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giovedì 20 ottobre 2011
Turchia e Kurdistan iraqeno contro il PKK
La Turchia lancia l'offensiva in Iraq, dopo avere subito l'attacco più grave degli ultimi anni dal PKK. Il governo del Kurdistan iraqeno, che gode di autonomia amministrativa nell'ambito dello stato dell'Iraq, avrebbe dato il proprio benestare esplicito alle forze armate turche. E' questo l'elemento di novità nel quadro del conflitto, il Kurdistan iraqeno vive la presenza, sul proprio territorio del partito armato curdo, come un problema, sia sul fronte interno, che su quello esterno. Lo sviluppo economico turco, che ne ha determinato il rango di locomotiva della regione, ha intrecciato con il Kurdistan diversi accordi, anche per la contiguità territoriale e l'ostacolo PKK, non conviene a nessuno. L'autonomia normativa di cui godono i curdi iraqeni, frutto anche dell'intermediazione USA, guadagnata con l'aiuto nella guerra contro Saddam, ha permesso alla regione autonoma uno situazione di indipendenza abbastanza vicina ad una entità statale, che di fatto, rappresenta la maggiore forma di autonomia per il popolo curdo. Non è ancora la nazione sognata, ma è la cosa più vicina ad essa, che i curdi hanno mai avuto a disposizione dalla dissoluzione dell'impero ottomano. Questa forma di autonomia ed indipendenza è ritenuta ormai troppo preziosa per essere inficiata dalla continua alterazione del difficile equilibrio, che le azioni militari del PKK stanno portando. Peraltro l'escalation militare intrapresa dal PKK è dovuta a questioni che rientrano nella sfera dei curdi interna alla Turchia. Lo sganciamento dalla protezione del PKK per i curdi iraqeni potrebbe significare un distacco da una più generale accezzione della lotta a favore di tutto il popolo curdo, per privilegiare la parte iraqena. Oltre al fatto economico vi è anche il peso militare dell'esercito di Ankara, che è uno dei meglio equipaggiati ed addestrati della regione, in forza, anche, dell'appartenenza alla NATO. Militarmente uno scontro con le forze armate turche è insostenibile e quindi il Kurdistan iraqeno non può che prendere atto della situazione e fare buon viso a cattivo gioco. Piuttosto è difficilmente interpretabile la scelta di attacchi in campo aperto da parte del PKK, anzichè optare per una tattica fatta di attentati contro obiettivi urbani. Una spiegazione possibile è che il livello di prevenzione e controllo dell'apparato turco sian diventato talmente efficace da costringere il PKK ad agire soltanto al confine tra Ankara e Bagdad. A supporto di questa tesi vi è anche la reprimenda di Erdogan contro il partito filo curdo BDP, accusato di troppa benevolenza nei confronti del PKK: il tutto pare una strategia tesa ad isolare nel modo più completo possibile il movimento curdo in Turchia, ma questa potrebbe essere anche la ragione dei rabbiosi attentati.
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