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giovedì 21 dicembre 2017

USA e Corea del Nord potrebbero intraprendere un negoziato

Il Segretario di Stato americano, Tillerson, avrebbe affermato che gli Stati Uniti potrebbero intraprendere colloqui diretti e senza condizioni con la Corea del Nord. Fino ad ora Washington, per effettuare colloqui ufficiali con Pyongyang, aveva sempre messo la condizione di un diverso atteggiamento e di una moratoria sull’arsenale nucleare nordcoreano. Se questi colloqui dovessero avvenire, oltre all’atteggiamento responsabile statunitense, ci sarebbe, senz’altro, la vittoria diplomatica della Corea del Nord, che, fino ad ora, aveva messo come richiesta di essere trattata alla pari con gli Stati Uniti senza condizione alcuna.  Ciò implicherebbe un riconoscimento ufficiale del regime di Pyongyang, cosa che è stata sempre rifiutata fermamente dalle amministrazioni americane. Questo passo, se, da un lato, potrebbe evidenziare un cambio nell’atteggiamento degli USA, potrebbe diventare una sorta di vittoria per Kim Jong-Un, che potrebbe essere speso con la Cina, proprio in prospettiva antiamericana. Pyongyang, cioè, potrebbe diventare un alleato maggiormente affidabile e quindi impedire l’unione tra le due Coree: una ipotesi sempre rifiutata da Pechino, timorosa di avere i militari statunitensi sui suoi confini. Resta, comunque, da vedere l’affidabilità di una dittatura da sempre imprevedibile nelle sue decisioni, anche considerando che Pyongyang non ha ancora avuto alcuna reazione ufficiale. Per altro dell’iniziativa del Segretario di Stato non si conoscono ancora a fondo i dettagli e neppure la considerazione che Trump possa avere per questa mossa diplomatica ufficiosa: infatti dalla Casa Bianca sono arrivati segnali ambigui dall’entourage del presidente statunitense, che non si capisce ancora bene se ha dato indicazioni all’amministrazione guidata dal Segretario di stato, o se, al contrario, la considera una perdita di tempo. Le opinioni di Trump sulla Corea del Nord non sembrano, infatti, essere cambiate: la condotta del paese asiatico è sempre considerata pericolosa, sia per gli equilibri internazionali, che per la stessa nazione nordcoreana. Le intenzioni  del Segretario di stato potrebbero essere il risultato finale di colloqui non ufficiali tra i due paesi che non  sono mai stati interrotti, perchè portati avanti da una sorta di diplomazia parallela. Questi canali non ufficiali hanno permesso di mantenere aperto un dialogo, anche nei momenti più acuti della crisi, aldilà delle profonde contrarietà tra i due paesi e delle preoccupanti dichiarazioni provenienti da entrambe le parti. Attualmente la situazione è in una fase di stallo, ma la Corea è sempre alla ricerca della necessaria tecnologia per il trasporto delle testate atomiche miniaturizzate. Un eventuale incontro ufficiale potrebbe permettere di guadagnare tempo a Pyongyang, un aspetto che non potrebbe contribuire ad un atteggiamento positivo del presidente USA verso gli eventuali negoziati, ma, nello stesso tempo, potrebbe mostrare una disponibilità americana alla trattativa, che permetterebbe a Washington di avere minor pressione internazionale. Una delle considerazioni americane è, però, se la sincerità della Corea del Nord a mantenere le promesse derivanti dal negoziato, sia veritiera. Uno dei fattori caratteristici del regime nordcoreano è la sua imprevedibilità, mentre sull’affidabilità non ci sono certezze neppure da parte di Pechino. Nel caso del mancato rispetto degli accordi da parte di Kim Jong-un la rappresaglia americana di tipo militare, diventerebbe più probabile e questa considerazione potrebbe fare decidere la Casa Bianca a non intraprendere alcun negoziato ufficiale, perchè in caso di mancato rispetto degli accordi, un mancato intervento americano sarebbe considerato una sconfitta sul piano internazionale. Cosa augurarsi, quindi? La situazione attuale impone riflessioni serie ed attente, sopratutto nella valutazione dei costi e dei benefici, in un clima di grande incertezza, tuttavia in un negoziato ufficiale gli Stati Uniti sarebbero notati per la loro disponibilità con un paese che gli ha sempre attaccati sul piano diplomatico e minacciati con assurda veemenza.

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