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mercoledì 28 febbraio 2018

Corea del nord e Siria starebbero collaborando sulle armi chimiche

Il rapporto riservato delle Nazioni Unite, pubblicato dal New York Times circa la collaborazione tra la Siria e la Corea del Nord, se confermato apre uno scenario inquietante, che non potrà avere risvolti sulla politica estera mondiale. Secondo questa informativa riservata Pyongyang avrebbe fornito tutto il materiale necessario a Damasco per costruire bombe chimiche. Deve essere ricordato come il regime di Assad, nel 2013, si impegnò a distruggere il suo arsenale chimico e questa promessa bastò ad Obama per non intervenire in Siria: un mancato intervento che avrebbe probabilmente evitato tutti gli anni di guerra che ne sono seguiti e le ingenti perdite umane che il conflitto ha provocato, ma avrebbe anche limitato l’espansione ed il successo dello Stato islamico, che sarebbe stato più agevole da eliminare. In realtà la promessa di Assad non è stata mantenuta, come dimostrato più volte nelle tracce lasciate dagli ordigni chimici lasciate nei teatri di guerra dall’esercito regolare siriano. Anche se Assad ha sempre smentito l’uso di bombe chimiche, incolpando i suoi avversari, l’ipotesi più probabile è che abbia mantenuto una parte del suo arsenale chimico ben protetto dalla parziale promessa fatta ad Obama. Certamente una parte dell’arsenale è stata distrutta e, data la confidenza con questo tipo di armi, quello indicato dal rapporto riservato delle Nazioni Unite ha buone probabilità di essere vero. La Corea del Nord, sempre più soggetta a sanzioni sarebbe riuscita ad esportare la sua tecnologia militare in campo chimico in Siria, in cambio di pagamenti necessari alla sopravvivenza del regime di Pyongyang. Una collaborazione tra due stati canaglia, come una volta erano definite questo tipo di nazioni, molto pericolosa perchè segnala una alleanza informale tra due governi in grado di alterare la stabilità mondiale con metodi non convenzionali. Dal punto di vista pratico, per rendere possibile questa collaborazione appare improbabile che le transazioni tra due paesi così controllati siano state compiute esclusivamente tra di loro; senza complicità internazionali, attraverso società fittizie ben conosciute nei paesi di appartenenza, da ciò non può che conseguire che alcuni soggetti internazionali erano a conoscenza di questi contatti. Se ciò è vero non pensare alla Russia, all’Iran ed alla Cina appare impossibile; si tratta, infatti, di chi è più vicino ai due paesi sospettati di questi traffici riguardanti gli armamenti chimici. Certamente un’ipotesi del genere sarà tutta da dimostrare, tuttavia immaginarsi la reazione americana non è difficile. Gli USA, tra l’altro, sono stati appena fortemente criticati da Pechino per le sanzioni imposte a società che hanno violato l’embargo della Corea del Nord consentendo a Pyongyang l’approvigionamento di petrolio e l’esportazione di carbone. Se le notizie del rapporto delle Nazioni Unite sarà riconosciuto attendibile le transazioni nordcoreane saranno state anche altre e di natura ben più grave. Il fatto che la Corea del Nord si sia specializzata anche nella costruzione di missili balistici e di ordigni nucleari aggrava pesantemente  la situazione, perchè ne fa anche una potenziale esportatrice di tecnologia militare difficilmente raggiungibile per un paese come la Siria. Occorre però ricordare che la collaborazione tra i due paesi non è una novità: già in passato le due nazioni hanno collaborato per la costruzione di un sito nucleare, poi distrutto da Tel Aviv  e piloti militari coreani hanno volata a fianco di quelli siriani in alcuni raid contro Israele nel periodo degli anni sessanta e settante del secolo scorso. Proprio la reazione di Israele sarà un elemento da valutare attentamente per gli equilibri regionali. Adesso occorrerà aspettare le reazioni di Russia e Cina, che se vorranno essere soggetti attendibili non potranno che sanzionare in modo grave i due paesi, tuttavia questa ipotesi appare poco credibile per i rispettivi interessi che Mosca e Pechino hanno dal fatto che i regimi di Damasco e Pyongyang restino in vita. In questo frangente gli allarmi americani appaiono dunque più che giustificati, dato che la pericolosità della Corea del Nord, pur essendo di livello altissimo, appare addirittura minore di una Siria situata al centro del Mediterraneo con un arsenale chimico che può essere incrementato e che, forse, intravvede possibilità di disporre di armamenti di altro genere

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