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mercoledì 31 agosto 2011
Gli assetti diplomatici della nuova Libia
Il comportamento dell'Algeria, che prima non ha riconosciuto i ribelli del CNT come rappresentanti ufficiali del popolo libico e che poi ha dato rifugio alla famiglia di Gheddafi, è l'esempio più limpido di come i paesi africani nutrano ancora una riverenza verso il rais, nonostante sia ormai chiara la sua caduta in disgrazia. Mentre il mondo occidentale ha quasi da subito, sebbene con tempi e modi diversi, riconosciuto l'autorità dei ribelli, accodandosi alla coalizione dei volenterosi, l'Africa ha subito mantenuto un certo distacco dalle posizioni contro il regime di Tripoli. L'isolamento in cui il regime di Gheddafi aveva gettato il paese, ha obbligato il colonnello a cercare altri sbocchi diplomatici, per cercare una rete di collaborazione internazionale. Con la sua ricchezza la Libia è stata il principale finanziatore della Lega Africana, alla quale corrispondeva, da sola, circa il quindici per cento dei contributi totali; inoltre ha salvato dalla bancarotta diversi stati africani, tra i quali il Mali, ed ha finanziato diverse infrastrutture nel continente africano. Per gli africani Gheddafi è stato sempre visto come un benefattore ed uno dei pochi politici del continente a riuscire ad imporsi al colonialismo occidentale. Nell'immaginario africano il colonnello incarnava la riuscita dell'affrancamento dai regimi coloniali e l'uso autonomo delle risorse del popolo proprietario. Tale raffigurazione è stata una abile manovra di marketing politico del colonnello, gestita con ingenti capitali. Così si spiega la lentezza ed anche la miopia con cui il continente africano reagisce al cambiamento di potere in corso a Tripoli. La reazione dei ribelli alla concessione dell'asilo ai familiari di Gheddafi è stata di sdegno e la partenza dei rapporti diplomatici con il vicino algerino non è quindi segnata in maniera positiva. Gli stessi ribelli hanno confermato che i rapporti diplomatici saranno positivi, innazitutto, con i paesi della coalizione dei volenterosi e poi con tutte quelle nazioni che hanno formalmente riconosciuto il CNT come legittimo rappresentante del popolo libico. In una situazione non proprio positiva vi sono anche Cina e Russia, restie ad appoggiare, in sede ONU, i ribelli libici, per loro dovrebbero esserci grossi problemi per accedere alle forniture di petrolio libico. La ricostruzione della Libia parte, quindi, anche dai rapporti diplomatici, che all'inizio si baseranno sull'aiuto ricevuto dal CNT.
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