad. Cependant, il existe également une autre motivation, en plus de la motivation économique, qui empêche que les armes ne soient fermées aux Saoudiens: empêcher l'entrée en Arabie Saoudite des Russes et des Chinois, qui ont tenté à plusieurs reprises, sans succès, de vendre leurs armes Arabie. Maintenir le canal de vente d'armes ouvert avec les Saoudiens signifie, en particulier pour les États-Unis, ne pas compromettre le lien diplomatique renforcé après l'élection de Trump entre Riyad et Washington, qui est considéré comme essentiel pour contenir l'Iran sur l'échiquier du Moyen-Orient, c’est aussi dans l’intérêt d’Israël, qui poursuit son alliance officieuse avec l’Arabie contre Téhéran. L'impact sur les actifs du Moyen-Orient subirait donc des variations qui ne sont actuellement pas définissables, car un éventuel embargo sur les armes occidentales pourrait entraîner des réactions diplomatiques susceptibles d'affecter les scénarios actuels, entraînant une réorganisation très variée et une possible réduction des effectifs de la direction américaine. prendre des décisions dangereuses, en particulier avec une administration comme celle en place à la Maison Blanche. Il convient également de rappeler qu’une partie des fournitures d’armes achetées à l’Arabie saoudite est transférée aux pays alliés, toujours de religion sunnite, qui n’ont pas les moyens économiques d’investir dans du matériel de guerre. garder une armée correctement équipée, en premier lieu l'Egypte. Pour ces raisons, les États-Unis mèneront des représailles individuelles exclusivement contre les auteurs du meurtre du journaliste et non contre les responsables, mais cela soulève à nouveau la question de la commodité de certaines alliances entre pays démocratiques et nations systèmes de gouvernement fortement dictatoriaux et donc contre les valeurs fondamentales de l’Occident.

A impossibilidade de sancionar a Arábia Saudita

O assassinato do jornalista saudita realizado pelo regime de Riad resultou em uma reação que nunca ocorreu por nenhuma das atrocidades cometidas anteriormente pela Arábia Saudita; na verdade, não eram suficientes repetidas violações dos direitos humanos continuamente perpetrados no país árabe e até mesmo violência, muitas vezes gratuitamente ou causada por incompetência cruel, levada a cabo pelos sauditas militares no Iêmen conflito também cometidos contra crianças e mulheres para determinar uma condenação internacional este nível. Este sentimento que permeava a comunidade internacional é, portanto, uma novidade contra a Arábia Saudita, que, apenas o governo canadense já havia manifestado, entrando em conflito com Riyadh. Se as manifestações de aversão aos sauditas devem ser registradas de forma positiva, continua a ser o arrependimento por não ter vindo antes e, acima de tudo, serão avaliados os efeitos reais que vai e vai produzir. Este aspecto é o mais relevante, porque investe as relações dos países ocidentais com a monarquia saudita e dificilmente pode ter um impacto tal que influencie os modos do Riad. As relações entre os países ocidentais e Arábia Saudita são caracterizados por um alto nível de comércio, em que o balanço de pagamentos trava com favor considerável para os investimentos ocidentais e árabes, graças à liquidez proporcionada pelo petróleo, eles são uma parte relevante no panorama das economias ocidentais; a isto devem ser adicionados os suprimentos de petróleo, que são essenciais para as indústrias européias e americanas. Os relatórios são, portanto, muito consolidado e dificilmente pode ser mudado, certamente a questão ética se é lícito fazer negócios com um tal regime é agora apenas uma pergunta retórica, o que lhe foi dada uma resposta diferente há muitos anos. Uma das possíveis sanções que foi pensado, até mesmo pelo Parlamento Europeu, embora apenas na última semana, é suspender a venda de armas, mas é uma indústria onde a Arábia Saudita é o segundo maior comprador do mundo, depois de ' A Índia, que aumentou seus gastos militares em 225% nos últimos cinco anos: um investimento, que atualmente representa 10% das transações globais. É, como é evidente, enormes números, que afetam todos os países ocidentais e que afetam um grande número de indústrias com uma grande quantidade de empregos empregados. Não é coincidência que o presidente dos Estados Unidos, Trump, fale explicitamente sobre uma possível perda de um milhão de empregos, no caso de um embargo contra a Arábia Saudita. Se os números Trump não parecem ser apoiadas por dados concretos, o dano econômico quanto possível bloquear a venda, também apoiada pelos democratas e pelos republicanos norte-americanos, parece claro, o que torna praticamente impossível a vontade de quem quer implementar o congelamento vendas armas em Riade. No entanto, há também uma motivação adicional, juntamente com o econômico, o que impede os braços de bloqueio para os sauditas: negar a entrada para a Arábia marcados em russo e chinês, que têm repetidamente tentou, sem sucesso, para vender suas armas Saudita. Mantenha o canal aberto de comércio de armas com os meios sauditas, especialmente para os Estados Unidos não comprometer as relações diplomáticas, reforçada após a eleição de Trump, entre Riad e Washington, considerados cruciais para a contenção do Irã no cenário do Oriente Médio, isso também é do interesse de Israel, que continua sua aliança não oficial com a Arábia contra Teerã. O impacto sobre o Oriente Médio sofreria arranjos para que as alterações não definido atualmente, porque um embargo de armas ocidental poderia produzir quaisquer reacções diplomáticas susceptíveis de afectar cenários atuais, o que provocou uma reorganização muito variada, onde a liderança dos Estados Unidos poderia ser alterado para ser capaz de tomar decisões perigosas, especialmente com uma administração como a atual estabelecida na Casa Branca. Devemos também lembrar que parte do abastecimento em armas compradas pela Arábia Saudita são transferidos para esses aliados, sempre do islamismo sunita, que não têm meios suficientes para investir em material de guerra, mas que, Riad tem todo o interesse para garantir mantenha um exército devidamente equipado, em primeiro lugar o Egito. Por estas razões, os Estados Unidos vão implementar um tipo de intelectual de retaliação apenas contra os autores do assassinato do jornalista e não contra os principais, no entanto, isso levanta mais uma vez a questão da oportunidade de certas alianças de países democráticos com as nações que são uma expressão de sistemas governamentais fortemente ditatoriais e, portanto, contra os valores fundamentais do Ocidente.

Невозможность санкционирования Саудовской Аравии

Убийство саудовского журналиста, проведенное режимом Риада, привело к реакции, которая никогда не происходила ни в одном из зверств, совершенных ранее Саудовской Аравией; на самом деле повторных нарушений прав человека, совершаемых в арабской стране, было недостаточно или даже насилия, часто безвозмездного или вызванного жестокой некомпетентностью, совершенной саудовскими военными в ходе йеменского конфликта, также в ущерб детям и женщинам, чтобы вызвать международное неодобрение этот уровень. Таким образом, это настроение, которое распространилось на международное сообщество, представляет собой новинку в отношении Саудовской Аравии, которую ранее заявляло только канадское правительство, вступая в конфликт с Эр-Риядом. Если проявления отвращения к саудовцам должны быть зарегистрированы положительно, остается сожаление о том, что они не прибыли раньше и, прежде всего, должны быть оценены с конкретными последствиями, которые они будут знать и могут произвести. Этот аспект является наиболее актуальным, поскольку он инвестирует отношения западных стран с саудовской монархией и вряд ли может иметь такое влияние, чтобы влиять на пути Риада. Отношения между западными странами и Саудовской Аравией характеризуются высоким уровнем торговли, в котором платежный баланс в значительной степени благоприятствует Западу и арабским инвестициям благодаря ликвидности, предоставляемой сырой нефтью, являются частью актуальные в панораме западных экономик; к этому нужно добавить поставки нефти, которые необходимы для европейской и американской промышленности. Поэтому отношения очень консолидированы и вряд ли могут измениться, безусловно, этический вопрос, если он законно вести дела с таким режимом, теперь является лишь риторическим вопросом, которому много лет назад был дан другой ответ. Один из возможных санкций, который, как считалось, даже Европарламентом, даже если он был на прошлой неделе, должен приостановить продажу вооружений, но это сектор, в котором Саудовская Аравия является вторым по величине покупателем после Индия, которая за последние пять лет увеличила свои военные расходы на 225%: инвестиции, которые в настоящее время составляют 10% глобальных транзакций. Это, как видно, огромные цифры, которые затрагивают все западные страны и которые влияют на большое количество отраслей с большим количеством занятых рабочих мест. Не случайно президент США Трамп прямо сказал о возможной потере миллиона рабочих мест, в случае эмбарго против Саудовской Аравии. Если цифры Трампа, похоже, не подтверждаются конкретными данными, экономический ущерб возможного блока продажи, поддерживаемый также демократами и американскими республиканцами, кажется однозначным, делая волю тех, кто хочет заблокировать продажу оружия в Эр-Рияде. Вместе с тем в дополнение к экономическому аспекту существует еще одна мотивация, которая препятствует закрытию оружия для саудовцев: предотвращение въезда в Саудовскую Аравию россиянам и китайцам, которые неоднократно пытались без каких-либо успехов продать свои вооружения Аравия. Сохранение канала продаж оружия с Саудовской Аравией означает, особенно для Соединенных Штатов, не скомпрометировать дипломатическую связь, усиленную после выборов Трампа, между Эр-Риядом и Вашингтоном, которая считается необходимой для сдерживания Ирана на ближневосточной шахматной доске, это также отвечает интересам Израиля, который продолжает свой неофициальный союз с Аравией против Тегерана. Таким образом, воздействие на ближневосточные активы подвергнется вариациям, которые в настоящее время не поддаются определению, поскольку возможное западное эмбарго на поставки оружия может привести к дипломатическим реакциям, которые могут повлиять на текущие сценарии, вызвав весьма разнообразную реорганизацию, где американское руководство может подвергнуться некоторому сокращению. принимать опасные решения, особенно с администрацией, подобной нынешней, установленной в Белом доме. Следует также помнить, что часть поставок оружия из Саудовской Аравии передается в эти союзнические страны, всегда из религии суннитов, у которых нет достаточных экономических средств для инвестирования в военный материал, но что у Риады есть все держите армию должным образом экипированной, прежде всего Египта. По этим причинам США будут осуществлять индивидуальное возмездие исключительно против лиц, виновных в убийстве журналиста, а не против руководителей, но это еще раз поднимает вопрос об удобстве определенных союзов демократическими странами со странами, которые сильно диктаторских государственных систем и, следовательно, против фундаментальных ценностей Запада.