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martedì 17 maggio 2011

Netanyahu potrebbe cedere per la pace

Pressato dalle proteste palestinesi e dall'evoluzione della situazione internazionale, Benjamin Netanyahu afferma che è disposto alla cessione di una parte dello stato israeliano purchè venga raggiunta la pace. E' ancora presto per dire se si è arrivati ad un punto di svolta nel processo della costruzione di uno stato palestinese, unica possibilità per pacificare la regione, o se si tratta dell'ennesima mossa tattica per guadagnare tempo. L'attuale stato della politica internazionale, con lo sviluppo delle primavere arabe, può essere il motivo che consenta l'accelerazione del processo di pace israelo-palestinese, l'assetto della regione che può scaturire dalle rivolte in corso potrebbe fungere da acceleratore della costruzione dello stato palestinese, consentendo a Tel Aviv di chiudere in modi e tempi ragionevoli la partita, in modo da concentrarsi su altri fronti che mettono in pericolo la sicurezza dello stato. Inoltre, dal punto di vista mediatico consentirebbe ad Israele di guadagnare posizioni nel radimento dell'opinone pubblica ed infine toglierebbe l'alibi fondamentale agli arabi più integralisti per le loro ataviche posizioni anti israeliane. Il corso della storia sembrerebbe, quindi più potente di tante guerre e trattative non andate a buon fine. La condizione essenziale perchè questo processo si porti a termine dovrà essere il reciproco riconoscimento dei due stati sovrani. Netanyahu pone anche come condizione la logica fine del conflitto armato e, più complicato da ottenere, la smilitarizzazione della Palestina. Come difficile sarà ottenere l'indivisibilità di Gerusalemme a totale vantaggio di Tel Aviv, contraccambiato, nelle intenzioni del premier israeliano, dallo smantellamento dei coloni nella Cisgiordania. Queste sono le offerte che provengono da Israele, sono certamente una base di partenza, che non consentono, però una soluzione immediata. Resta da vedere quanta è l'urgenza per Israele di arrivare ad una definizione della partita, sopratutto con gli USA che spingono per la definizione del problema. Lo scenario internazionale che è davanti a Tel Aviv non gioca a suo favore ed il mondo intero spinge per la creazione dello stato di Palestina.

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