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lunedì 3 dicembre 2012
Tra Russia e Turchia un vertice per la Siria
Sul vertice tra la Russia e la Turchia si fonda ancora qualche labile speranza di trovare una qualche soluzione per la crisi siriana. I due paesi sono su fronti opposti, rispetto ai contendenti: la Turchia appoggia le forze ribelli ed è stata più volte vicina ad intraprendere azioni militari contro Damasco a seguito dei bombardamenti, effettuati per errore secondo le forze di Assad, di cui è stato fatto oggetto il suo territorio. La Russia è l'unico alleato occidentale che resta legato alla Siria, una alleanza fondamentale perchè dispone del diritto di voto all'interno del Consiglio di sicurezza dell'ONU, che gli permette di bloccare qualsiasi iniziativa presa in nome delle Nazioni Unite. L'interesse russo è dato dalla concessione siriana alla marina ex sovietica dell'uso dell'unica base navale di cui la flotta di Mosca dispone nel Mediterraneo, concessione difficilmente ripetibile con un nuovo governo al posto di quello di Assad. Ma tra Ankara e Mosca vi sono state anche recentemente frizioni diplomatiche di non poco conto in ragione dell'intercettazione, da parte della forza aerea militare turca, di un aereo siriano partito dal territorio russo, sospettato di trasportare materiale militare di provenienza proprio russa e destinato a rinforzare le truppe leali al dittatore Assad. Malgrado la smentita del Cremlino, che asseriva che il materiale in questione fosse costituito da apparecchiature radar non vietate dalle convenzioni internazionali in vigore, la tensione tra i due paesi è aumentata. Proprio questo stato di precarietà nelle relazioni tra i due paesi, paradossalmente, se sostenuto da una reciproca volontà di miglioramento può costituire una base di partenza per un conseguente sbocco positivo della guerra civile siriana. D'altro canto pare ormai assodato che lo stallo della situazione non possa risolversi attraverso la contesa militare a favore di uno dei due contendenti; con la possibilità di intervento esterno praticamente inesistente i ribelli non hanno la forza sufficiente per sconfiggere le forze armate ufficiali, che, tuttavia, stanno patendo il logoramento del conflitto e la sempre maggiore distanza dalla popolazione, pagata con le ripetute diserzioni. Il fatto, quindi, che due potenze così distanti, accettino di incontrarsi può essere letto come argomento incoraggiante, almeno come partenza per un maggiore coinvolgimento di altri attori, indispensabili ad entrare in scena per la soluzione diplomatica, che sebbene appaia tutt'altro che rapida, rappresenta al momento l'unica via di uscita. Uno dei timori russi è che la Turchia riesca a coinvolgere l'Alleanza Atlantica nella vicenda siriana, sbilanciando l'equilibrio precario tra le fazioni in lotta, creatosi con le armi. Gli argomenti di Mosca sono il possibile allargamento del conflitto in una escalation che potrebbe coinvolgere tutta la regione del medio oriente, già in pericoloso subbuglio, sia per la questione libanese, che per quella palestinese, con Israele sempre in stato di perenne allarme. In effetti tale pericolo è una possibilità concreta, tenendo conto anche dell'atteggiamento iraniano, sempre provocatorio e pronto a sfruttare ogni minima occasione per avvantaggiarsi delle situazioni contingenti.
Ma saranno anche altre le questioni sul tavolo: il problema della striscia di Gaza, che può essere inquadrato in una visione più ampia del problema mediorientale, di cui la Siria costituisce comunque l'argomento centrale, ed anche le questioni relative al necessario sviluppo della cooperazione internazionale, fattore sempre più determinante a cui ricorrere per la risoluzione delle crisi, da quelle regionali a quelle su scala più ampia. Nonostante le divergenze politiche i due stati hanno comunque mantenuto una intensa e fitta rete di rapporti commerciali, che le divergenze internazionali non hanno intaccato: si tratta della cooperazione nei settori dell'energia e del commercio, che ha permesso di di tenere sempre vicini i governi dei due paesi, che ora dovrebbero sviluppare nuovi accordi nei settori della finanza e del credito bancario.
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