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lunedì 2 maggio 2011
Gheddafi al bivio
I recenti appelli di Gheddafi alla trattativa, sia alla NATO che ai ribelli, sono caduti nel vuoto. Così come le minacce all'Italia, sono parse l'ultimo patetico tentativo di fare una qualche impressione. La posizione del rais si aggrava sempre di più, i missili dei volenterosi arrivano sempre più vicino, ma per il momento Gheddafi non sembra volere abbIandonare il campo, anche se pare avere dato corso a tutte le risorse possibili per ribaltare con l'esito del conflitto anche il proprio. Una trattativa con i ribelli non è più possibile: il conflitto è andato troppo avanti per le forze opposte a Tripoli, e dare una chance simile a Gheddafi significherebbe, almeno, accreditarlo ancora come detentore legittimo del potere. I ribelli puntano invece alla completa delegittimazione del rais, sopratutto per evitare che una parte della Libia, la Tripolitania, resti sotto il suo potere e costituisca in futuro la base dalla quale ripartire alla conquista dei territori staccatisi dallo stato originario. Appare evidente che per Gheddafi la permanenza a Tripoli non è più possibile, le strade sono solo due o l'eliminazione fisica o l'esilio. Fino a questo momento il colonnello ha cercato di prendere tempo, sperando in un evento che potesse rovesciare le sorti del conflitto, impantanato in una sorta di stasi per l'equilibrio delle forze. La NATO, invece, ha necessità di sbloccare la situazione per concludere nel minor tempo possibile il conflitto. Questa ragione spiega l'intensificazione degli attacchi aerei con la partecipazione anche di nuovi stati membri. Militarmente l'esercito regolare può contare ancora sulla supremazia di terra, in virtù di uomini meglio addestrati ed armati, ma che operano senza l'appoggio dell'arma aerea, completamente debellata, e con l'artiglieria ormai ridotta. Ma gli attacchi incessanti dei volenterosi, che possono colpire indisturbati, non paiono dare chence a Tripoli e tutto si riduce sulla durata del conflitto. In questo lasso di tempo Gheddafi andrà incontro al proprio destino, che potrebbe essere di esiliato di lusso, se si deciderà a partire verso uno degli stati africani, che ha lautamente finanziato, oppure se, nella migliore delle ipotesi, si vedrà contestare dal tribunale dell'Aja diversi capi di imputazione.
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