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giovedì 5 luglio 2018
La questione dei migranti è strumentale per indebolire l'Unione Europea
Dunque il ritorno della volontà di affermare la propria sovranità nazionale contro l’unità europea ha messo in risalto come i partiti di destra al governo in Europa, siano, a parole, in accordo, ma quando si arriva al momento di trovare soluzioni pratiche si evidenzia la profonda contrarietà a causa dei rispettivi obiettivi, in contrasto reciproco. D’altra parte gli interessi italiani non possono essere gli stessi di Austria o Germania o dei paesi del blocco di Visegrad; il problema dell’emigrazione primaria, quella di chi arriva per la prima volta sul suolo europeo, è in aperto contrasto con gli interessi di chi non vuole l’emigrazione secondaria, quella che avviene tra gli stati dell’Unione. Il peso politico dei partiti di destra ha determinato una minore flessibilità nei rapporti tra gli stati circa il problema migratorio, instaurando una rigidità dei rispettivi atteggiamenti a causa del prevalere degli interessi particolari su quelli generali. La grande responsabilità di questa situazione si può imputare all’attegiamento passivo di Bruxelles nei confronti degli stati dell’Europa dell’est, che hanno rifiutato la divisione dei migranti senza alcuna sanzione; insieme a questo aspetto deve essere riconosciuto anche un approccio troppo accondiscendente della Germania, quale paese europeo più importante, che non ha preso una posizione più ferma contro i paesi di Visegrad, forse per tutelare i propri interessi economici. Deve essere anche detto che il comportamento italiano dei precedenti governi, pur in una linea di aiuto e sostegno ai migranti, non è mai stato troppo fermo con l’Europa, preferendo, talvolta, lasciare ai profughi via libera negli altri paesi europei. Tuttavia quello che le istituzioni centrali non sembrano avere capito è che l’immigrazione, pur essendo un problema reale, è il mezzo con il quale i movimenti populisti ed anti europei usano per screditare Bruxelles. In effetti il fenomeno è numericamente ancora contenuto, sopratutto se paragonato alle quantità di profughi ospitati in altri paesi del mondo. La sensazione è che si vogliano esasperare le situazioni interne, un esempio su tutti quello della Baviera, per costringere i governi, anche quelli che non sono di destra, a rinchiudersi su se stessi ed elaborare forme di rivalsa sul paese vicino. La situazione tra Germania ed Austria esplica bene questo scenario, che può coinvolgere direttamente l’Italia. Se prima si trattava di un conflitto essenzialmente tra i paesi dell’Europa dell’est e gli altri membri europei, ora la sensazione è che si vada tutti contro tutti, con il concreto pericolo di riportare l’Unione ad una situazione più indietro nel tempo; infatti se si dovesse arrivare alla chiusura della libera circolazione, ed è un pericolo concreto, verrebbe meno una condizione che è ritenuta essenziale per l’unità europea. Non si può fare a meno di pensare che si arrivi a questa eventualità in maniera non casuale ma studiata in maniera scientifica per indebolire l’Europa. Del resto le destre europee auspicano una minore presenza europea nella politica interna degli stati, proprio per riprendersi un maggiore spazio di manovra legislativa e di governo e ciò non è un mistero ma rientra nei loro programmi e proclami elettorali. In questo momento fortemente critico per l’unità europea, Bruxelles dovrebbe assumersi le proprie responsabilità circa i motivi che hanno portato al governo le formazioni populiste e mettere in pratica dei provvedimenti per sanare i precedenti indirizzi politici, cominciando ad allentare i vincoli di bilancio, sanzionando chi non rispetta le direttive comunitarie e pensando politiche che non penalizzino i membri meridionali dell’Europa. In questa fase sarebbe importante che le istituzioni centrali esercitassero un ruolo efficace di mediazione tra gli stati, cercando delle occasioni dove diventare protagoniste e ritrovare quella rilevanza ed autorevolezza perdute. Questo anche perchè, ancora una volta la sensazione è che Bruxelles abbia un atteggiamento di immobilismo che pare assecondare gli i nteressi statali anziché quelli europei ed in questo modo viene facilitata l’erosione di potere dell’Unione. La questione di migranti appare ancora più strumentale se si pensa alla mole di reazioni che ha scatenato, notevolmente inferiore rispetto a quanto sollevato per le decisioni economiche, che hanno avuto un impatto ben più grande sulla vita dei cittadini e delle nazioni europee. In questo momento storico, quindi soltanto le istituzioni europee possono salvare se stesse dimostrando concretamente tutto il loro peso specifico per il continente.
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