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giovedì 4 agosto 2011
Gli USA non saranno più il gendarme del mondo?
Dietro alla risoluzione della questione del debito USA c'è una mutazione genetica della politica americana. L'affermazione della tendenza del movimento del tea-party, vero regista dietro le quinte delle trattative indica che sull'espansionismo a stelle e strisce sta calando il sipario. Quella che si sta affermando è una tendenza quasi introspettiva, che obbliga gli Stati Uniti a guardare al loro interno, cioè con maggiore attenzione alle problematiche di politica interna ed alle sue connessioni. Il taglio concordato alla spesa militare è la prova più tangibile di questo indirizzo. Il vecchio Partito repubblicano mai avrebbe permesso la decurtazione del bilancio della difesa, che è la leva per portare la bandiera americana nel mondo. L'avversione maturata in questi anni verso le guerre condotte a partire dall'amministrazione Bush senior, che hanno gran parte della responsabilità del grande debito pubblico americano, ha contagiato sia i democratici, che questa nuova branca di conservatori, che non riconoscendosi più nella vecchia politica repubblicana, hanno trovato asilo nel movimento del tea-party. In effetti più che un rifugio è una rifondazione della destra americana, che il partito repubblicano non ha ne inteso, ne intercettato i sentimenti, restando indietro nel suo sviluppo, fino a diventarne ostaggio in sede parlamentare. Le implicazioni in politica estera della nuova tendenza americana sono evidenti: si sta andando verso la fine del ruolo di gendarme mondiale degli Stati Uniti; del resto si sono già avute delle avvisaglie con la crisi libica, dove gli americani si sono tenuti volontariamente in retroguardia, lasciando a Francia e Regno Unito il ruolo di protagonisti. Senza più un paese che si accolli, a torto o a ragione, questo fardello, si apre uno spazio per potenze emergenti ma anche per un ruolo più incisivo delle Nazioni Unite, che potrebbero finalmente recitare in maniera fattiva lo scopo per il quale sono state create.
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