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Politica Internazionale
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mercoledì 6 giugno 2012
L'importanza del summit del Gruppo di Shangai
Il summit della Shanghai Cooperation Organization (SCO), si presenta come un appuntamento chiave per il futuro sviluppo delle relazioni internazionali da inquadrare in un raggio ben più ampio di quello dello spazio fisico dei paesi aderenti all'organizzazione. La presenza dell'Iran, seppure come osservatore, mette in rilievo, innazitutto, la possibilità per il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad di avere a disposizione una tribuna di eccezionale rilevanza, sia mediatica, che più strettamente operativa. Per Teheran si tratta di una occasione fondamentale per uscire dall'angolo dell'isolamento diplomatico in cui le sanzioni di USA ed UE lo hanno relegato a causa del problema atomico. La capacità e l'astuzia politica del capo del governo di Teheran, potrebbe sfruttare, a proprio vantaggio, la crescente sintonia tra Cina e Russia sul piano della politica internazionale, con possibili sviluppi in chiave anti americana. Nella questione siriana, malgrado le condanne più o meno dure dei due colossi, le posizioni all'interno del Consiglio di sicurezza dell'ONU, restano ferme: Mosca e Pechino non intendono cambiare il loro atteggiamento nell'imporre il veto ad azioni militari sotto l'egida delle Nazioni Unite. In questa situazione l'Iran cerca di inserirsi per portare acqua al proprio mulino per riguadagnare posizioni nell'agone internazionale. Sia Mosca che Teheran hanno interesse che Assad resti al potere, anche per ragioni simili, e non è pertanto da escludere una possibile alleanza, sebbene sotto banco, Ahmadinejad non è comunque molto presentabile, tra i due paesi. Nel gioco dei delicati equilibri mondiali, la Russia patisce da tempo gli Stati Uniti ed ambisce a ritornare al livello di potenza di primo livello che aveva al tempo sovietico, in questa ottica il programma di riarmo previsto da Putin nel suo programma elettorale costituiva già più di un indizio, e cerca quindi ogni possibile sponda per contrastare la politica estera di Washington. Tuttavia l'Iran può essere un alleato pericoloso, sopratutto con una bomba atomica in mano all'interno dello scenario regionale comune, proprio per questa ragione la politica russa pare più che mai azzardata e foriera di pericolosi sviluppi. Ma il vertice del Gruppo di Shangai è destinato a fare salire di importanza l'organizzazione per una serie di accordi di natura economica e commerciale che verranno firmati. Si tratta di cooperazioni all'interno di un'area strategica per l'economia mondiale, con tassi di crescita elevati ed ottime potenzialità economiche grazie alle materie prime presenti. Il ruolo futuro della Shanghai Cooperation Organization è quindi destinato a salire ed a diventare una organizzazione internazionale con la quale l'occidente non potrà non confrontarsi in maniera continua e di collaborazione. Ma aldilà degli accordi economici, ed oltre alle questioni di politica internazionale trattate in modo non ufficiale, nell'agenda dell'incontro vi è un tema cruciale per gli equilibri mondiali: la possibilità di accettare la Turchia come interlocutore dell'organizzazione. Per Ankara, in chiave economica, si tratta di un passo quasi obbligato, ma la Turchia è un membro della NATO, di cui è bene ricordare le attuali difficili relazioni con Israele, ed uno dei temi sul tappeto del summit riguarda proprio le implicazioni della strategia di difesa missilistica del Patto Atlantico in Europa, specie nella parte orientale cioè proprio quella al confine con diversi membri del Gruppo di Shangai. Non si può non leggere in questo coinvolgimento della Turchia un tentativo di incrinare la fedeltà di Ankara, magari non tanto verso la NATO, almeno per ora, ma piuttosto di aumentare le antipatie verso una UE, che ne ha escluso l'ammissione al proprio interno. Certo anche le difficili relazioni con Israele possono costituire una base di partenza per trovare una intesa possibile. Giocare sulla Turchia, quindi, non può non essere visto come un tentativo di minare la sicurezza sia dell'Unione Europea sia, in ultima analisi, della NATO. Alle spalle di questi progetti vi è l'alleanza tra Cina e Russia, che si sta facendo sempre più stretta, se per i primi si tratta, al momento di questioni prettamente economiche, per i secondi gli aspetti geopolitici paiono preponderanti, nel medio periodo Mosca intende ritornare a dialogare con Washington alla pari, ma non considera che per Pechino è già così. Per la Cina la Russia, attualmente è un buon strumento per indebolire la leadership mondiale americana, già appannata rispetto al passato, potrebbe trattarsi del classico caso che trai due litiganti il terzo gode.
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