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sabato 31 dicembre 2011
La transizione nord coreana: aspetti e speranze
Il cambio al vertice del regime dinastico comunista della Corea del Nord non porta per ora variazioni nei rapporti con la nazione presente nella parte Sud del paese. Pyongyang continua a respingere ogni possibile sviluppo di dialogo con Seul, mantenendo un atteggiamento ostile, nel solco della direzione del dittatore appena defunto. La Corea del Nord addebita al governo del Sud il divieto di partecipare alle esequie del "caro leader" da parte di delegazioni provenienti da Seul, che peraltro ha autorizzato due gruppi a varcare la frontiera per le manifestazioni funebri e sopratutto di avere effettuato lanci di volantini per incitare il popolo nord coreano all'insurrezione, proprio nei giorni della transizione del potere. L'ascesa, che non si sa se sia effettiva o nominale, del nuovo leader Kim Jong Un, non pare possa portare variazioni significative nell'immediato, dietro al passaggio di potere infatti si devono stabilizzare equilibri, anche nuovi, sopratutto in seno alle forze armate, vere detentrici del potere. Dietro alle roboanti dichiarazioni che intendono trasformare il dolore in coraggio e le lacrime in forza per raggiungere la vittoria finale, vi è il dramma di un intero popolo, costretto a piangere in maniera anche grottesca, per non incorrere in feroci repressioni, un popolo mobilitato per dimostrare che il potere è saldo alla dinastia Kim, ma anche in una condizione economica vicina al collasso, in ragione del quasi totale impiego delle risorse per un programma di armamento nucleare inutile ed irragionevole. Il nuovo leader, che non pare avere alcuna esperienza, sia politica che militare, per gestire il paese chiamato a dirigere, si ritroverà a gestire almeno sei milioni di persone, secondo l'ONU, alle prese con la denutrizione, aventi disperato bisogno di aiuti alimentari primari. La situazione crea un cortocircuito: le sanzioni per gli armamenti nucleari bloccano gli aiuti per la popolazione e ciò rischia di aprire una falla enorme nel sistema nordcoreano, con l'evidente rischio di creare una massa di disperati in fuga per la mancanza di cibo. Nonostante le manifestazioni per la morte del caro leader la sommossa civile è dietro l'angolo, non tanto per ragioni politiche, grazie all'efficace opera di pianificazione del pensiero dei cittadini dell'apparato al potere, quanto per ragioni di vera e propria sopravvivenza. Nonostante queste premesse c'è chi crede che l'ascesa al potere del nuovo leader possa portare delle novità in campo economico tali da creare una nuova via di sviluppo, capace di creare un sistema alternativo sia al modello capitalistico, che al modello cinese. Questa è infatti l'opinione dell'ex vice governatore della Banca di sviluppo per la riunificazione della Corea del Nord, Choi Se Woong, fuggito a Seul dal 1995. Tuttavia è difficile immaginare quale possa essere questa idea rivoluzionaria che possa permettere al paese di risollevarsi, nel quadro del mantenimento delle condizioni politiche, ma sopratutto internazionali attuali di un paese sempre più isolato.
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