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lunedì 1 agosto 2011
La strategia di Al Qaeda nello Yemen
In uno Yemen sempre più sconvolto dalle proteste, sembra l'ora del tutti contro tutti. Innazitutto continuano ad affrontarsi nelle piazze e nelle vie di San'a i sostenitori del presidente Saleh ed i suoi avversari, che spingono per un rinnovamento dopo i 33 anni ininterrotti di governo dello stesso Saleh. Le fila dell'opposizione vanno sempre più ingrossandosi ed ora annoverano anche alti ufficiali che sono passati con tutte le loro truppe e mezzi, anche blindati, che vengono, sempre più spesso schierati nelle manifestazioni di piazza. In questo clima da guerra civile cerca di inserirsi Al Qaeda, con lo scopo sempre meno velato di introdurre nel paese la sharia come legge ufficiale. L'azione dei qaeddisti si muove su due linee principali: l'infiltrazione nei cortei e nel movimento di protesta nei centri urbani, mentre nei villaggi più remoti vengono prese di mira, con attacchi armati sia le truppe regolari, che le tribù avverse ai fondamentalisti islamici. Lo scopo è quello di instaurare uno stato di terrore, che sommato a quello di profonda incertezza che attraversa il paese, ha il compito di portate ulteriore elementi di destabilizzazione dello stato yemenita. Ma se nelle zone più remote l'azione terroristica può sembrare più agevole, perchè basata esclusivamente sull'uso della forza, più complicata risulta l'opera nelle città e all'interno del movimento di protesta. La natura del movimento di opposizione somma diverse tendenze, ma non sembra che la natura confessionale sia preponderante ed anzi la direzione presa, sembra quella di una forma di governo a cui possano partecipare i diversi partiti finora esclusi dall'agone politico. Tuttavia il capo di Al Qaeda nello Yemen, Nasser Al Wahishi, in una comunicazione audio inviata ad Ayman Al Zawahiri, successore di Osama Bin Laden, ribadisce la critica generale al sistema dei partiti di opposizione e la ferma volontà di instaurare la legge islamica nel paese.
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