Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 6 giugno 2012

Elezioni egiziane e questione palestinese: futuro legato a filo doppio

Il risultato elettorale egiziano non avrà effetti diretti soltanto in patria, ma, si teme, che andrà ad influire, inevitabilmente sul processo di pace tra israeliani e palestinesi. Se Mubarak consentiva un controllo ferreo dei possibili fiancheggiatori di Hamas provenienti dalla nazione delle piramidi, e per questo Israele ha sempre guardato con diffidenza alla primavera araba egiziana, è anche vero che il suo ruolo aveva una sorta di funzione stabilizzatrice tra le due anime del movimento della liberazione della Palestina, appunto il più estremista Hamas, leader nella striscia di Gaza e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, più forte nella West Bank. Una eventuale vittoria del Fratelli Musulmani, favoriti nei sondaggi, rispetto al concorrente, uomo dell'apparato dell'ex leader condannato all'ergastolo, potrebbe provocare problemi sia al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che al presidente palestinese Mahmoud Abbas. Per il primo potrebbero aprirsi le porte di una eventuale revisione del trattato di pace tra Israele ed Egitto sul piano ufficiale, mentre sul piano informale l'eventualità di favorire elementi a contatto con l'area terroristica islamica contraria allo stato di Tel Aviv direttamente da parte del governo egiziano, potrebbe diventare una dura realtà con la quale fare i conti. E' una minaccia che preoccupa molto Israele, che dovrebbe rivedere, come già in parte è accaduto, la disposizione delle forze armate ai suoi confini, andando appunto a rafforzare la presenza sulla frontiera con l'Egitto. Ed anche sul piano diplomatico, eventuali aiuti diretti da uno stato sovrano ad Hamas andrebbero a costituire fonte continua di lavoro per la politica estera di Tel Aviv, andando a distogliere, quindi, forze sia militari che diplomatiche da altri fronti. In sostanza potrebbe aprirsi una sorta di falla nel sistema difensivo israeliano, che per essere coperta necessiterebbe di diminuire risorse da altre zone comunque delicate per la sopravvivenza dello stato. Nonostante le risorse israeliane siano ingenti non sono illimitate, sopratutto nell'eventualità di un conflitto con l'Iran per la questione atomica. Non tutti in Israele sono pessimisti riguardo ad una vittoria dei Fratelli Musulmani, alcuni analisti, infatti, considerano altamente improbabile un cambiamento di rotta dello stato egiziano anche in caso della temuta vittoria delle forze politiche confessionali; sono in gioco elementi fondamentali per la disastrata economia dell'Egitto: gli aiuti americani ed il turismo, senza i quali il bilancio del paese non è in grado di sostenere le spese necessarie. All'OLP si respira altrettanta apprensione, l'esito temuto da Tel Aviv è altrettanto temuto in Cisgiordania dove si pensa ad un possibile sbilanciamento dell'Egitto nei confronti di Hamas: questo fattore potrebbe portare a due conseguenze, entrambi in grado di dividere i due schieramenti e favorire però Israele che avrebbe un avversario non più unito. Nel primo caso gli aiuti del Cairo potrebbero favorire Hamas, ma soltanto nella striscia di Gaza determinando una possibile richiesta di autonomia di quel territorio sganciata dalla panoramica più ampia dell'intera Palestina, compromettendo anni di sforzi, nel secondo caso, invece, l'appoggio egiziano determinerebbe un sopravvento di Hamas sull'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, indirizzando la lotta ad un maggiore radicalismo contro Israele. Insomma per chi come Abbas ha sempre tentato la via diplomatica sarebbe comunque la sconfitta. Ma tra le due parti, Israele ed OLP, in apprensione chi starebbe peggio in caso di vittoria dei Fratelli Musulmani è sicuramente il secondo perchè potrebbe andare incontro ad una sconfitta politica non mitigabile, almeno non come Tel Aviv, dal taglio degli aiuti americani. Resta da vedere, comunque, come i Fratelli Musulmani potranno gestire al loro interno, che non è monolitico, la questione palestinese da una posizione di responsabilità, riuscendo a conciliare le varie anime e le diverse idee che compongono il movimento.

Nessun commento:

Posta un commento