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giovedì 20 dicembre 2012
La Corea del Sud ha eletto, per la prima volta, un presidente donna
Park Geun-hye, sessanta anni, è la prima donna a diventare presidente della Corea del sud. Di orientamento conservatore, la nuova presidentessa del paese che vanta la quarta economia asiatica, è la figlia del dittatore Park Chung-hee, che prese il potere con un colpo di stato nel 1961 e fu assassinato nel 1979. Per i crimini del genitore, Park Geun-hye, ha espresso le scuse al popolo coreano, durante la campagna elettorale. Il risultato della consultazione ha dato la maggioranza, alla vincitrice con il 51, 6% dei voti, rispetto al 48% del suo rivale, il progressista Moon Jae-in. Anche in Corea del sud, malgrado una crescita positiva, ma più contenuta rispetto al passato, il tema centrale delle contesa elettorale è stata l'economia e la gestione della crisi. Il cosiddetto miracolo coreano sembra ormai un ricordo a causa della crisi delle esportazioni, per altro per ragioni più che altro esterne alle dinamiche coreane, il cui calo ha prodotto una contrazione della crescita del PIL, salito appena del 2% dall'inizio dell'anno. Il rilancio dell'economia è stata, quindi, la promessa che ha determinato la vittoria alle elezioni della neo eletta presidentessa; la quale ha anche promesso di migliorare la sicurezza dei luoghi di lavoro e di volere promuovere condizioni di maggiore equità. Il rilancio economico è individuato nella promozione della piccola e media impresa, piuttosto che un rafforzamento dei grandi gruppi del paese, che in realtà hanno trasferito la maggior parte della loro produzione in altri paesi, a causa del minor costo della manodopera. Questo fattore, della delocalizzazione produttiva, è stato individuato come una delle cause dell'indebolimento della classe media e per la sempre maggiore mancanza di posti di lavoro qualificati, sopratutto per i giovani. La nuova presidentessa della Corea del Sud, intende, invece, attraverso una politica di incentivi promuovere le aziende minori, rispetto alle multinazionali, per la creazione di nuovi posti di lavoro sul territorio nazionale. In politica estera il paese non dovrebbe subire grandi variazioni: le relazioni bilaterali principali saranno sempre con gli Stati Uniti, con i quali saranno rinforzate le relazioni commerciali ma sopratutto militari, in un'ottica di protezione dalle minacce provenienti dalla Corea del Nord e dal profilarsi del possibile peggioramento con la Cina.
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