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giovedì 25 agosto 2011

Hamas non è l'attuale nemico di Israele

La situazione in Israele continua ad essere in bilico, la tensione è sempre palpabile e non riesce a sbloccarsi. La causa dell'incertezza è dovuta alla serie di botta e risposta armati, tra esercito della stella di David e terroristi. Questa causa è però dovuta al fatto che Israele ritiene responsabile Hamas di tutto quello che proviene dalla striscia di Gaza, incluso razzi ed attentati. Hamas, per contro si è dichiarato più volte estraneo agli attentati di cui recentemente Israele è stato vittima. La politica di Hamas è sempre stata quella di rivendicare gli attentati, non si vede la ragione per cui, in una fase di tregua e con in ballo la questione del riconscimento della Palestina all'ONU, debba fare cambiare strategia. Del resto è Israele stesso che dichiara di ritenere Hamas responsabile di quello che proviene da Gaza, quindi non lo ritiene ne il mandante ne l'esecutore degli attentati. Israele fa una equazione terrorismo uguale Hamas, interpretandola, però in maniera più estesa: ritenendo colpevole Hamas di non riuscire a controllare tutta l'attività che si svolge a Gaza. Ora questo è evidente, è lampante, cioè, che Hamas abbia perso il pieno controllo della striscia, sopratutto da quando la frontiera con l'Egitto è aperta ed i flussi di persone e di materiale non avvengono più attraverso i tunnel sotterranei, che permettevano un controllo più rigido. Per Hamas quella che sembrava una benedizione, l'apertura della parte egiziana della frontiera, si sta trasformando in un boomerang pericoloso. Ciò avviene anche per l'ottusità del governo israeliano, impegnato costantemente a ribadire al suo popolo, l'applicazione indiscriminata della legge del taglione, anche contro il bersaglio sbagliato. Questo non fa che alzare la tensione e potrebbe veramente scatenare la reazione di Hamas, che va detto, per il momento è riuscito a tenere i nervi abbastanza saldi. Anzichè cercare una collaborazione con il nemico storico inquadrato in Hamas, per capire da dove vengono gli attentatori, Tel Aviv preferisce esasperare la situazione, mettendo in una situazione di pericolo costante la propria cittadinanza. Quello che offusca la vista al governo di Israele è l'avvicinarsi della data fatidica della battaglia diplomatica per il riconoscimento della Palestina, mai una tale offensiva pacifica ha spiazzato un governo israeliano. Il timore che il mondo riconosca la stato palestinese come dato di fatto, ha determinato un sempre maggiore isolamento dello stato israeliano. La mancanza di sapere affrontare in modo fattivo e positivo la questione sta paralizzando le mosse del governo di Tel Aviv, che pare agire come un pugile suonato, che mena colpi quasi a casaccio. Per Hamas, comunque, la questione deve essere risolta il prima possibile: non permettere di nuocere ad infiltrati provenienti da fuori, è la necessità primaria del momento e l'unico modo per ristabilire la situazione di tregua precedente, che è la condizione necessaria per affrontare il momento del dibattito all'ONU.

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