Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

lunedì 16 luglio 2012

Fermare l'aumento della denutrizione

Al già alto numero di persone in stato di indigenza, si prevede, che da qui al 2020, soltanto otto anni, si dovrà aggiungere la consistente cifra di settante milioni di persone. Si tratta di un destino che porterà ben oltre la povertà, cioè l'indigenza assoluta, con mancanza di cibo ed acqua e condizioni igieniche totalmente insufficienti. Di questa massa di disperati, si stima che oltre quattrocentomila bambini non arriveranno a compiere cinque anni. Quello che più sorprende che questa previsione di medio periodo è stata elaborata in conseguenza dei dati della crisi finanziaria che attanaglia il mondo dal 2008. E' un effetto domino che crea conseguenze spaventose: l'impatto su società già poverissime dell'aumento dei generi alimentari, la speculazione sui prodotti e terreni agricoli, con la riconversione da produzione alimentare a prodotti per i carburanti, ha creato una spirale che pare inarrestabile. Non bastavano gli episodi bellici, sempre in aumento e l'incremento del fenomeno della siccità, che pesa in maniera preponderante sulla filiera della produzione agricola, ora il mondo industrializzato presenta i conti della sua speculazione anche alla parte più povera del pianeta. Le conseguenze, oltre che di impatto morale, saranno pesanti anche su quello politico: il terreno di coltura che si sta sviluppando permette una sempre maggiore influenza di apparati clericali sempre più radicali, che gettano le basi per una ostilità di fondo contro l'occidente. Le persone che scappano dalla fame diventano materia di pressione per gli stati ricchi, usate come mezzo di ricatto, mentre le grandi risorse dei paesi poveri vengono svendute ai nuovi colonialisti dei paesi in via di sviluppo molto al di sotto dell'effettivo valore. Ad aggravare la situazione giungono notizie preoccupanti dai governi europei, che nella loro ansia di regolarizzare bilanci da tempo costruiti male, vogliono tagliare i già esigui fondi per la cooperazione e gli aiuti ai paesi del terzo mondo. Una simile politica, oltre che miope si rivela doppiamente colpevole di popoli e persone che possono costituire una bomba ad orologeria. Quello che si favorisce, non si capisce quanto inconsapevolmente, è un confronto futuro, non su basi pacifiche tra il nord ed il sud del mondo, con quest'ultimo influenzato sempre più da una religione e religiosità, che rappresenta l'unico rifugio di situazioni disperate. Anzichè favorire una crescita dei paesi poveri, che consenta uno sviluppo dignitoso, quella che pare affermarsi è una tendenza neocolonialista, caratterizzata dall'assenza di strumenti atti a migliorare le condizioni di popoli allo stremo. In questo quadro molto preoccupante, del quale, però non si avverte l'urgenza ne dai governi occidentali ne dalle istituzioni sovranazionali, prende sempre più corpo, l'esigenza di studiare mezzi e formule per attenuare uno stato di cose destinato ad essere esplosivo, con ricadute dirette sulla vita dei paesi occidentali. Occorre partire dal presentare il conto alla finanza speculativa, che tanta responsabilità ha su questo stato di cose. L'introduzione della Tobin tax è ormai improcrastinabile ed una percentuale di essa deve essere destinata a progetti di sicuro valore, che possano fermare le situazioni più critiche in campo alimentare e medico dei paesi poveri. Ma questo solo in prima battuta, perchè poi occorre fornire gli adeguati finanziamenti atti a creare uno sviluppo, caratterizzato da condizioni di ecosostenibilità e giustizia sociale, in modo da estendere al maggior numero di persone un adeguato stato di benessere, anche tramite l'istruzione e la formazione professionale, così da avere una manodopera specializzata in grado di sostenere e partecipare ad i progetti internazionali. La responsabilità dell'occidente non deve essere intesa nell'esclusivo senso morale, ma deve essere anche letta ed interpretata come investimento sia sociale che economico, per creare benessere in situazioni di sottosviluppo. Questa azione deve, infatti, andare nel senso opposto della semplice azione caritatevole e paternalistica, propria di visioni falsamente liberali, ma anche religiose auto assolutorie, ma deve essere contraddistinta dalla reale intenzione di costruire un processo che dia una effettiva inversione di tendenza, non solo nello sconfiggere la denutrizione e la povertà ma di avviare, finalmente, un progetto globale per innalzare redditi medi totalmente insufficienti per entrare nel mondo globalizzato.

Nessun commento:

Posta un commento