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mercoledì 19 dicembre 2012
Egitto: per Mursi sempre più problematico il rapporto con la magistratura
In Egitto la questione della costituzione si complica: il vantaggio dei si, cioè il voto favorevole alla promulgazione della nuova carta fondamentale, ha riscosso un margine ben più basso che quello previsto e ciò determina un valore meno rilevante del risultato della consultazione per il Presidente Mursi. Questo risultato aumenta la pressione delle opposizioni, che continuano a mettere in dubbio la legittimità del procedimento, anche in relazione alle molteplici segnalazioni di irregolarità, che avrebbero condizionato l'esito della votazione. La sensazione generale che una consultazione così importante sia stata viziata da diversi episodi non conformi, getta molto discredito su quello che Mursi voleva fare apparire un processo limpido proveniente dal popolo, per accreditarlo come una via islamica alla democrazia. Va detto che se esistevano forti dubbi sulle reali intenzioni e sull'effettivo senso della democratico del Presidente egiziano, gli ultimi interrogativi sulla regolarità del voto, non fanno che aggravare il giudizio sulla transizione egiziana. Quello a cui si trova davanti l'opinione pubblica internazionale pare essere tutto tranne uno stato che possa definirsi democratico, l'Egitto sembra passato da un regime dittatoriale laico ad uno confessionale, con l'unica differenza che quest'ultimo vuole darsi una patina di democrazia, con tentativi, peraltro maldestri. Nell'attesa della seconda fase del plebiscito, si segnala la forte opposizione della magistratura, che in quanto custode del diritto non può sottrarsi ad esprimere la sua contrarietà allo sviluppo della questione. Perfino il nuovo procuratore generale, nominato dallo stesso presidente egiziano e fortemente sospettato di parzialità, ha rassegnato le dimissioni dalla sua carica, lanciando un chiaro segnale del malessere presente nel potere giudiziario. Quello con tra magistratura e presidente, peraltro, è un rapporto molto deteriorato, praticamente alla pari con quello dell'opposizione dei partiti laici. Mursi combatte con il potere giudiziario una partita sulle regole e la contesa è diventata ancora più aspra dopo la promulgazione della legge che consegnava alla massima carica del paese poteri addirittura superiori a quelli di Mubarak. Se questa mossa ha smascherato la profonda avversione alla democrazia di Mursi, ne ha svelato anche la profonda ingenuità e l'avventatezza sul piano politico: infatti soltanto uno sprovveduto, oppure un personaggio totalmente manovrato dai partiti usciti vittoriosi dalle elezioni, poteva credere che un tale provvedimento sarebbe passato con facilità dopo tutta la lotta combattuta dal popolo egiziano contro Mubarak. Ma il confronto con la magistratura rischia di peggiorare ancora a causa del boicottaggio annunciato da gran parte dei giudici del Consiglio di Stato per la seconda tornata referendaria, che complica l'effettivo svolgimento, dal punto di vista pratico, della consultazione. Resta, poi, ancora lo scoglio maggiore per Mursi e l'approvazione della Costituzione: i tanti probabili ricorsi per le irregolarità in sede di voto, annunciati dalla opposizione, che, se accertati, costituiranno reati di ordine penale e che possono andare a creare un cortocircuito istituzionale con l'organo di presidenza, capace di portare il sistema ad un blocco.
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