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giovedì 26 marzo 2015
Negoziati in corso a Losanna per arrivare ad un accordo sul nucleare iraniano
Sono riprese le trattative per arrivare ad una soluzione sul problema del nucleare iraniano. Nella sede di Losanna le parti sembrano intenzionate a raggiungere l’accordo preventivo, cui si deve arrivare entro il 31 marzo. La data non è lontana ma si deve trovare un compromesso principalmente sulle caratteristiche tecniche delle centrifughe capaci di arricchire l’uranio e le modalità della revoca delle sanzioni. Negli ambienti dei negoziatori si respira un certo ottimismo, che dovrebbe garantire di raggiungere poi l’accordo definitivo entro il 30 giugno. Nonostante la data finale sia ancora abbastanza lontana, la scadenza di fine marzo è ritenuta essenziale per arrivare alla conclusione definitiva. Purtroppo i colloqui si stanno svolgendo in una situazione internazionale dove il contesto generale è rovinato dalla questione dello Yemen, con il bombardamento dell’aviazione saudita contro i ribelli sciiti sostenuti da Teheran. La delegazione iraniana, pur condannando l’accaduto ed anche l’atteggiamento statunitense, che ha appoggiato l’azione militare, sembra intenzionata a non farsi condizionare dagli avvenimenti in corso, ritenendo il raggiungimento dell’accordo un obiettivo superiore a qualsiasi fatto contingente. Certo un clima più disteso le condizioni dei colloqui potevano essere facilitate, ma anche l’atteggiamento statunitense non sembra essere condizionato da quanto accaduto, anche se è ragionevole credere che la Casa Bianca avrebbe preferito che i tempi degli attacchi aerei sauditi non fossero coincisi con il momento delle trattative. Il negoziato deve affrontare l’avversità dei paesi del Golfo e di Israele, che continuano a denunciare un possibile squilibrio degli armamenti nella regione medio orientale. Proprio per limitare questi dubbi, nel gruppo dei 5+1 (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina e Germania), spicca l’atteggiamento di Parigi, che cerca di trovare una soluzione che possa garantire maggiormente proprio i paesi della regione, che si oppongono all’accordo. Già nel novembre del 2013 la Francia aveva bloccato una bozza di accordo perché ritenuta troppo morbida con l’Iran ed ora i funzionari di Parigi sembrano particolarmente sensibili ad impedire che Teheran possa conquistare troppo peso sulla scena internazionale. In realtà il paese iraniano sta già praticando una azione che possa dargli risalto come potenza regionale, attraverso le operazioni contro il califfato, ma non sembra che ciò possa derivare dal fatto di diventare un produttore di energia atomica. Per l’Iran è importante arrivare ad un accordo per non vedersi privare di un diritto, che ritiene di sua fondamentale competenza, dalla comunità internazionale e per ridurre il peso delle sanzioni, fino, forse, a cancellarle per rilanciare la propria economia. Le garanzie che dovrebbero essere fornite vertono, oltre che sulla percentuale consentita di arricchimento dell’uranio, sulla garanzia dell’accesso agli ispettori internazionali ai centri di produzione nucleare. Se l’accordo tecnico verrà raggiunto entro il 31 marzo, la strada per arrivare all’accordo definitivo entro il 30 giugno dovrebbe essere in discesa, chiudendo un problema che impedisce alle relazioni internazionali di essere sufficientemente distese da ben 12 anni.
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