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mercoledì 9 marzo 2011

La UE stanzia 6.000 milioni di euro per le ex dittature

In una Unione Europea, che procede in ordine sparso, nei confronti della guerra libica, l'organismo centrale pensa già, giustamente al dopo e non solo nei confronti di Tripoli. Lo stanziamento per favorire la democratizzazione dei paesi che intendono proseguire sulla strada delle riforme democratiche e dei diritti civili sarà di 6.000 milioni di euro. Non solo un aiuto, ma un vero e proprio investimento per avere degli interlocutori che non siano più dittature. A parte i primi 30 milioni di euro destinati agli aiuti immediati, il resto del consistente finanziamento sarà destinato a sviluppare la vita democratica di paesi dove tale indirizzo politico non è praticamente mai esistito, si tratterà di formare intere popolazioni all'esercizio dei diritti civili e politici, allo sviluppo di quelle associazioni, come partiti o sindacati, che costituiscono la spina dorsale di ogni paese democratico e che sono sempre stati soffocati dalle dittature. Non saranno trascurati aspetti economici che dovranno favorire lo scambio e l'accesso ai mercati ai popoli della sponda sud del Mediterraneo, lo sviluppo delle energie rinnovabili e la formazione professionale. La direzione presa dalla UE pare andare verso una collaborazione fattiva con le ex dittature in un quadro, che nel futuro potrà essere di reciproca collaborazione specialmente sui problemi comuni, che non sono pochi essendo su sponde opposte di uno stesso mare.

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