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giovedì 19 maggio 2011
Le implicazioni libanesi della crisi siriana
Si aggrava la situazione siriana ed il conflitto interno rischia di essere esportato in Libano. Le forze armate siriane hanno schierato i propri reparti corazzati lungo la frontiera libanese per operare una feroce repressione presso la cittadina di Arida, teatro delle più dure proteste contro il regime. Dalla vicina cittadina libanese di Wadi Khaled si possono vedere ad occhio nudo le devastazioni dei militari siriani, che hanno incendiato diverse abitazioni. Nella Siria occidentale, notizie provenienti da attivisti siriani parlano di oltre 40 morti, da sabato scorso, a causa delle repressioni operate in nome del regime da parte sia delle forze armate che da parte di bande lealiste al governo in carica. I mass media governativi siriani, imputano, invece, la responsabilità delle violenze avvenute al confine da terroristi provenienti dal Libano, in particolare a membri del partito del premier uscente Saad Hariri, alleato dell'Arabia Saudita. La manovra siriana rischia di trascinare anche il Libano nell'ondata di violenza di Damasco, ma è un rischio ben calcolato da parte di Assad e, da cui anzi, il presidente siriano può addirittura trarre vantaggio. Innanzitutto l'operazione può rientrare nella strategia siriana di prendere tempo, in attesa che la situazione, senza interventi o pressioni esterne, volga pienamente a suo favore, tramite anche lo spostamento dell'attenzione internazionale su altri temi, come già sperimentato favorevolmente la scorsa settimana, con l'episodio alla frontiera israeliana. Ma l'elemento più rilevante potrebbe essere l'occasione per tentare, per l'ennesima volta, di allungare la sfera d'influenza siriana sul paese dei cedri. La storia libanese, anche recente, è costellata di tentativi siriani di condizionarne la politica, che hanno portato anche a soluzioni violente nel teatro libanese. Per la Siria e per l'Iran, suo principale alleato, potere disporre del territorio libanese potrebbe assumere una rilevanza tattica enorme nei confronti di Israele, che diverrebbe, così, sotto costante minaccia, non più dei soli Hezbollah, ma di un pericolo più importante. Se dovesse verificarsi questa eventualità, peraltro da sempre cercata da Damasco, la, già fragile, stabilità della regione sarebbe definitivamente compromessa, trascinando in una spirale pericolosa l'intero pianeta.
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