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giovedì 12 maggio 2011

La redistribuzione malattia dell'occidente

L'OCSE squarcia il velo sul vero problema sociale ed economico che attanaglia il mondo: la variazione della redistribuzione del reddito a scapito delle classi meno ricche. Le ripetute crisi economiche che hanno colpito a tutti i livelli gli stati mondiali hanno fatto come prima vittima il ceto medio, arretrato sempre piu' nella scala sociale, redistribuendo il reddito perduto verso le fasce piu' ricche, protagoniste di ulteriore arricchimento. Quello a cui stiamo assistendo consiste in una retromarcia della storia, i meccanismi che garantivano una crescita sociale attraverso una crescita economica si sono clamorosamente inceppati. L'OCSE punta il dito verso le nazioni piu' ricche dell'occidente, preda di un meccanismo perverso che ha, di fatto rallentato gli strumenti del welfare, che permettono di accrescere indirettamente il reddito, anche nei paesi scandinavi, tradizionalmente generosi su questi temi. Con le recessioni economiche gli stati hanno puntato a tagliare su questo versante per recuperare fondi di bilancio, non curandosi di andare ad intaccare la coesione sociale. Questo ha eroso anche il risparmio delle famiglie, innescando un circolo chiaramente non virtuoso, che ha finito per pesare sugli investimenti. Il fatto particolare e' che tutti i governi esaminati hanno preferito tagliare sugli strumenti del welfare in modo indiscriminato, senza elaborare politiche finanziarie alternative. Viene da pensare che l'azione dei governi presi in esame sia stata condizionata da una urgenza non meditata, siano state, cioe', intraprese le politiche piu' facili da pensare e da attuare, in una gara a chi faceva di meno. Anche questo rappresenta un segno dei tempi grami comuni a molte nazioni.

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