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venerdì 2 marzo 2012

Lo strano comportamento della Corea del Nord

Appena dopo avere congelato il proprio programma di armamento nucleare, in un clima che pareva essersi ormai disteso, la Corea del Nord torna a minacciare la Corea del Sud, rea di avere infangato la dignità del proprio leader. La causa scatenante della reazione nord coreana sarebbero alcune installazioni poste dall'esercito sudcoreano in prossimità di Seoul, che ritraggono Kim Jong-il insieme a frasi diffamatorie. Aldilà del pretesto, le minacce alla Corea del Sud, hanno sorpreso chi aveva entusiasticamente accolto gli accordi sottoscritti con gli USA dal regime di Pyongyang, ma, al contrario, sono state una conferma per chi nutriva dei dubbi sulle reali intenzioni nordcoreane. Va detto che, nonostante il raffreddamento del clima tra le due Coree, Pyongyang non ha effettuato alcuna dichiarazione circa una possibile variazione degli accordi già presi in tema di armamenti atomici. Tuttavia è impossibile non leggere nella vicenda un segnale di grande instabilità ed incertezza circa chi detiene realmente il potere nella capitale nordcoreana, da cui non trapelano notizie certe e occorre affidarsi ai segnali che arrivano e tentare di dare una interpretazione corretta. La questione si riduce all'effettivo potere nelle mani di Kim Jong un, il nuovo leader catapultato improvvisamente alla guida del paese per l'improvvisa morte del padre, si è parlato più volte delle sue reali capacità e di chi esercita effettivamente il potere. I maggiori indiziati sono i militari, ma la definizione riguarda un gruppo eterogeneo che probabilmente comprende fazioni diverse in lotta tra di loro. Che almeno nelle alte sfere vi sia, al contrario della popolazione fiaccata sia nel fisico che nel morale, profonda preoccupazione per lo stato del paese è cosa praticamente scontata. Quello che si crede più probabile è che il nuovo leader sia un capo di facciata dietro cui si muovono trame di potere tendenti a riempire il vuoto di potere venutosi a creare e senza che per il momento risulti un vincitore. Questo spiegherebbe l'atteggiamento ondivago della Corea del Nord in un lasso di tempo tanto breve. Anche perchè non si spiegano, dopo gli accordi appena sottoscritti, le accuse ad USA e Corea del Sud di manovre militari congiunte, lette da Pyongyang come offesa al periodo di lutto ancora in corso nella Cora del Nord. Parrebbe quasi che un soggetto diverso da quello che ha proclamato il congelamento del programma nucleare abbia scritto questo comunicato che va in tutt'altra direzione. Sono tutti indizi che la situazione tanto auspicata di stabilità nella regione è tutt'altro che acquisita e che soltanto altri sviluppi possano chiarire la situazione, a meno che il tutto non faccia parte di una strategia volta ad ottenere aiuti in quantità ancora maggiore di quelli già concordati.

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