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venerdì 9 gennaio 2015

Boko-Haram non deve essere sottovalutato

In contemporanea con le dodici vittime di Parigi, l’integralismo islamico ha ucciso almeno duemila persone nella zona nord orientale della Nigeria, paese che subisce i ripetuti attacchi delle milizie di Boko-Haram. Il centro dell’attacco è avvenuto nella città di Baga, sulle rive del lago Ciad, dove gli episodi si sono ripetuti in due occasioni in meno di una settimana. La carneficina è stata favorita dalla conquista di una base militare, che ha provocato la fuga dei militari durante il primo attacco, lasciando indifesa la località. L’intensità della crudeltà dell’azione compiuta dai miliziani islamici ha riguardato il saccheggio e l’incendio dei  villaggi e l’assassinio delle persone che cercavano di fuggire. Boko-Haram ha così ottenuto il controllo dell’area, creando i presupposti per una area indipendente sul modello del califfato, al quale gli estremisti africani hanno affermato di ispirarsi e di sentirsi legati. Ad essere immediatamente minacciato  è ora il Camerun, i cui confini sono adiacenti alla zona occupata dai terroristi , mentre anche il Ciad ed il Niger potrebbero subire lo sconfinamento degli integralisti. Si tratta di un fenomeno non ancora preso completamente sul serio dalle potenze occidentali, che si sono concentrate maggiormente sullo scenario mediorientale; viceversa anche quello africano presenta rischi, che se sottovalutati, potrebbero portare seri problemi alla stabilità regionale e mondiale. Intanto occorre tenere sempre presente che dal 2009, anno in cui è iniziato lo scontro tra lo stato nigeriano ed il movimento di Boko-Haram, le vittime causate dai miliziani islamici ammontano a circa 15.000 unità. All’interno di questo macabro totale vi sono numerosi civili, caduti per la feroce applicazione della sharia, la legge islamica, che ha determinato la completa cancellazione di ogni diritto elementare; basterebbe soltanto questo elemento per elaborare una strategia in appoggio ai governi africani, che appaiono sorpresi e disorganizzati di fronte alla presenza dell’estremismo islamico organizzato in forma complessa, ben più difficile da affrontare che le cellule di Al Qaeda. Boko-Haram, infatti, presenta le caratteristiche dello Stato islamico presente in Siria ed in Iraq, possiede una efficiente organizzazione militare e dispone di armi all’avanguardia, di cui, spesso, gli eserciti regolari africani sono sprovvisti. A renderlo simile al califfato vi è la grande determinazione dei propri uomini, vogliosi di aprire un fronte altrettanto difficile per l’occidente, missione in cui stanno riuscendo appieno. Resta da indagare l’aspetto del finanziamento del gruppo, che, oltre i taglieggiamenti imposti ai notabili locali, potrebbe avere usufruito di contributi esteri. La difficoltà a combattere il gruppo terroristico è data dall’assenza di elementi di contrasto analoghi ai curdi, nel territorio di azione di Boko-Haram, che non incontra difficoltà contro forze militari male armate e troppo demotivate. La mancata risposta occidentale, insufficiente anche negli aspetti organizzativi e di coordinazione, lascia le nazioni africane, già alle prese con pesanti problemi interni, che sono alla base del successo di Boko-Haram, in balia del un forte rischio di allargamento del contagio islamista, con evidenti ricadute anche sugli aspetti economici di strutture sociali povere, ma in grande crescita. La necessità di un intervento in una qualche forma da parte delle nazioni più ricche appare urgente ed a loro stessa salvaguardia. Una congiunzione dell’integralismo  nigeriano con quello sub sahariano, in grado di arrivare alle sponde del Mediterraneo, porterebbe sui confini meridionali europei una minaccia tale da giustificare uno stato di guerra.  A quel punto, con uno stato di allarme permanente, le ripercussioni sulla stabilità occidentale sarebbero tali da alterare i sistemi economici più importanti del mondo, destabilizzando l’attuale ordine mondiale. SI tratta di una prospettiva catastrofica, che con il verificarsi di alcune congiunture è, purtroppo, tutt’altro che improbabile.

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