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venerdì 24 febbraio 2012
USA ed Israele ammettono la possibilità di un attacco all'Iran
La questione di un possibile attacco all'Iran resta l'argomento più discusso tra Israele ed USA. Nonostante i rappresentanti dei due paesi continuino a specificare che la risoluzione diplomatica del caso sia quella preferibile, ora hanno dichiarato di avere allo studio anche altre possibilità per scoraggiare Teheran a perseguire la sua politica di dotarsi dell'arma nucleare. L'ammissione viene dall'ambasciatore di Tel Aviv a Washington, Dan Shapiro, e serve a confermare soltanto quello che già circolava da tempo. Per la verità Israele non ha mai fatto mistero della propria intenzione di regolare militarmente la questione, facendo sfoggio anche di temerarietà nei confronti di una possibile rappresaglia iraniana. Ma la sede di queste ammissioni, un paese straniero, gli Stati Uniti, che, anche se è il maggiore alleato di Israele, ha sempre fatto di tutto per frenare l'irruenza israeliana, significa che l'opzione bellica è ormai considerata una evenienza molto probabile. Tuttavia potrebbero esserci altri risvolti in quella che sembra una minaccia concreta all'Iran. Innazitutto potrebbe trattarsi di una opera di dissuasione collaterale alle sanzioni, per indurre che anche gli USA fanno sul serio sull'impiego delle armi come fattore deterrente alla costruzione della bomba atomica, ma nel contempo potrebbe essere anche una sorta di segnale di vicinanza ad Israele con lo scopo di dichiarare formalmente l'appoggio dell'opzione militare, in modo da non lasciare isolata Tel Aviv nelle minacce, che però serve anche a tranquillizzare lo stato israeliano, guadagnando tempo, nella speranza che le sanzioni abbiano un effetto positivo. La pressione sulla Repubblica islamica è stata rilevata anche dall'ambasciatore israeliano, notazione che può essere letta in maniera positiva in rapporto ad un possibile attacco, ma che è, forse, anche un omaggio diplomatico dovuto ai padroni di casa. Tuttavia l'atmosfera di grande sintonia tra i due paesi e le dichiarazioni ufficiali dovrebbero cancellare i dubbi circa un attacco autonomo delle sole forze israeliane non concordato con Washington, fatto molto temuto dagli analisti sia politici che militari per le gravi ripercussioni che avrebbe potuto comportare. Il tutto, comunque, non cancella le paure di un sempre possibile intervento e delle sue conseguenze, ed anzi leggendo tra le righe la volontà israeliana di attaccare sembra rafforzata dall'implicita ammissione USA.
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