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venerdì 8 marzo 2013
La Corea del Nord tra sanzioni e minacce
Il regime nordcoreano ha imboccato una china da cui non sembra trovare una via d'uscita. Dopo l'esperimento nucleare, che ha provocato anche il peggioramento dei rapporti con la Cina, gli USA si sono fatti promotori di una nuova tornata di sanzioni, che getteranno il paese asiatico in uno situazione molto difficile da gestire. Pyongyang ritiene Washington e Seul i veri responsabili del giro di vite a cui è sottoposta ed anzichè mitigare la propria posizione sugli armamenti nucleari, ad esempio con la firma di una moratoria, passa alla fase estrema delle minacce. Il pericolo di un bombardamento nucleare sul territorio americano, pur da non sottovalutare, rappresenta una minaccia veramente remota per l'apparato statunitense, capace senz'altro di neutralizzare un missile, forse neppure in grado di raggiungere il bersaglio. Più allarmante, invece, è l'atteggiamento tenuto verso la Corea del Sud, in ragione dello stato giuridico vigente tra i due paesi, che è soltanto quello di un armistizio, seguito alla guerra di sessanta anni fa, a cui non è mai seguito un trattato di pace formale. La chiusura delle frontiere comuni da parte di Pyongyang, rappresenta un primo irrigidimento, che precede con allarme le manovre militari, previste per la prossima settimana, da parte di tutto l'apparato militare, in forma congiunta. Parlare di pericolo nella regione è quindi riduttivo, nonostante alcuni analisti ritengano la situazione attuale meno grave, rispetto a quella del 2010, quando la Corea del Nord, in risposta ad una supposta provocazione della marina militare di Seul, bombardò l'isola di Yeongpyeong, provocando quattro morti, la tensione tra i due paesi è palpabile ed un possibile gesto sconsiderato sfuggito al controllo di rispettivi schieramenti, potrebbe innescare incidenti molto gravi. Da verificare, poi, il possibile riposizionamento di Pyongyang nello scacchiere internazionale. Con la Cina particolarmente irrigidita nei suoi confronti, non è escluso che la Corea del Nord cerchi sponde verso paesi tradizionalmente nemici degli Stati Uniti. In questo momento è impossibile non pensare che Pyongyang ha molti punti in comune con Teheran, proprio a causa delle rispettive politiche sugli armamenti nucleari. In questo momento la Corea del Nord sarebbe più avanti nella tecnologia militare atomica e ciò potrebbe rappresentare fonte di grande interesse per l'Iran, che ha come merce di scambio la sua produzione petrolifera. Il pericolo della creazione di un mercato della tecnologia nucleare, in realtà è preso in grande considerazione da Washington, che ha introdotto tra le varie misure sanzionatorie l'ispezione delle navi nordcoreane in uscita dal paese. Questa misura ha fortemente irritato Pyongyang, che, oltre a vedere lesa la propria sovranità, potrebbe vedere stroncato qualche traffico con cui rompere l'embargo di cui è vittima. Proprio la tecnologia nucleare sarebbe la merce più preziosa che la Corea del Nord potrebbe immettere sul mercato e, che, se trovata in uscita dai confini nazionali, andrebbe a rappresentare una prova ulteriore del suo avanzato stato di conoscenza nel campo della costruzione della bomba atomica, peraltro mai smentita.
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