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Politica Internazionale
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lunedì 23 novembre 2015
Le possibili ricadute dell'alleanza tra Francia e Russia sulle alleanze occidentali
La Francia, vittima degli attentati, ha elaborato, con molta fretta, una strategia militare che la vede affiancata alla Russia, nell’intento di mettere lo Stato islamico in una situazione di grande difficoltà. Parigi sta procedendo con Mosca in un rapporto dettato dalla situazione contingente, che è però totalmente esterno alle alleanze consolidate del paese francese: l’Unione Europea e l’Alleanza Atlantica. La decisione della Francia, appare dettata dall’emozione del momento e da un’ottica di brevissimo periodo, che rischia di portare confusione nei rapporti futuri con la Russia. L’occidente, infatti, è ancora formalmente in rapporti problematici con il Cremlino per la questione ucraina e della Crimea, problematiche che hanno provocato le sanzioni ancora in vigore contro Mosca; l’Eliseo, quindi, è nella posizione equivoca di collaborare, seppure su di un terreno differente, con uno stato nei confronti del quale ha intrapreso una ritorsione diplomatica ed economica. Hollande, spinto dalla necessità di dare un segnale alla platea interna, che possa rappresentare, al contempo, una punizione ed una affermazione dell’importanza della Francia nel contesto internazionale, non ha esitato ad allearsi, probabilmente senza il beneplacito di Washington, con uno stato che fino a quel momento era considerato un avversario. Se è pur vero, che la necessità primaria, in questo momento, è quella di debellare il califfato, non potrà non venire il momento nel quale la Russia presenterà il conto, verosimilmente sotto la forma della richiesta dell’interruzione delle sanzioni e la conseguente ammissione di una propria zona di influenza, pressappoco coincidente con i confini dell’ex Unione Sovietica. Per Putin l’occasione è stata troppo grande: in un colpo solo può continuare i bombardamenti in Siria, anche per conto di Assad, in più al fianco di una potenza europea e, nello stesso tempo, può preparare il conto diplomatico da presentare all’Unione Europea tramite la Francia. La prima conseguenza possibile è quella di prevedere una spaccatura dell’Unione Europea, dove i paesi orientali non possono assolutamente gradire questo avvicinamento a Mosca, la frattura, poi, non potrà riflettersi anche in sede di Alleanza Atlantica, come si comprende bene l’atteggiamento di profonda cautela che gli USA riservano al rapporto tra Francia e Russia. Restando però in ambito europeo, una retromarcia di Bruxelles sull’atteggiamento da tenere nei confronti di un paese che ha infranto in maniera così palese il diritto internazionale, rischia di dare una valenza fortemente negativa alla credibilità dell’Europa come istituzione sovranazionale e quindi alle ambizioni di maggiore unità tra i paesi membri. Anche questo è un aspetto funzionale alle esigenze di Putin, che avrebbe una controparte continentale sempre più frammentata, divisa e con molta autorevolezza in meno da contrapporre alle ambizioni russe. Il tutto è favorito dall’ennesimo atteggiamento caratterizzato dal temporeggiamento, che gli Stati Uniti non hanno mai abbandonato, facendosi così scavalcare dall’attivismo di Mosca nella gestione della crisi siriana, il vero nodo centrale della questione mediorientale, ormai diventata fondamentale per gli equilibri mondiali. La scarsa attitudine di Obama alla politica estera, di comprenderne i risvolti e di conseguneza adottare decisioni anche impopolari, ha causato una diminuzione di importanza degli Stati Uniti, che ha provocato dei vuoti di potere, subito riempiti da altri soggetti internazionali. La fase attuale è quindi di grande incertezza e di profonda transizione, per non perdere ulteriore terreno Washington deve assumere posizioni molto forti, anche nei confronti di alleati storici come la Francia, anche attraverso il sostegno di azioni militari, in grado di farne sentire la sintonia, viceversa si incorrerà in errori diplomatici a cui sarà difficile porre rimedio.
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