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domenica 23 ottobre 2011
La Libia verso una Repubblica islamica moderata
Archiviata in modo tragico la pratica Gheddafi, per la Libia si apre ora concretamente la transizione alla democrazia. Si tratta di una novità per il popolo libico, che non ha mai esercitato il diritto di voto, tuttavia la grande quantità di emigrati, di cui molti hanno fatto ritorno per combattere il regime del colonnello, ha preso dimestichezza, seppure in modo indiretto, con le regole del sistema democratico. Ma quello che più preoccupa l'occidente non è la scarsa pratica al pluralismo, bensì il timore di una deriva verso una forma di governo pesantemente influenzata dalla religione islamica. Va detto che i quaranta anni di governo di Gheddafi sono stati caratterizzati da una forma di religiosità addomesticata in funzione dell'amministrazione del rais, dove la fede islamica originale è rimasta confinata nelle aree più riservate dei clan tribali, mentre nelle zone metropolitane si è trattato si una forma religiosa annacquata dalle tendenze funzionali al regime. Questo è stato uno dei fattori che ha determinato un islamismo di tipo moderato che è quello fondamentalmente presente in Libia. Un altro fattore è la ferrea repressione operata dal regime sui movimenti fondamentalisti islamici, che infatti, non sono mai riusciti a costruire una propria organizzazione efficiente sul territorio. Le premesse, quindi, per evitare una deriva fondamentalista del paese vi sono tutte, anche se la tendenza che pare più favorita sia quella di una repubblica islamica, il genere dovrebbe essere di tipo moderato. L'affermazione di tale tendenza, a ben vedere, è una naturale conseguenza dell'assenza di partiti e movimenti negli ultimi quaranta anni di storia libica, dove il culto della personalità di Gheddafi doveva andare a riempire ogni forma di possibile associazionismo; soltanto i clan tribali hanno rappresentato l'unica forma di socialità e con tutti i loro difetti di chiusura ed isolamento sono stati l'unica forma di alternativa all'onnipresente stato centrale. Con questo stato di fatto la religione rappresenta l'unica bussola cui fare riferimento, ma questo non vuole dire necessariamente che ci sia una affermazione possibile dell'integralismo, l'attività del CNT è stata contraddistinta da assenza di proclami religiosi ed il lavoro sia militare, che diplomatico svolto con i paesi e le organizzazioni occidentali ha dimostrato la presenza di un dialogo fattivo. Il possibile sviluppo in senso islamico moderato non deve essere quindi temuto, la Libia non pare dirigersi verso una repubblica islamica di tipo iraniano in versione mediterranea, ma ha concreto bisogno di qualcosa di solido cui ancorarsi dopo un lungo periodo di vuota oppressione.
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