Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
giovedì 5 luglio 2012
Le milizie problema della Libia alla vigilia delle elezioni
La Libia del dopo Gheddafi, resta uno stato che non è in grado di assicurare i diritti civili. Da questa motivazione parte la richiesta di Amnesty International ai politici in lizza per le prossime elezioni, le prime dopo quaranta anni di dittatura, di dare precedenza alla costruzione di uno stato in grado di rispettare i diritti umani, fondato sul diritto. La situazione nel paese mediterraneo sarebbe contraddistinta da continue violazioni dei diritti umani, grazie alla presenza di arresti arbitrari e tortura. Non è un buon biglietto di presentazione per il rinnovato stato libico, dove non è stato sconfitto il fenomeno delle bande armate, che continuano a porsi al di fuori della legge, rifiutando la consegna delle armi e l'arruolamento in strutture dello stato. Quello delle milizie armate è un problema che si è posto ancora prima della caduta di Gheddafi, espressione militare delle tribù, le formazioni paramilitari, costituiscono uno stato nello stato, anzi tanti stati nello stato, gestendo intere porzioni di territorio dove dominano incontrastate in virtù della grande conoscenza geografica e dell'appoggio della popolazione. Tuttavia spesso sono protagoniste di eccessi talmente gravi, che sono capaci di alterare l'immagine che il governo centrale cerca faticosamente di costruirsi. D'altronde era risaputo che lo stato libico era una nazione artificiale, senza un retroterra culturale comune, che non si è creato neppure dopo l'eliminazione della dittatura di Gheddafi. La Libia stava insieme soltanto perchè era governata dal pugno di ferro del dittatore, abile a distribuire parte delle ingenti ricchezze alle tribù più fedeli. Ma ciò non ha creato una coscienza statale comune, anzi una delle strategie del Rais era proprio quella di alimentare le divisioni tribali, per volgerle a proprio vantaggio. Uno degli errori occidentali è stato quello di lasciare il paese a se stesso dopo l'eliminazione fisica di Gheddafi, senza aprire una conferenza, tra tutte le forze della ribellione, capace di valutare e trovare una soluzione, anche dividendo il paese, capace di assicurare da subito stabilità. Gli sforzi di tenere insieme il paese, grazie agli sforzi di una parte delle forze che hanno rovesciato il regime, non paiono così avere sortito un effetto apprezzabile e ciò non fa guardare positivamente alle prossime elezioni. Anche senza l'investitura ufficiale il governo di transizione avrebbe dovuto avere già saldamente in mano la situazione, ma così non è stato e la minaccia delle bande armate grava pesantemente sul processo democratico libico. Una ulteriore particolarità che non ha segnato una rottura con il regime è costituita dall'ingiusta ed ingiustificata detenzione dei migranti che arrivano sul territorio libico per attraversare il Mediterraneo e giungere in Europa. C'è il sospetto che questa sia una bomba a tempo da puntare sulle nazioni della sponda settentrionale del mare mediterraneo, per costringerli a forme di aiuto concordate: una pratica già messa in atto con successo dal Colonnello.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento