Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
venerdì 19 agosto 2016
L'attività diplomatica della Russia in Siria può portare nuovi equilibri
L’attività diplomatica che viene svolta sulla questione della Siria, indica un quadro di profonda variabilità e dove appare che non esiste ancora una situazione uniforme. Il vero stratega sembra essere Putin, che sta usando la situazione siriana per avere un vantaggio per la Russia in campo internazionale, dopo l’isolamento e le posizini di secondo piano seguenti alla caduta dell’Unione Sovietica; del resto era nei programmi elettorali del capo del Cremlino rilanciare l’immagine di Mosca, per giocare un ruolo di primo livello sulla scena internazionale. L’entrata della Russia nella guerra siriana ha favorito sicuramente Assad, tuttavia il dittatore di Damasco, pur conservando il suo potere, appare ora uno strumento funzionale alla causa di Mosca. Questo elemento deve essere letto anche in chiave anti americana, infatti, per Washington l’uscita di scena di Assad doveva essere un obiettivo nell’assetto futuro del paese: ma non sarà così. Gli USA, in Siria, hanno fallito ogni proposito a causa di un atteggiamento troppo prudente e non certo degno della prima grande potenza mondiale. Putin è stato abile ha sfruttare questa incertezza ed a introdursi nella questione per rovesciare la situazione di isolamento in cui si trovava la Russia. Se dapprima sembrava che Mosca, fosse al fianco di Assad per mantenere il controllo che Damasco gli consentiva sull’unica base navale russa nel Mediterraneo, il corso della guerra e, sopratutto, gli assetti diplomatici, che ne sono seguiti, hanno fatto passare in secondo piano la questione della base di Tartus, a favore dei contatti che la diplomazia di Mosca ha saputo creare. Il Cremlino, del resto, non ha sfruttato soltanto la debolezza della Casa Bianca contro Damasco, ma anche il deteriorarsi dei rapporti tra Washington ed Ankara, recuperando il rapporto con la Turchia. In più la convergenza degli interessi sulla Siria, ha permesso una collaborazione militare tra Russia ed Iran, che sembra aprire grandi potenzalità nei rapporti tra i due paesi. Non appare neppure secondario che anche la Cina si sia allineata sulle posizioni russe riguardo la Siria. Fino a qui queste sono le convergenze, i punti comuni di diversi paesi, spesso in contrasto, che si sono delineati sul teatro internazionale, uno scenario che presenta Mosca, essenzialmente come il minimo comune denominatore. In realtà il Cremlino ha creato una rete di rapporti, dove è centrale, ma che sembra che abbiano poche possibilità di svilupparsi, a meno che la Russia non intenda procedere in modo separato nei rapporti con questi stati. Questa visione contrasta però, con l’intenzione di creare una sorta di rete capace di creare una alleanza in grado di bilanciare la potenza occidentale. Ecco, allora, che la mancanza di uniformità di questa potenziale alleanza si delinea in tutta la sua evidenza. Partiamo dalla Turchia: Ankara ha inseguito a lungo un obiettivo ormai irragiungibile, quello di ricreare una zona di influenza che potesse ricalcare, almeno in parte, l’area dell’impero ottomano; per fare ciò Erdogan, inizialmente sostenuto da una buona situazione economica, ha puntato in maniera troppo decisa, sul legame tra religione e politica, trasformando il paese da laico a confessionale e comprimendo i diritti civili e politici. Questo indirizzo è stato l’inizio dell’allontanamento dagli USA e dall’Europa, ma la Turchia doveva compensare questa distanza esercitando una attrazione gravitazionale dei paesi arabi. Inoltre questa strategia ha previsto l’utilizzo indiretto di gruppi terroristici per rovesciare il regime siriano, in alleanza con le monarchie sunnite del Golfo Persico. La Turchia si è però trovata in una posizione internazionale sempre più difficile, aggravata dalla pressione americana e dalla propria situazione interna. L’intesa stipulata con Mosca ha, perciò, rappresentato una via di uscita, favorita anche dalla natura non propriamente democratica dei due governi. Tuttavia, Mosca ha aperto anche un canale con l’Iran, paese sciita e quindi già avversario per definizione di Ankara. Una convergenza tra questi paesi appare impossibile, sopratutto se legata al destino della Siria: da una parte può essere vero che la Turchia, in questa fase, si concentri maggiormente sulla propria situazione, che non sul destino siriano, preferendo seguire piuttosto la questione curda, ma quando si arriverà ad iniziare le trattative vere e proprie del destino siriano, sembra difficile che gli interessi di Ankara e quelli di Teheran possano coincidere. A quel punto anche il legame con la Russia, che ha una visione più simile a quella iraniana, potrebbe compromettersi. Ciò potrebbe creare nuove situazioni di frizione ed alterare il difficoltoso equilibrio creato da Mosca. Esiste anche la possibilità che il Cremlino abbia promosso la situazione attuale con un orizzonte temporale non troppo distante, ma soltanto per mettere in difficoltà gli Stati Uniti e creare una situazione favorevole da sfruttare per la questione ucraina. Che Putin, abbia un orizzonte molto ampio è ormai cosa acclarata, e ciò può costituire un ipotesi valida; ma per conseguire questo risultato, il ruolo da protagonista in Siria, deve essere giocato in modo completo. Raggiungere una intesa, anche minima, con Washington, sulla sconfitta dello Stato islamico è sicuramente il primo passo. La Russia si è guadagnata questo ruolo con l’impegno sul campo e questo fattore sarà decisivo nel futuro. Quello che sembra meno facile sarà tenere insieme, e non soltanto ad un ipotetico tavolo delle trattative per il futuro della Siria, tutti questi alleati indiretti ed improbabili che Mosca ha messo insieme, sopratutto se l’intenzione sarà sempre quella di creare problemi a Washington.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento