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mercoledì 11 maggio 2011

L'alibi Bin Laden

on la morte di Bin Laden è caduto l'alibi di tanti dittatori. Uno dei motivi che l'occidente considerava a favore del tacito assenso al mantenimento del potere dei dittatori, specialmente della sponda meridionale del Mediterraneo, era la barriera, che questi garantivano, al possibile proliferare di organizzazioni come Al Qaeda in paesi tanto vicini all'Europa. Ciò è stato abbastanza vero, nell'insieme delle repressioni, di cui erano oggetto tutte le organizzazioni avverse ai regimi, anche Al Qaeda ne subiva le restrizioni. Il forte controllo di apparati burocratico militari non consentiva, se non in minima parte, alcuno sviluppo. Inoltre la feroce repressione riusciva a stroncare le velleità organizzative. Il punto era che per mantenere queste condizioni favorevoli all'occidente, non solo queste per la verità, si passava sopra alla più completa violazione dei diritti civili e sociali. Purtroppo Bin Laden ha cessato di nuocere troppo tardi, almeno in parte, per molti paesi la via alla democrazia è scattata anche con il leader di Al Qaeda ancora in vita. In quest'ottica la dipartita di Bin Laden è quasi simbolica, la causa che copriva tante nefandezze è stata rimossa, l'alibi non vale più, il ricorso allo spauracchio del principe del terrore non è più necessario, fortunatamente anche alcuni dittatori non nuocciono più ai loro paesi. Può esserci un legame tra le due cose? Il nesso è senz'altro casuale ma è significativo che nel momento, che uno degli scopi che l'occidente ha girato a suo favore, dell'esistenza di Bin Laden, sia sparito, subito dopo sia scomparso anche lo strumento che ne giustificava l'esistenza. Sono gli scherzi del corso della storia.

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