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martedì 6 ottobre 2015

La provocazione russa alla Turchia

Che si sia trattato di errore o di azione volontaria, lo sconfinamento dell’aereo appartenente alle forze militari russe rappresenta un precedente pericoloso. La giustificazione di Mosca è che l’invasione dello spazio aereo turco sia stata dovuta ad una esigenza tecnica a causa delle condizioni atmosferiche, tuttavia la mancata comunicazione all’autorità di Ankara autorizza a credere che l’attraversamento dei cieli turchi sia stata voluta. La Russia ha ormai abituato a comportamenti provocatori, che devono essere percepiti come vere e proprie prove di forza, che hanno portato situazioni estreme a diventare potenzialmente pericolose; è successo più volte in occasione degli scontri in Ucraina, quando gli aerei russi hanno invaso più volte lo spazio aereo dei paesi baltici e lo stesso comportamento tenuto nell’occupazione della Crimea e dell’Ucraina orientale ha rivelato un profondo disprezzo del Cremlino per il rispetto del diritto internazionale. Del resto la posizione della Turchia nei confronti della Siria è risaputa: Ankara è profondamente contraria al regime di Assad ed ha manovrato, in modo ufficioso, per favorire l’ascesa al potere di gruppi sunniti, parte dei quali hanno poi creato lo Stato islamico. Il paese turco è profondamente contrario alla soluzione di cui la Russia si sta facendo portatrice, che mira a mantenere Assad al governo. Mosca potrebbe avere individuato la Turchia come anello debole della catena contro Damasco, perchè nel paese turco vi è il problema curdo, ben lontano dall’essere risolto. Provocare Ankara significa volere alterare i già fragili equilibri all’interno dell’Alleanza Atlantica. La Turchia, infatti, non è un paese che può accettare una provocazione del genere senza avere una risposta adeguata, sopratutto dai propri alleati. Gli Stati Uniti, infatti si sono schierati subito al fianco dell’alleato asiatico, anche se in questo momento i rapporti sono tesi a causa del trattamento che l’aviazione turca sta riservando alle postazioni dei combattenti curdi. In Turchia la possibilità della nascita di uno stato curdo sui propri confini è considerato un pericolo maggiore anche rispetto allo Stato islamico. Tuttavia l’atteggiamento americano deve essere contraddistinto dalla cautela e l’incursione russa sembra volere provare fino a che punto si può portare la sopportazione americana, sopratutto se sollecitata dal desiderio di una risposta forte della Turchia. In sostanza Mosca starebbe provocando, non solo Ankara, ma tutta l’Alleanza Atlantica, per verificare fino a che punto si può spingere nei bombardamenti contro i gruppi laici che si oppongono ad Assad e che gli Stati Uniti ritengono ancora l’alternativa politica migliore ad Assad. Questa ipotesi potrebbe essere provata dal fatto che non vi sarebbe ancora una spiegazione ufficiale e diretta da parte di Mosca sull’invasione, volontaria o no, dello spazio aereo turco. I massimi vertici dell’Alleanza Atlantica sono convocati attraverso la riunione del massimo organo collegiale dell’organizzazione, il Consiglio Nord Atlantico, quello con il maggiore potere decisionale. L’intendimento dell’Alleanza Atlantica sembra essere quello di parificare il territorio turco, e quindi il suo spazio aereo, al territorio dell’Alleanza Atlantica, sia per questo caso, che, eventualmente, per evenienze analoghe, in modo da avere una giustificazione giuridica per minacciare una risposta ad ogni altra violazione. Nel trattato dell’Alleanza Atlantica vi è una clausola che giustifica la mobilitazione di tutti i membri a difesa di un  membro che subisce un attacco. Certamente questa eventualità è ritenuta remota, ma il solo fatto di evocarla mette la Russia di fronte alla possibilità di essere oggetto di una risposta adeguata, da parte dell’Alleanza Atlantica, nel caso di eventuali ripetizioni di quanto accaduto. La situazione appare molto più grave di quando i reparti russi hanno invaso la Crimea o la parte orientale del paese ucraino, perchè in quel caso non vi erano  obblighi ne di intervento, ne di mutualità di altri paesi in aiuto della nazione oggetto dell’azione russa. Lo scenario è quindi da piena guerra fredda ed appare molto più pericoloso delle vicende ucraine, perchè in questo caso i due maggiori soggetti coinvolti sono immediatamente vicini, anche per la presenza delle truppe dei rispettivi paesi a pochi chilometri di distanza: un incidente o una provocazione in questo teatro potrebbe realmente provocare conseguenze disastrose.

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