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mercoledì 9 marzo 2011

L'aumento artificioso del petrolio greggio

L'avanzata dei prezzi del greggio continua senza tregua, raggiunti i 116 dollari al barile, l'innalzamento del petrolio rischia di affogare la tanta agognata ripresa. La guerra libica, con la conseguente fermata di produzione di greggio è la responsabile della salita dei prezzi. Per colmare questo gap l'Arabia Saudita, per prima, seguita da Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Nigeria, aumenteranno la produzione del petrolio con l'intenzione di fare scendere il prezzo al barile. Si parla di un incremento consistente, per l'Arabia la produzione è già stata aumentata di 700.000 barili, mentre gli altri tre produttori riusciranno ad aumentare la loro produzione complessiva di 300.000 barili, ma solo ad inizio Aprile. Al momento si tratta di una strategia concordata solo dai quattro paesi che non è coperta dal benestare dell'OPEC, che, di fatto, non ha intrapreso alcuna strategia valida per tutti gli aderenti. Si è al corrente di consultazioni tra i paesi membri, ma si tratta soltanto di colloqui informali. E' chiaro che all'interno dell'OPEC sono presenti due linee di pensiero, che vertono su chi intende raffreddare la salita del prezzo, per contrastare il fenomeno inflattivo e chi, al contrario, preferisce trarre guadagno immediato, speculando sui fatti bellici in corso. In effetti la giustificazione della guerra libica, con la conseguente diminuzione della produzione appare artificiosa, giacchè la percentuale di greggio libico ammonta al solo 2 per cento del totale mondiale, di conseguenza l'aumento vertiginoso del prezzo al barile pare una pura manovra speculativa, anche alla luce del fatto che le aziende di raffinazione non pare abbiano riscontrato difficoltà nell'approvigionamento di greggio.

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