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martedì 14 febbraio 2012
Xi Jinping in visita negli Stati Uniti
L'incontro di questi giorni tra le due super potenze mondiali USA e Cina, secondo gli annunci, verterà su temi cruciali per il futuro del mondo, quali l'equilibrio militare e le reciproche relazioni economiche. Per la Cina il protagonista sarà il vicepresidente Xi Jinping destinato ad assumere la guida di Pechino a Marzo e quindi a diventare una delle persone più potenti del panorama internazionale. Le relazioni tra i due paesi hanno attraversato momenti difficili, sia dal punto di vista delle questioni geopolitiche, su tutte il problema militare nel Pacifico, con Washington alleata di Giappone e Sud Corea, che hanno avuto diversi motivi di attrito con la Cina, sia dal punto di vista economico, con il cruciale aspetto della sopra valutazione della moneta cinese, lo yuan, ritenuta causa di concorrenza sleale dagli Stati Uniti nei confronti dei propri prodotti. Nonostante il rilievo di questi temi sarà tuttavia impossibile che gli incontri bilaterali non tocchino i pesanti problemi presenti sullo scacchiere internazionale, dalla questione iraniana a quella siriana, senza tralasciare la recessione economica che ha colpito l'Europa, mercato privilegiato di entrambi. La visita cinese, in questo dato momento, ha un particolare significato perchè si svolge in un periodo di grande turbolenza, che necessita di un'azione comune da parte degli stati più potenti, che hanno il comune interesse affinchè sia presente una situazione più stabile. A tal fine un risultato apprezzabile potrà essere, per entrambe le nazioni, se i rispettivi rappresentanti riusciranno a smussare le differenze, sopratutto nella visione della politica estera, per superare gli ostacoli che determinano la stasi di fronte, oltre che a singole situazioni, come attualmente è la Siria, alla possibile azione complessiva intesa come fronte comune davanti ad emergenze di grande respiro. In questa ottica è impossibile non pensare al ruolo delle Nazioni Unite, che gli USA vorrebbero più attive, che, invece, risultano sempre più frequentemente bloccate dai veti cinese e russo. Se Washington riuscirà a scardinare il blindato atteggiamento di Pechino, Mosca non potrà restare da sola ad utilizzare un potere di veto ormai anacronistico. Ma è altresì vero che gli stessi Stati Uniti, beneficiano di questo vantaggio in Consiglio di sicurezza, l'augurio è che si trovi una sintesi che possa sbloccare la situazione a favore degli interessi della pace. I due stati devono trovare la più ampia intesa possibile, che permetta di trarre vantaggio ad entrambi. L'attenzione degli USA sul tema dei diritti umani, che aveva caratterizzato la prima parte della presidenza Obama, sembra scemata a favore di un più pragmatico silenzio a causa della gran quantità di debito pubblico americano presente nel portafogli cinese, ma è impensabile che negli incontri non venga trattato il tema del Tibet sempre più al centro di proteste clamorose contro il governo centrale; ma è difficile che la Cina cambi il proprio atteggiamento, che potrebbe favorire l'allargamento della protesta in altre regioni del paese. Piuttosto, il colosso cinese, dovrà concedere qualcosa sul piano dell'economia, dove la divisa nazionale dovrà subire un ritocco verso l'alto del suo apprezzamento, come più volte chiesto dalla Casa Bianca, in cambio di un atteggiamento doganale diverso da parte di Washington. L'Europa pare l'argomento sul quale i due governi paiono trovare maggiore accordo, entrambi infatti hanno bisogno di una politica espansiva da parte del vecchio continente, in grado di alimentare le loro esportazioni, non sono quindi da escludere azioni congiunte di sostegno alle disastrate casse dei paesi della UE, con finanziamenti capaci di aumentarne le capacità di spesa. In conclusione non si dovrebbe assistere ad un incontro epocale capace di portare novità sostanziali nel rapporto tra i due paesi, che abbiano una ricaduta sul resto del mondo, dovrebbe trattarsi, piuttosto, di piccoli aggiustamenti che possano permettere una convivenza pacifica tra i due colossi, volti a smorzare le tensioni, per la verità più che altro alimentate dagli alleati o da situazioni al di fuori del controllo diretto dei due paesi. La Cina ha sempre più la necessità di accreditarsi sul piano internazionale come paese affidabile, per compiere il proprio percorso di grande potenza, finora debole al di fuori dei propri confini, se non nell'aspetto economico ed allacciare sempre più stringenti rapporti con gli Stati Uniti è il passo obbligatorio da espletare per completare questa strada.
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