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martedì 5 luglio 2011

NATO e Russia: disputa sullo scudo

Tra NATO e Russia ritorna la questione dello scudo spaziale che l'alleanza atlantica vuole disporre al confine con Mosca. La ragione ufficiale è dotare l'europa orientale di uno scudo missilistico per difenderla da eventuali attacchi provenienti dall'Iran, tuttavia i generali russi sono infastiditi dall'estrema vicinanza di questi dispositivi dal proprio confine. Dal punto di vista militare l'operatività strategica dello scudo, praticamente sul confine di Mosca, può sotto intendere una flessibilità di uso notevole, che può prevederne l'impiego anche in casi di frizioni con la Russia ed i suoi paesi satelliti. Il ventaglio delle possibilità è infinito, lo scudo ad esempio può agire come strumento di pressione nel caso si verifichino crisi nella regione caucasica, nodo cruciale per lo smistamento dell'energia. Risulta lampante che la Russia si ritrova uno strumento che può fortemente limitarne la libertà d'azione, sopratutto in quelle regioni che essa ritiene ancora facenti parte della propria sfera d'interesse. La questione, quindi assume particolare risalto dal punto di vista politico, i recenti rapporti tra NATO e Russia potrebbero ritornare di nuovo tesi, aprendo un fronte internazionale che andrebbe ad impattare sulle difficili problematiche in atto sul panorama diplomatico. L'azione in Libia, cui la Russia ha dato l'astensione nel Consiglio di sicurezza, seppure controvoglia, aveva già raffreddato i rapporti con la NATO, ed ora la questione dello scudo nell'Europa orientale fa scendere ulteriormente il termometro della relazione bilaterale. Proprio per questo il segretario NATO Rasmussen ha incontrato il presidente russo Medvedev, per smussare i motivi di attrito in corso. Per la NATO è importante convincere la Russia della bontà delle proprie scelte, reputate strategicamente fondamentali, senza incorrere in complicazioni diplomatiche.

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