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venerdì 1 aprile 2011

Gheddafi prova la carta della crociata

Gheddafi lancia la provocazione della guerra di religione. La nuova tattica punta a delegittimare dal punto di vista religioso l'appoggio degli occidentali ai ribelli libici. Il gioco di Gheddafi ha il sapore di ultima spiaggia, ma fa leva su sentimenti molto pericolosi della nazione araba. La cautela di Obama era tesa proprio a non ferire i sentimenti degli arabi con un'azione sul loro suolo. Il seguito dei ribelli non è così sostanzioso come sembrava all'inizio, la Libia è divisa in due, nella Tripolitania i seguaci del rais sono ancora tanti. Ma il problema è fuori dalla Libia, dove è diretta la sollecitazione di Gheddafi. La Lega Araba ha già manifestato perplessità per il tenore delle azioni della coalizione dei volenterosi e se non ha ancora tolto il proprio appoggio alla missione è soltanto perchè, ormai tornare indietro costituirebbe un autogol diplomatico. Per l'Unione Africana vale lo stesso ragionamento. Le perplessità degli arabi, ad una azione sul proprio territorio, fanno parte dei sentimenti profondi della società civile, tuttavia, un fattore di parziale distrazione dall'argomento può essere stato lo stravolgimento in corso dovuto alle recenti manifestazioni che hanno segnato in questo inizio d'anno la maggior parte dei paesi arabi. La minaccia lanciata da Gheddafi può però attecchire facilmente nelle fasce più radicali ed estremizzate, che sono poi le più motivate ad attuare possibili ritorsioni. Il momento particolare che sta vivendo il mondo arabo è un magma difficile da decifrare, ma pare, francamente difficile che l'anatema del rais possa avere un seguito massiccio di popolazione, nonostante tutte le perplessità; semmai potrebbe essere più probabile un seguito numerico minore ma più motivato; se ciò fosse vero, un rischio potrebbe essere il verificarsi di attentati nei paesi che costituiscono i volenterosi, ma appare una eventualità peregrina, giacchè l'influenza religiosa di Gheddafi pare di non grande seguito.

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