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giovedì 11 febbraio 2016
La minaccia nordcoreana e la posizione della Cina
Secondo fonti informative dei servizi segreti statunitensi la Corea del Nord potrebbe procurarsi in tempi brevi il plutonio necessario per la costruzione di una bomba. Questa notizia, unita ai tanti lanci sperimentali di vettori missilistici a gittata sempre più lunga, procura uno stato di allarme sempre maggiore nei confronti di Pyongyang; inoltre, ad aggravare la situazione, è stato constatato che nella capitale nordcoreana è stato acceso un reattore nucleare funzionante proprio a plutonio. Tutto l’insieme di queste situazioni concorre ad aumentare il timore della concreta capacità della costruzione di una bomba al plutonio da collocare su un missile a lunga gittata, capace di arrivare a colpire, non solo gli stati vicini alla Corea del Nord, ma anche gli stessi Stati Uniti. Se questa ultima possibilità ha minori probabilità di arrivare al successo, per la presenza, negli USA, di difese adatte a scongiurare il pericolo, gli stati asiatici come Corea del Sud o il Giappone diventano obiettivi altamente in pericolo, anche perchè le stime per la costruzione dell’arma al plutonio prevedono che il paese nordcoreano raggiunga la disponibilità del materiale necessario per dare avvio alla creazione della bomba entro alcuni mesi, se non, addirittura, entro alcune settimane. Lo stato di agitazione, dal punto di vista diplomatico, è destinato ad aumentare, venendo a creare un nuovo motivo di scontro internazionale, tra gli Stati Uniti , la Cina e la Russia, in un contesto mondiale già fortemente provato dalla questione mediorientale. Le motivazioni di questo confronto che si annuncia inevitabile, risiedono nella volontà di Washington di creare una sorta di scudo spaziale per il Giappone e la Corea del Sud, immediatamente vicino ai confini cinesi ed anche relativamente non distante da quelli russi. Schierare un tale arsenale rappresenta un motivo di alterazione degli equilibri militari nella regione, che alimenta i contrasti con i russi, ma che ha un significato ancora più profondo per i cinesi, che vedono invasa quella che ritengono la propria area di influenza regionale. Deve essere specificato che la Cina ha qualche responsabilità dell’escalation atomica nordcoreana, non avendo esercitato a dovere il suo ruolo di unico interlocutore di Pyongyang, per impedire di essere arrivati al punto attuale della situazione. Con il cambio di potere, che ha portato al potere Kim Jong Un, la Cina ha perso influenza sul regime nordcoreano, senza essere riuscita a recuperare il terreno perduto, senza, tuttavia operare per perseguire cambiamenti politici di sorta: il risultato è stato permettere a Pyongyang un comportamento sempre più esasperato per sottoporre ricatti al mondo intero in modo da trovare le risorse per mandare avanti la dittatura nordcoreana, dove la popolazione versa in un grave stato di miseria e denutrizione. In ogni caso la presenza regionale di una potenza atomica incontrollabile come la Corea del Nord, pone per la Cina interrogativi inquietanti, forse ancora di più che per gli Stati Uniti, Se per Washington è impossibile rinunciare al suo ruolo di alleato principale di Giappone e Corea del Sud, Pechino rischia di vedere un incremento della presenza militare americana sulla porta di casa, fattore che può condizionare i propri traffici mercantili e la tanto ricercata influenza sulla regione. La percezione è che la Cina si sia trovata impreparata ad una situazione così grave, che costituisce una grave turbativa ai suoi interessi principali, che sono, poi, quelli economici. La dimensione del paese cinese, come potenza internazionale di primo piano, appare ancora incompleta proprio da questi elementi: Pechino, a seguito del comportamento nordcoreano, si trova in una situazione difficile, che richiederebbe un esercizio diplomatico forte contro Pyongyang, anche insieme a stati non allineati alla sua condotta, come gli USA, al contrario l’azione cinese sembra essere contraddistinta da incertezza per il sempre presente timore di favorire l’unione delle due Coree, che diventerebbero un alleato americano. Nell’ottica cinese, la presenza della Corea del Nord è un ostacolo verso una presenza dell’occidente sempre più invasiva, ma nello stesso tempo Pechino subisce il comportamento di Pyongyang, che usa questa necessità cinese come arma di ricatto. Gli scenari prossimi possono configurare una alleanza sempre più stretta tra Russia e Cina, contro gli Stati Uniti, per preservare la regione dalla presenza eccessiva dell’occidente, ma se non risolveranno il problema nordcoreano, anche con un intervento diretto sul regime di Pyongyang, rischiano di diventare le prime vittime della follia di Kim Jong Un.
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