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giovedì 22 febbraio 2018

Secondo Amnesty International le violazioni dei diritti sono in aumento

L’analisi compiuta da Amnesty International, nel suo annuale rapporto presenta una situazione di violazione dei diritti più completa, che oltrepassa l’esame classico  delle infrazioni ai diritti umani,  avvenute attraverso l’uso della violenza, ma prende in esame anche la diminuzione dei diritti sociali, avvenuta a causa della austerità e dell’impoverimento dei paesi occidentali, che hanno causato la morte per la sempre più scarsa assistenza sanitaria ed alimentare. Il discorso generale riguarda la politica ed è intimamente connesso all’ascesa al potere di personaggi sempre più lontani da una visione democratica, ma basata su pulsioni sociali causate da una percezione distorta della gestione della cosa pubblica. La presa del potere, avvenuta sempre in maniera democratica, da parte di questi governanti è stata dovuta a campagne politiche basate sulla gestione dell’odio e della discriminazione di gruppi sociali già ampiamente emarginati, come minoranze, rifugiati o immigrati. Il successo di questi argomenti è dovuto a situazioni economiche e finanziarie sfavorevoli, che hanno diminuito la capacità di potere contrattuale delle classi medie e basse, il cui malcontento è stato canalizzato verso forme politiche che esprimono interessi del tutto opposti a quelli dell’elettorato da cui prendono i voti. Si è creato così una sorta di cortocircuito politico dove la diminuzione iniziale dei diritti ha alimentato una ulteriore diminuzione degli stessi con il beneplacito di chi è stato danneggiato da queste politiche. In pratica ciò si è tradotto in un numero maggiore di decessi nei paesi industrializzati dovuti alle restrizioni dell’assistenza sanitaria e peggiori condizioni economiche e sociali generali. I governi occidentali, che spesso si sono resi colpevoli di queste mancanze, sono gli stessi che non hanno reagito di fronte alle violazioni dei diritti personali avvenuti in paesi come Siria, Iraq, Venezuela o Birmania. Sono mancati interventi di due tipi: il primo nelle aree di crisi, per evitare o limitare i conflitti che hanno provocato la morte di numerosi civili, il secondo nell’atteggiamento distaccato verso il problema delle conseguenti migrazioni. I paesi ricchi si sono chiusi in una sorta di rifiuto dell’immigrazione che ha assunto gravità tali da tragedia umanitaria. In questo si sono distinti i paesi dell’Europa dell’Est e l’Australia, che hanno attuato politiche particolarmente dure contro i rifugiati. Il peggioramento della tutela dei diritti e la minore protezione delle popolazioni colpite da guerre, non ha riguardato soltanto gli stati, ma anche le Nazioni Unite, che non hanno saputo trovare strumenti adatti, sia diplomatici, che militari, per ridurre la sofferenza dei civili nei teatri di guerra. Una particolare attenzione, nel rapporto, è stata rivolta alle sempre maggiori limitazioni alla libertà di stampa, un fenomeno che si sta espandendo proprio con la riduzione dei diritti: non è un caso che paesi come Cina, Turchia ed Ungheria, solo per fare alcuni esempi, abbiano registrato casi di persecuzioni dei giornalisti, che sono andati di pari passo con violazioni di diritti umani. Allo stesso tempo la manipolazione sociale che si verifica tramite la diffusione di notizie false, spesso orchestrate su mandato di entità statali,  è connessa con la violazione dei diritti, perchè consiste in uno strumento di indirizzo e di pressione verso obiettivi precisi, come, appunto gli immigrati. A causa della complessità di questo scenario, secondo Amnesty International, il mondo sarebbe entrato in una situazione di degrado parzialmente nuova, proprio perchè la violazione dei diritti si starebbe allargando ai paesi ricchi, quelli industrializzati e ciò starebbe aggravando in maniera ulteriore la situazione dei paesi poveri. Del resto un minore impegno nella risoluzione delle crisi internazionali è un dato di fatto, così come la chiusura in se stessi, tipica degli USA di Trump, o il disinteresse, come la Cina, o l’interessamento per i propri fini, come la Russia, sono fattori endogeni delle grandi potenze, che influenzano, permettono o facilitano la violazione dei diritti degli stati minori e sempre a danno della popolazione civile. La crisi generale è quindi acuita da un comportamento irresponsabile dei paesi ricchi, sia al loro interno che verso l’esterno e ciò rappresenta un elemento molto negativo, capace di determinare l’aumento dei diritti negati ed il loro peso specifico, costituito dalla maggiore gravità delle violazioni.  

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