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venerdì 26 ottobre 2012
Elezioni USA: gli uomini bianchi non votano per Obama
All'avvicinarsi della data delle elezioni presidenziali americane, nelle pieghe dei sondaggi, è uscito un dato che non è stato abbastanza messo i rilievo dagli analisti. Barack Obama non ha il sostegno degli uomini bianchi americani. Se questa situazione era già presente alla vigilia delle passate consultazioni elettorali, ora il fenomeno si è acuito, con Romney in vantaggio, su questa parte della popolazione, di ben 23 punti percentuali. Sul perchè il presidente uscente non riesca a sfondare in questo segmento di elettorato pesano considerazioni e motivazioni differenti. Prime tra tutte sono la mancata identificazione con le idee ed i provvedimenti che stanno alla base di Obama. Gli Stati Uniti non sono New York, nell'America profonda è ancora valida l'idea della supremazia sociale della figura maschile bianca, la retorica del bianco, anglosassone e protestante, in effetti non è mai tramontata, e le leggi in favore delle minoranze, sia etniche che sessuali, non hanno mai fatto breccia in quella che è la classe dominante statunitense: l'uomo bianco, che detiene la maggiore percentuale di ricchezza del paese e si identifica con la legislazione liberista propria del partito repubblicano. Scalfire le convinzioni di questa figura sociale emblematica, che incarna il sogno americano delle origini, non è ancora socialmente possibile. In questo aspetto gli Stati Uniti, si rivelano ultra conservatori ed anche non al passo con i tempi. La politica repubblicana, infatti, dal punto di vista sociale si ostina a presentare una immagine della società ancora fondata su valori familiari tradizionali, che spesso non rispecchiano l'effettiva fotografia della composizione del tessuto sociale americano. Vi è poi una questione razziale difficile da scalfire, l'icona del presidente di colore, che è stata presentata al mondo come una conquista della parità, all'interno della nazione non ha avuto un tale ritorno di immagine ed anzi, per certi versi, anche grazie a notizie false che hanno alimentato campagne denigratorie contro Obama, in vasti settori di razza bianca, l'insediamento di un uomo di colore alla massima carica statunitense, e quindi del mondo, è stato vissuto come una autentica usurpazione. La parte sociale che ha avuto questi sentimenti è stata proprio quella composta dagli uomini bianchi, che però non possono tutti essere di ceto elevato, cioè non basta fare una discriminante del reddito per individuare le ragioni dei contrari ad Obama, occorre, invece, cercare motivi ulteriori, come quello razziale, per spiegare un fenomeno che sembra avere radici che sfiorano la psicopatologia di questa parte di elettorato. La mancata accettazione di un presidente di colore appare una presa di posizione che prescinde, in molti casi, dal suo operato effettivo, è, cioè, una scelta a priori che si fonda sulla convinzione, putroppo ancora presente, della supremazia dei bianchi sui neri e ciò risulta essere ben triste nel 2012 e dimostra come quella che è dichiarata la più grande democrazia del mondo sia, in realtà, ben lontana da raggiungere tale livello. Questo dato dei sondaggi, pone quindi l'accento su di una polarizzazione estrema della società americana che è tutt'altro che amalgamata come si crede all'estero, gli stereotipi dell'America del sud, sono purtroppo non solo luoghi comuni ma tristi realtà, che si ritrovano anche ad altre latitudini del paese. Lo stesso Obama è apparso rassegnato di fronte a questa realtà, concentrando i suoi sforzi in campagna elettorale verso l'elettorato di colore e quello ispanico, dove il vantaggio attribuito, potrà risultare fondamentale per il risultato finale. In ogni caso la riflessione finale non può che vertere sulla reale natura del paese che sempre si è identificato come quello delle opportunità e della realizzazione, dati come questo dimostrano quanto quella immagine da cartolina sia lontana.
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