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sabato 14 maggio 2011
La violazione dell'Artico
La penuria di materie prime sara' la causa della violazione dell'Artico, l'enorme giacimento ancora intonso dai guasti umani. Otto paesi a Mosca, tra cui USA e Russia, hanno firmato un accordo propedeutico allo sfruttamento del tesoro che somma il 25% delle riserve mondiali di gas, petrolio e minerali. Complice di questo accordo anche il riscaldamento che provoca lo scioglimento dei ghiacci. Non serve ed anzi insospettisce, l'ecologismo di cui si e' vestita la Clinton, che ha auspicato uno sviluppo economico che preservi l'ecosistema. L'asserzione e' un ossimoro, infatti non si vede come si possa conciliare l'ecosistema inviolato con lo sviluppo economico. La scelta di violare l'artico è ancora più grave se si pensa alla recente sciagura atomica giapponese ed al disastro BP avvenuto nel golfo del Messico. Questi gravi fatti, giunti a molti altri di gravità non così eccessiva, non hanno ancora insegnato nulla ai governanti del mondo. Intaccare l'ecosistema artico significa mettere in pericolo il già traballante stato dell'ecologia mondiale. Anzichè firmare un accordo per preservare in maniera integrale le zone artiche, se ne firma uno che le comprometterà in maniera definitiva. La cecità della strada intrapresa non tarderà a manifestare i suoi effetti nefasti appena si deciderà di operare intaccando l'ecosistema artico. Tutto questo ancora una volta nel silenzio delle organizzazioni sovranazionali. Infine, dal punto di vista inernazionale, questo, che è stato definito il primo accordo panartico, rappresenta la volontà delle nazioni firmatarie di non preservare la regione, ma di depredarla delle sue imprtanti ricchezze.
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