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mercoledì 24 agosto 2011
La ricostruzione della Libia passa per l'ONU e la NATO
La NATO cerca di ritagliarsi un ruolo all'interno della ricostruzione della Libia. Pur non avendo schierato truppe di terra, l'azione aerea dell'alleanza atlantica è stata un fattore importante per portare alla vittoria i ribelli anti Gheddafi. Il nuovo governo non potrà esimersi dall'affidare un qualche incarico alla NATO, che mira ad inserirsi nella transizione libica per evitare pericolose infiltrazioni di elementi facenti parte dell'estremismo religioso. La Libia è ritenuta strategica dall'alleanza atlantica per presidiare la sponda sud del Mediterraneo, in ottica di prevenzione del terrorismo. Usata spesso come ponte per i profughi, dalla Libia sono transitati e possono transitare elementi, che sono potenzialmente arruolabili in formazioni terroristiche con base in Europa. Tuttavia il ruolo della NATO dovrà essere non di primo piano, per non compromettere l'immagine del nuovo governo, come troppo filo occidentale. L'idea è di operare sotto l'egida dell'ONU, che cercherà sicuramente di vigilare sul delicato processo di transizione, che non si presenta facile. Quando finalmente saranno spenti i fuochi della guerra, non sarà facile raggiungere accordi soddisfacenti per tutte le variegate componenti del mondo che si è ribellato a Gheddafi. La Libia è una società tribale molto frammentata, con antagonismi anche forti tra i vari clan, ai quali vanno sommati i risentimenti di anni verso quelle tribù che hanno materilamente appoggiato Gheddafi, traendone grossi vantaggi a scapito delle tribù più avverse la dittatore. Si tratta anche di riequilibrare l'equilibrio tra le città del paese con Tripoli che dovrà cedere parte della sua importanza a vantaggio di città come Misurata, in prima fila nella guerra. Proprio per questa società frammentata, non governata più dal pugno di ferro di Gheddafi, sarà necessaria, almeno nei momenti immediatamente successivi alla fine certa del conflitto, una forza armata di interposizione che eviti pericolosi contrasti tra i vincitori, finora tenuti insieme dalla comune avversione alla dittatura. Quello che nascerà sarà un paese potenzialmente molto ricco, ma che dovrà ricostruire il suo tessuto sociale e l'appartenenza stessa alla nazione, sopratutto riconosciuta come tale. Sarà una nazione da ricostruire da zero necessaria di tutela per avviarsi alla democrazia, forma di governo conosciuta solo indirettamente attraverso internet. In questo quadro l'intervento dell'ONU, come organismo sovranazionale capace di fornire direttive ed aiuti, coniugato ad altre realtà come la NATO, la UE e l'Unione Africana sarà senz'altro necessario e dovrebbe garantire una adeguata certezza del risultato.
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