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martedì 12 febbraio 2013
La Corea del Nord ha eseguito il test nucleare
La Corea del Nord ha ufficializzato che l'esperimento nucleare, fonte di molte tensioni internazionali, è riuscito grazie ad un dispositivo di nuova concezione, con caratteristiche di minore peso, nonostante contenesse un maggiore quantitativo di esplosivo. Il test nucleare, secondo le fonti ufficiali, non avrebbe causato alcun danno all'ambiente. Il fatto ha scatenato la reazione immediato delle Nazioni Unite, che mediante il suo Segretario generale, Ban Ki Moon, ha condannato l'accaduto invitando il Consiglio di sicurezza ad assumere misure appropriate per sanzionare l'esperimento. L'atteggiamento sprezzante di Pyongyang, che ha insistito sulla propria linea, nonostante gli appelli e le condanne della comunità internazionale, è sentito dalla platea diplomatica come un vero e proprio atto di sfida. Il leader nordcoreano era stato sollecitato a non proseguire sulla strada della nuclearizzazione militare del paese, come base per instaurare un dialogo fondato sulla reciproca fiducia, con i vicini regionali. L'atto di sfida, che in verità era dato per sicuro nonostante la speranza che non venisse attuato, apre definitivamente a possibili nuovi scenari ed equilibri regionali, che saranno, comunque, contraddistinti da una fase molto probabile di forte instabilità. La prima conseguenza sarà l'inasprimento delle sanzioni, provvedimento che metterà ancora più in difficoltà una nazione alla fame. La seconda sarà il peggioramento ulteriore dei rapporti con la Cina, che con questo test è stata sfidata apertamente, malgrado gli avvisi ripetuti di Pechino a desistere dai piani nucleari di Pyongyang. Il grado di peggioramento dei rapporti tra i due stati non è prevedibile con sicurezza, si può andare da un semplice taglio ai fondamentali aiuti provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, fino alla rottura totale dell'alleanza. Questa eventualità rappresenta lo scenario peggiore, per la Corea del Nord significherebbe il più assoluto isolamento nel mondo, con ricadute quasi certe sulla stessa esistenza del regime. Ma ciò potrebbe anche provocare reazioni inconsulte, attuate senza il filtro di Pechino. Anche perchè la terza conseguenza che si attuerà come risposta al test nucleare sarà l'intensificazione delle manovre militari congiunte tra USA e Corea del Sud e forse anche del Giappone. A quel punto la Corea del Nord si sentirà circondata e vorrà mostrare i muscoli dando luogo ad una escalation di difficile previsione. Ma anche senza questo possibile confronto militare, che la Cina non gradirebbe perchè troppo vicino al suo territorio, sia marino che terrestre, il raffreddamento con Pechino rappresenta l'elemento più importante da analizzare. Se la condanna della Cina è scontata, come conseguenza ai tanti appelli disattesi ed in coerenza con il voto favorevole dato nella sede del Consiglio di sicurezza dell'ONU, fatto, peraltro, niente affatto consueto, Pyongyang perde in maniera molto rilevante la propria autonomia economica, dipendente in larga parte da Pechino. In questo caso l'implosione del regime diventa un fatto altamente probabile. La carenza alimentare potrebbe spingere masse di persone, ormai incontrollate, verso le opposte frontiere di Corea del Sud e Cina, creando una emergenza umanitaria di grande rilevanza. Questo aspetto potrebbe però essere anche pilotato da Pyongyang come ritorsione al regime sanzionatorio a cui verrà sottoposto il paese. In entrambi i casi si aprirà un problema ancora maggiore rispetto alla situazione attuale, circa la presenza di un fattore di così forte destabilizzazione della regione, rappresentato proprio dallo stato nordcoreano. Nel passato i tentativi di riunire le due Coree non erano ben visti sopratutto da Pechino, che temeva, non tanto di perdere un alleato di poca importanza strategica, quanto di incrementare un concorrente economico come la Corea del Sud. Tuttavia le attuali condizioni geopolitiche fanno propendere, per la Cina, la preferenza per una situazione di maggiore stabilità, sopratutto alle sue frontiere, nell'ottica di una maggiore facilitazione della propria attività commerciale. Se questo è vero non è però detto che la riunificazione delle due parti della penisola coreana sia l'unica soluzione possibile. Pechino potrebbe optare, al fine di mantenere Pyongyang nella propria sfera di influenza, ad un passaggio di potere in modo da rendere la Corea del Nord più funzionale ai suoi scopi, quasi uno stato satellite; in questo senso soltanto la Cina, per il grado di penetrazione nel chiuso stato comunista dinastico, potrebbe riuscire nell'intento. La situazione attuale si presente, comunque, in un continuo divenire difficile da prevedere con certezza a causa delle tante variabili presenti nella vicenda.
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