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lunedì 13 ottobre 2014

Bolivia: la vittoria di Evo Morales

Con una sapiente miscela di populismo e pratica di governo, soprattutto orientata allo sviluppo economico, Evo Morales vince con ampio vantaggio le elezioni presidenziali della Bolivia. La crescita del prodotto interno lordo del 2013, nella percentuale del 6,78, la più alta nella storia della nazione, è sicuramente una delle ragioni della conferma del presidente uscente. Queste prestazioni nella crescita economica, una costante nella guida di Morales, hanno permesso di abbassare in modo significativo la povertà nel paese, che è passata dal 60% nel 2005, al 45% nel 2011. Occorre riconoscere che Morales ha saputo sfruttare le situazioni contingenti dell’economia mondiale, che hanno determinato una crescita significativa dei prezzi dell’energia, attraverso la vendita delle materie prime del paese, soprattutto il gas, in maniera oculata, fatto che gli ha permesso di raccogliere consensi significativi in campo internazionale, soprattutto se rapportata ad un paese con analoghe potenzialità e basi di partenza come il Venezuela. La vittoria è arrivata con un valore dei consensi che oscilla tra il 59 ed il 61% e che consente a Morales di avere i due terzi dell’assemblea, parametro fondamentale per avere la capacità decisionale necessaria a continuare il suo programma politico. L’esito elettorale è stato favorito anche dall’eccessiva frammentazione dell’opposizione, che si è divisa in quattro parti. Particolarmente significativa l’affermazione del presidente nella regione del dipartimento economico di Santa Cruz, che costituisce il centro nevralgico dell’economia del paese, dove, in passato, si registravano le maggiori contrarietà alla figura di Morales. Questo fatto, che costituisce la vera novità nel risultato elettorale, dato che la rielezione era largamente prevista,  è stata dovuta al fatto, che, Morales, pur mantenendo un profilo di sinistra, ha seguito una politica liberale con i datori di lavoro, che ha permesso di raggiungere gli obiettivi fissati nel programma economico per il paese pensato nello scorso anno. Tra i grandi meriti di Morales, oltre alla già citata diminuzione della povertà, che, dal punto di vista sociale, significa l’inclusione nel tessuto del paese di una grande parte di popolazione, rimasta fino ad allora ai margini, vi è stata la praticamente totale cancellazione di ogni pratica coloniale, che ha permesso al paese di assumere un carattere proprio sempre più peculiare. Come contraltare a questi meriti non si possono non condividere le critiche di un sistema di governo sempre più indirizzato verso l’autocrazia, sia per la stessa inclinazione di Morales, che gli deriva dal grande consenso riscosso, sia dall’assenza pressoché totale di una figura alternativa capace di emergere. Certo il carisma del presidente boliviano risulta essere in costante ascesa e questo aspetto potrebbe favorire, anche grazie al sicuro controllo dell’assemblea nazionale, fenomeni anche anti democratici, tuttavia, fino ad ora, non vi è stato alcun comportamento che autorizzi a pensare in una svolta del genere.

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