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giovedì 13 dicembre 2012
Sempre più difficile i rapporti tra Cina e Giappone
L'intrusione di un aereo militare cinese, nello spazio aereo delle contese isole Senkaku / Diaoyu, alza la temperatura, peraltro già elevata, tra Giappone e Cina. Tokyo ha risposto con due passi formali, che sono consistiti nell'invio di aerei militari, in quello che ritiene proprio spazio aereo e con la protesta dell'ambasciatore giapponese a Pechino. Ad aggravare la situazione vi è la ricorrenza in cui è stata fatta l'incursione aerea: il settantacinquesimo anniversario del massacro di Nanchino, quando truppe dell'impero nipponico massacrarono migliaia di persone nella città cinese. Questa coincidenza è tutt'altro che casuale, Pechino sa bene come puntare sull'orgoglio del popolo cinese in una disputa che tende ad estremizzare una situazione già fortemente compromessa. Dietro la tattica cinese, pare esserci la volontà di provocare uno scontro che sollevi definitivamente la questione della sovranità delle isole, in una prospettiva più ampia, che mira alla colonizzazione completa attraverso le vertenze ingaggiate anche con gli altri paesi del Mare Cinese meridionale. Del resto rientra nei programmi della nuova dirigenza cinese affermare la propria potenza nella regione, sia dal punto di vista territoriale che politico, andando così a toccare i temi cruciali dello sfruttamento delle risorse e del dominio delle vie di comunicazione marittima. Non è un caso che si scelga la provocazione verso un avversario, il Giappone, indebolito da una crisi economica che è recentemente sfociata in recessione e dilaniato nel suo tessuto politico. D'altro canto Tokyo non si sottrae allo scontro, anzichè cercare una soluzione concordata e meno travagliata. Se i cinesi puntano sul fattore del nazionalismo, non da meno sono i giapponesi, che anzi ne fanno elemento trainante, anche come fattore mascherante del dissesto in atto nel proprio paese. La situazione è però ogni giorno più preoccupante, i casi di provocazione, da una parte e dall'altra, si susseguono senza sosta, attraverso incursioni navali ed aeree, con il contorno di discorsi più o meno ufficiali che richiamano a patrie violate, rendendo, di fatto, sempre più probabile che si verifichi l'eventualità di uno scontro. La preoccupazione del mondo intero e degli Stati Uniti, in particolare, non è servita granchè fino ad ora, e tutta una regione cruciale per l'economia del mondo intero vive una situazione di sempre maggiore precarietà nel proprio equilibrio geopolitico. Mentre si moltiplicano, quindi, le occasioni per il verificarsi di un incidente che potrebbe dare il via ad un confronto il cui sviluppo non è facilmente prevedibile, non si può che registrare l'assenza assordante delle Nazioni Unite, che senza assolvere al proprio ruolo, non esprimono una volontà di intervento pacificatorio.
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